L’anello fra i paesini delle regioni sarde nordorientali: Gallura, Baronia, Montacuto e Barbagia
Gallura: San Teodoro
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GALLURA: SAN TEODORO È una delle più affollate mete del turismo estivo,
uno di quei centri che in piena estate sono congestionati da decine di
migliaia di persone e che poi, durante i restanti nove mesi dell’anno,
si trasformano in villaggi fantasma. Molti sono i turisti che rimangono
affascinati da queste zone, caratterizzate da spiagge bianche e acque limpide
e favoleggiano di venirci ad abitare, anche se la vita da queste parti
non è sempre così rosea.
È la solita storia del gatto che si morde la coda, si ripete da quando
l’isola è diventata meta prediletta degli italiani: prezzi elevati, per
poter vivere un intero anno con quello che si guadagna in pochi mesi. Poi
tutti, o quasi, a casa, ad attendere una nuova stagione. Le cose stanno
in ogni caso cambiando: i giovani si danno da fare per creare nuove attività
e attirare i turisti anche in periodi di bassa stagione, si cominciano
a trovare alberghi e ristoranti aperti tutto l’anno, il tutto in favore
di un turismo quattro stagioni.
Da sempre assertori del “fuori stagione”, ancora
una volta siamo
andati alla ricerca di strade meno conosciute, quelle che collegano piccoli
centri abitati poco appetiti dal flusso turistico. Una traccia di itinerario
segnalato sulla carta, leggermente modificata poi sul posto su suggerimento
di biker locali, poi via alla ricerca di piacevoli scoperte.
Alta Baronia
ALTA BARONIA Il mattino,
colazione di buon ora e subito in sella. Il sole che si leva dal mare ci
regala la prima sorpresa, offrendoci l’inconfondibile silhouette di una
formazione di fenicotteri che sorvola lo stagno di San Teodoro.
Tanto entusiasmante da farci trascurare il freddo pungente di una mattinata
tardo autunnale. Inforchiamo quindi la statale 131 in direzione
sud,
percorrendola per una decina di chilometri a velocità ridotta per riscaldare
a dovere il motore, abbandonandola in località Budoni e
dirigendoci
verso le colline dell’entroterra.
Immediatamente l’ambiente cambia
aspetto, passando dagli ampi spazi della piana a ridosso del mare alla
strada immersa nella fitta boscaglia di Brunella, passando poi per
il piacevole tratto di saliscendi che collega Talavà al lago di Posada,
dove troviamo un breve tratto di strada sterrata. Ad accompagnarci
è Antonio, un milanese “trapiantato” che ama scorrazzare per il
mondo
e conosce benissimo i percorsi dell’isola, a cavallo della sua fidata
Honda Pan European. Ci affianchiamo per non impolverarci a vicenda, e a
velocità ridotta costeggiamo il lago, lambito in parte da un
vasto incendio. La natura ha già però posto rimedio ai danni arrecati
dalla mano dell’uomo, facendo crescere un verde strato erboso
che contrasta con il nero del bosco incenerito.
Quello che ci appare dall’alto
del colle sembra un tratto di strada che vive nell’immaginario del
motociclista:
un lunghissimo rettilineo asfaltato con tanto di segnaletica, interrotto
da un paio di dossi, che si perde all’orizzonte. Attendiamo
l’apparire
del bagliore di un faro in lontananza, come nei film americani, ma invano
perché siamo in Sardegna e non abbiamo ancora incontrato un’anima viva
sul nostro cammino.
Montacutu
MONTACUTU Proseguiamo sino ad incrociare l’importante
statale 389,
quella che collega Olbia a Nuoro, sulla quale troviamo un
accenno
di traffico solo in vista di Alà dei Sardi, località che si
presenta
con un bel cartello “sparato” come dicono qui e in molti paesi della
Barbagia, trafitto cioè da rose di pallettoni.
Attraversato fugacemente l’abitato di Alà dei Sardi proseguiamo alla volta
di Buddusò, immersi in un paesaggio dominato da sugherete, interrotte
qua e là da piccole radure erbose, frequentate da pecore e da
cinghiali. Questa è una delle zone di maggior produzione di sughero,
attività che dà lavoro a molte persone, visto che la raccolta è ancora
completamente manuale. Per assistere all’opera del
“bucadore”,
lo scorticatore, bisogna attendere tra maggio e giugno quando,
una volta ogni dieci anni, la pianta viene delicatamente spogliata
della sua preziosa veste, che viene poi accatastata per l’essiccazione
prima di essere bollita e passata alla lavorazione che darà vita a tappi,
materiali isolanti e souvenir.
La strada scorre piacevolmente fino a Osidda, dove incontriamo un gregge
di pecore che non ne vuole sapere di abbandonare la sede stradale: un po’
di pazienza e di nuovo a gustarci la strada che ci regala un bel tratto
fitto di curve, accompagnandoci fino a Bitti.
Barbagia
BARBAGIA Bitti è adagiata in un vallone montuoso della Barbagia
settentrionale. Conosciuta per i suoi Tenores, un
gruppo di
cantori in lingua sarda, trae il nome da una leggenda che narra
che nella fontana del paese venne uccisa una cerbiatta (sa bitta) mentre
si abbeverava.
In lontananza si intravede il
mare, preceduto dall’imponente formazione rocciosa del monte Albo,
una lunga cresta di una dozzina di chilometri che si attesta mediamente
sui mille metri di quota, e per molti versi somigliante alla vicina isola
di Tavolara. Percorriamo una dozzina di chilometri passando per Onani
e Lula, e senza trovare un distributore di benzina ci ritroviamo
ai piedi del Monte Albo.
Bassa Baronia
BASSA BARONIA La spia della riserva si accende, ma tre litri di benzina
sono più che sufficienti per raggiungere Siniscola. Ci
tranquillizziamo,
gustandoci il lunghissimo tratto che si affaccia sul vallone del rio
Mannu: il susseguirsi di curve sembra non avere
termine, regalandoci
il piacere della guida in pieno relax, grazie anche ad un manto
stradale perfetto che ci permette di osare qualcosa in più in piega
anche con moto di una certa stazza come la Pan European.
Giungiamo alla cantoniera di Sant’Anna nelle prime ore del
pomeriggio
e decidiamo di fare rotta verso casa dato che il sole comincia a calare,
perdendo lentamente il suo piacevole tepore. Scendiamo rapidamente a
Siniscola per imboccare la litoranea, ripercorrendola in direzione
opposta a quella della mattina, compiendo poi una breve deviazione per
Ottiolu, completamente deserto, per concludere il nostro
tour sulla spiaggia della Cinta di San Teodoro.
Il sole tramonta alle nostre spalle,
ma il cielo, che nel frattempo si è caricato di nuvole, ha ugualmente un
fascino particolare. Scrutando il cielo ci scambiamo le impressioni della
giornata, fino a quando il freddo ci costringe a levare le tende.
Bloc Notes
Dove mangiare
San Teodoro (NU) Ristorante-pizzeria
Temptation, tel. 0784/851090. Bella sala con vista mare e veranda dove
gustare ottimi antipasti e piatti di pesce a prezzi accettabili, abbinamento
non sempre facile.
Dove dormire
Buddusò (SS) Agriturismo
Santa Reparata, Strada Provinciale 389, km. 33,5, tel. 079/715463, www.agriturismosantareparata.it
Un agriturismo adagiato in una verde piana alle porte di Buddusò. La cucina
propone prodotti del territorio e piatti tipicamente locali come maccarones
e maialetto allo spiedo.
San Teodoro (NU)
Hotel Bonsai, via Golfo Aranci,
tel. 0784 865061, www.hotelbonsai.com
A pochi passi dalla spiaggia della Cinta, una trentina di camere tutte
climatizzate e con riscaldamento per l’inverno, visto che l’albergo
è
aperto tutto l’anno. La piscina, la zona fitness e la palestra completano
i servizi a disposizione per i clienti.
Indirizzi utili
www.santeodoroinrete.it
è il sito ideale per trovare informazioni su territorio, itinerari
e case vacanza. Per un contatto diretto rivolgetevi a Sebastiana Falchi,
s.falchi@santeodoroinrete.it
Moto Club San Teodoro, tel. 0784/851008,
www.motoclubsanteodoro.com
Contattate il club: gli attivissimi soci saranno sicuramente disponibili
ad accompagnarvi nel tour, facendovi scoprire qualcosa di nuovo. Se poi
sarete da quelle parti nel week-end a maggio potrete partecipare alla Motomarea,
il raduno internazionale giunto ormai alla decima edizione.
Da poco attivo il Gallura Custom
Cycles (www.galluracustom.com
), dedicato agli harleysti.
Laboratorio Artigianale Santa Anastasia
Via Togliatti 1, Buddusò (SS) Potrete assistere alla produzione artigianale
del famoso “pane carasau”, cotto ancora nel forno a legna come un
tempo.
Centro Culturale Buddusò C.so Vittorio
Emanuele, Buddusò (SS), tel. 079/715308. Per informazioni turistiche e
visite archeologiche.