Pivotal: il motore a pistone basculante come alternativa per salvare il 2 tempi
Secondo tempo
SECONDO TEMPO Il pivotal o pistone basculante è compreso nella lunga
serie dei progetti pensati per rivitalizzare il 2T. Nello specifico, la
brillante idea dell’azienda neozelandese (www.pivotalengine.com)
prevede un cinematismo diverso dal manovellismo ordinario centrato.
L’obiettivo
è come sempre quello di superare i limiti storici del 2T: emissioni, consumi,
affidabilità, manutenzione frequente; il tutto mantenendone l’elevata
potenza specifica e il basso costo.
Funzionamento
FUNZIONAMENTO Il Pivotal Engine può essere visto come un 2T dalla
fluidodinamica
piuttosto classica, ma dalla cinematica rivoluzionaria. L’aspirazione,
diretta nel carter è controllata da un pacco lamellare e da un classico
travaso; il lavaggio è incrociato, con la luce di scarico sovrapposta a
quella di aspirazione, sullo stesso lato. Il pistone, però, è incernierato
non solo nello spinotto, ma anche ad un lato ed è quindi basculante, ovvero
esegue un movimento rotatorio, non traslatorio. Esso ha quindi una sezione
più o meno ad “L”, dovendo individuare durante la corsa, oltre che
il
fondo, anche una parete del cilindro (che a rigore non è… cilindrico
avendo
generatrici curve e non rettilinee; infatti i progettisti parlano di
‘camere’
e non di cilindri). La camera di combustione è ricavata nella testa e il
pistone ha cielo piatto. Il perno in più è un cuscinetto a strisciamento,
e il tutto è calcolato in modo che il volume a disposizione dei gas sia
sempre sufficientemente ampio da scongiurare il pericolo di detonazione.
Beve poco (olio)
BEVE POCO (OLIO) Quali sono
i vantaggi di questo sistema? Un pistone classico scorre nel cilindro sostenuto
dal mantello, che realizza l’accoppiamento di forma necessario a impedirne
la rotazione attorno all’asse dello spinotto. L’estensione del
mantello
sul 2T concorre anche a determinare la distribuzione, coprendo e scoprendo
le luci; per limitare gli attriti e consentire al pistone di dilatarsi
maggiormente sotto forte carico termico, tra pistone e cilindro c’è gioco
e la tenuta è assicurata dalle fasce elastiche (segmenti). A causa di questo
gioco e del fatto che lo spinotto consente la rotazione e l’inclinazione
della biella, il pistone ad ogni combustione può “sfarfallare”
creando
rumore e complicando la tenuta delle fasce. Nel motore Pivotal, questo
non avviene: il pistone percorre una traiettoria perfettamente circolare
e i segmenti sono sempre perpendicolari al piano di scorrimento, il che
secondo i progettisti ne prolunga sensibilmente la vita. Inoltre, in questo
modo si riducono gli attriti, il rumore meccanico e la necessità di lubrificare
(non serve più lubrificare il mantello, basta assicurare lo scorrimento
dei segmenti), con un consumo di olio che può avvicinarsi a quello di un
4T: rapporto olio-benzina dell’ordine di 1:300, circa 8-10 volte inferiore
ad un 2T convenzionale.
Scalda meno
SCALDA MENO Il secondo vantaggio
fondamentale offerto dalla cinematica del Pivotal sta nel
raffreddamento
del pistone. Grazie al fatto che il pistone possiede un centro di rotazione,
ovvero un punto che non partecipa al movimento, diventa possibile far passare
al suo interno un circuito di raffreddamento, un vantaggio decisivo per
evitare i problemi dei pistoni classici, in cui tutto il calore dev’essere
portato via dal mantello. Questo sui motori ad alte prestazioni è ridotto,
esponendoli a pericolo di detonazione e di grippaggio legato
all’espansione
incontrollata del pistone; espansione che sul Pivotal è possibile controllare
regolandone la temperatura in modo autonomo grazie ai condotti per il liquido.
È complicato
È COMPLICATO A nostro giudizio
la meccanica del pivotal presenta anche alcuni svantaggi: i segmenti di
forma non cilindrica tendono a soffrire di usura precoce e la loro cattiva
tenuta pregiudica prestazioni, consumi e soprattutto emissioni. Nulla viene
detto anche a proposito del comportamento a lungo termine, quando anche
il vincolo supplementare (pivot) dovesse prendere un po’ di gioco. Per
quanto riguarda la riduzione degli attriti, è vero che si eliminano quelli
tra mantello e cilindro; ma le superfici in movimento relativo sono nettamente
più estese rispetto ad un 2T convenzionale, per cui non è detto che il
risultato netto sia così favorevole.
Anche il raffreddamento del pistone pone problemi di fluidodinamica legati al fatto che esso è in rapido movimento, e non fermo come le camicie dei cilindri. Infine, il cilindro curvilineo determina una (probabilmente modesta) riduzione del lavoro che è possibile raccogliere, perché parte dell’energia dei gas in espansione viene persa per riflessione contro la parete.
Su due ruote
SU DUE RUOTE Dal punto di
vista pratico, nulla si sa dell’erogazione di questo propulsore, se non
che una sua versione ha raggiunto gli 11.500 giri/min e spinto una moto
a oltre 160 km/h. Da valutare anche i costi di manutenzione, che nel 2T
classico è frequente ma semplice, anche in termini di tempo occorrente
allo smontaggio e rimontaggio del motore; nel caso del pivotal, occorre
vedere se questa caratteristica favorevole viene conservata.
Altre applicazioni
ALTRE APPLICAZIONI Le versioni
più recenti del motore Pivotal sono dotate di iniezione diretta Orbital
(l’Australia è relativamente vicina alla Nuova Zelanda), che porta
sicuramente
benefici. Con questa alimentazione, un motore a due camere da 1.100 cc
basato su carter e albero motore di un bicilindrico Rotax di 951 cc dovrebbe
arrivare, stando agli ingegneri neozelandesi, a 90 kW (122 CV) a 6.500
giri/min con questa unità, che lascerebbe sperare in 360 kW (490 CV) per
un V8 di 4.400 cc da impiegare su ultraleggeri o fuoribordo. Peso e compattezza
sono dei punti forti del Pivotal: il 2.000 a 4 camere pesa circa 65 kg:
quanto un 1.000 cc sportivo da moto, rispetto al quale ha anche misure
analoghe (400x450x580 mm) pur erogando la bellezza di 170 kW (230 CV).
Oggi sofisticato, domani competitivo
OGGI SOFOSTICATO, DOMANI COMPETITIVO
Se leggerezza e compattezza rendono il Pivotal adatto all’accoppiamento
con motori elettrici in sistemi ibridi, la riduzione del rumore meccanico
lo rende interessante per applicazioni militari, tanto più che lo si dice
adatto a bruciare combustibili alternativi (metano, etanolo, persino gasolio),
ed è stata già realizzata una versione sperimentale (come del resto tutto
il motore) a idrogeno. Questa è la strada imboccata con decisione dai
progettisti,
perché uno dei principali ostacoli all’impiego dell’idrogeno nei
motori
convenzionali è proprio il livello termico raggiunto dalla sua combustione,
che obbliga a limitare la potenza specifica. Il sistema di raffreddamento
del pistone e l’assenza di punti caldi (non ci sono valvole di scarico)
del motore Pivotal promettono di superare questo problema, e gli studi
attualmente in corso mirano proprio ad ottimizzare il motore per l’impiego
con idrogeno, in modo da renderlo competitivo con le fuel cell, che non
necessariamente sostituiranno i motori a benzina in tutte le applicazioni.
Probabilmente questo va letto anche come una parziale rinuncia dei progettisti
a sviluppare un 2T motociclistico, probabilmente a causa della generalizzata
disaffezione per il 2T.