Tecnica: inchiesta sulla diagnosi elettronica della moto e delle centraline a circuiti integrati
Eccesso elettronico
ECCESSO ELETRONICO L’elettronica è ormai un fiume in piena:
iniezione,
ABS, cambi automatici, sensori di pressione gomme, Traction Control, Drive
By Wire e chi più ne ha più ne metta. Ma siccome l’elettronica di uno
scooter Piaggio non ha nulla da dire a quella di una sportiva Honda, ognuno
bada a sé e sviluppa la propria architettura e il proprio linguaggio.
Questione di marchio
QUESTIONE DI MARCHIO La situazione comincia a diventare problematica,
specie per i meccanici che si trovano ad avere a che fare con sistemi diversi
da Casa a Casa e magari di anno in anno. Sarebbe meglio che l’elettronica
parlasse una lingua unica, ma questa lingua non interessa alle Case, che
vogliono che i clienti si rivolgano solo alla rete di assistenza ufficiale.
Gli unici che hanno cercato di mettere ordine sono i costruttori di strumenti
per la manutenzione: gli stessi fornitori di elettronica (Bosch, Magneti
Marelli, Denso) e indipendenti come Texa, l’azienda italiana che in pochi
anni con una serie di brillanti innovazioni è diventata un punto di riferimento
nella diagnostica in campo motociclistico.
Texa e l'OBD
TEXA E L’OBD Texa è il più strenuo dei
traduttori di linguaggi.
Ha sviluppato un’estesa competenza a tutto tondo sulla OBD, acronimo di
On Board Diagnostics. Il termine indica l’insieme dei sistemi e
dei programmi software attraverso i quali il veicolo dà accesso a informazioni
sulla sua “salute”.
Apparsa sulle auto USA nei primi anni ’80, è obbligatoria in Europa dal
2001. La OBD è prima di tutto uno standard: precisamente quello che sulle
moto ancora manca. Non è dunque esagerato dire che la motocicletta è 10
anni indietro all’auto, e la mancanza di una normativa precisa obbliga
i meccanici a disporre di strumenti diversi (almeno uno per Marchio trattato).
Un’automobile o una moto tendono a contenere tante centraline quanti sono
i servizi a controllo elettronico a bordo: dalla gestione motore (ECU)
all’ABS. Una moto difficilmente va oltre le 6 funzioni, quindi 6
centraline.
Connettori, Slow Code, Blink Code
CONNETTORI, SLOW CODE, BLINK CODE Al momento non esiste un protocollo
OBD in campo moto. Triumph ha deciso di utilizzare il connettore femmina
a 16 pin previsto dalla EOBD auto, ma con protocolli diversi. Aprilia,
Piaggio e Ducati proseguono con la tradizionale presa AMP a 3 vie, mentre
i giapponesi cambiano i connettori con la centralina: Kawasaki e Suzuki
hanno già cambiato connettore 2 volte negli ultimi 5 anni, e Yamaha ha
la diagnosi OBD integrata nel cruscotto.
Anche lo sviluppo non ha seguito un percorso lineare. BMW partì nel 1983
con una diagnosi ‘lenta’ (slow code): lo strumento
richiede alla
centralina di mettersi in modalità di auto-diagnosi, permette di leggere
gli errori e di cancellarli una volta che il problema sia stato risolto.
Questa modalità è stata mantenuta fino al 1999: per quanto semplice, era
già più evoluta della diagnosi blink code su cui i giapponesi hanno
prevalentemente fatto affidamento fino più o meno al 2003. Qui la centralina,
sollecitata dallo strumento, lampeggia in una specie di codice Morse in
cui i lampeggi lunghi corrispondono alle decine e quelli corti alle unità.
Diagnosi seriale
DIAGNOSI SERIALE Tra il 1999 (BMW) e il 2003 (Kawasaki, Suzuki) si
è diffusa una tipologia di diagnosi più moderna, la diagnosi seriale.
In questo caso tra centralina e strumento si instaura una vera e propria
comunicazione bidirezionale in tempo reale e la centralina diventa un libro
da sfogliare, anche molto nel dettaglio. Questa è attualmente la massima
espressione dell’autodiagnosi, e generalmente ha alcune funzioni e una
struttura generale comuni alle diverse centraline.
Ma per quanto evoluta sia la diagnosi, niente può sostituire la sensibilità
del meccanico: a patto che conosca bene il funzionamento sia della centralina,
sia dello strumento, per comprenderne i limiti. Tanto che sia le Case sia
chi si occupa di elettronica organizzano corsi avanzati per meccanici.
La situazione resta intricata, ma gli strumenti si stanno evolvendo e un
grande contributo è venuto proprio da Texa, il cui successo è dipeso anche
dalla sua filosofia mirata a semplificare la vita a meccanici poco pratici
di circuiti stampati e mappature.
Gli strumenti multimarca
GLI STRUMENTI MULTIMARCA Fermo restando che un concessionario ufficiale
non può fare a meno dello strumento della Casa, si pone il problema della
sopravvivenza del meccanico generico, il classico “santone” in grado
di mettere le mani su moto di tutte le marche. Ma che sempre più difficilmente
potrà investire il tempo e il denaro necessari acquistare e imparare a
usare un gran numero di sistemi di diagnosi. Per questo sono nati gli strumenti
multimarca, in grado di tradurre e unificare i diversi linguaggi e interfacce.
Un buono strumento multimarca copre oggi oltre l’80% del mercato e
permette
di offrire un servizio di assistenza paragonabile a quello della rete ufficiale.
Anche questi strumenti, comunque, tendono a diventare sempre più complessi
per adeguarsi alla complessità dell’elettronica moto. Fino a questo
momento
si sono utilizzati metodi di ricerca a cascata, oltre all’assistenza da
parte di call center.
Scambio informazioni via web
SCAMBIO INFORMAZIONI VIA WEB
Alla Texa hanno compiuto un passo che potrebbe prefigurare la
soluzione definitiva al problema, introducendo il moderno concetto della
condivisione in rete dell’esperienza. Ciò ha impresso
un’accelerazione
impressionante alla velocità di soluzione dei problemi: dall’Inghilterra
arriveranno moltissimi dati sulle avarie delle Triumph, mentre un meccanico
cecoslovacco alle prese con una Vespa avrà accesso alla sterminata esperienza
dei colleghi italiani. Questo per la raccolta di informazioni.
Per la ricerca, Texa si è rivolta a chi possedeva la miglior tecnologia: Google. Dal matrimonio tra Google e Texa è nata un’immensa banca dati consultabile da qualunque officina. Il meccanico, con una semplice ricerca Google nella banca dati Texa, trova le risposte più pertinenti (con tanto di illustrazioni) anche quando la domanda è formulata in modo impreciso. La banca dati è centrale, per cui lo strumento di consultazione, che è solo un terminale, può essere miniaturizzato: l’Axone è grande quanto un palmare.
Controllo remoto
CONTROLLO REMOTO Non è tutto.
Entro pochi anni arriverà un sistema di gestione dell’elettronica a
distanza. A questa frontiera stanno arrivando colossi come BMW e Toyota,
ma i più avanti sono ancora una volta gli italiani di Texa, con il TMD
(Texa Mobile Diagnostic). Grazie ai ricevitori GPS e GPRS, il TMD
consentirà al meccanico di fare la diagnosi da remoto, addirittura con
il veicolo in movimento. A quel punto portare la moto in officina diventerà
sempre meno necessario. Anche la moto andrà insomma in rete.