05 October 2008

A Magny Cours Troy Bayliss conquista il terzo titolo mondiale Superbike e si ritira

Bayliss firma il suo terzo titolo mondiale. Per l’occasione, il team di Borgo Panigale, che se l’aspettava, prepara uno show: maglietta rosso Ducati con scritta “3mendo”. Mai ci fu definizione più appropriata, visto che l’australiano aveva mandato in fumo il titolo iridato, per cercare la vittoria a Vallelunga. In Gara1 si accontenta, arriva terzo e guadagna il Mondiale, poi vince Gara2 per festeggiarlo.

Gara 1





Magny Cours (FRANCIA) 5 ottobre 2008 - GARA 1
FINE CARRIERA Nel parco chiuso si sente: “Adesso sei tutto mio”. A parlare è la moglie di Troy Bayliss. La signora festeggia la fine della carriera del marito con il terzo titolo iridato. Ora i coniugi Bayliss potranno tornare in Australia, con figlio a seguito, dopo molti anni di residenza a Montecarlo e domicilio nei box delle gare di tutto il mondo. Si vede la lacrimuccia scendere sul volto dei tecnici del campione australiano, che invece sorride. Dopo qualche istante di commozione, parla anche Davide Tardozzi, direttore sportivo del team Ducati Superbike: “Troy è Troy e non c’è nessun altro uguale”. Lo sanno bene tutti i membri della squadra di Borgo Panigale, che non potranno mai dimenticare i tanti successi sportivi ed il grande spettacolo, regalati da Bayliss, con la sua carriera da veterano. Il Mondiale numero tre dell’australiano è arrivato grazie al calcolo matematico: la terza posizione in Gara 1. La matematica è costata una fortuna a Troy: lui non era tipo da accontentarsi di una posizione arretrata, per salvare punti e classifica, ma doveva farlo per forza, visto il precedente di Vallelunga. Troppo rischioso forzare per cercare di vincere, meglio mettere in banca il titolo iridato e rimandare lo show a Gara 2. Dice Bayliss: “Ora che mi sono levato il pensiero del Mondiale, posso pensare a divertirmi in Gara 2”. Troy vince la stagione Superbike 2008, con 385 punti, staccando di 80 Noriyuki Haga (fermo a quota 305), quando ne rimangono solo 75 da assegnare, fra Gara 2 e il successivo appuntamento di Portiamo.

LA CORSA
Se non ci fosse stato il titolo in ballo, per Troy sarebbe stata una gara come tante altre. Bayliss è primo subito dopo la partenza. Poco dopo si trova in bagarre con Noriyuki Haga. Il giapponese pressa e l’australiano cede, lasciandoli la posizione di testa. Da dietro arriva Carlos Checa (Honda Ten Kate), che è minaccioso per qualche giro, con tempi record, ma poi rallenta a causa della gomma intermedia, adatta a fare qualche giro veloce, ma non competitiva fino all’ultimo. Negli ultimi giri l’australiano della Ducati si trova a fare i conti con Fonsi Nieto (Suzuki Alstare). Bayliss resiste ancora un po’. Poi, per evitare pasticci e in ottica Mondiale, Troy non delude Tardozzi, lascia la seconda posizione a Nieto e firma il titolo iridato.

Gara 2





GARA 2 – COLPO GROSSO
Troy Bayliss mantiene la sua promessa: spinge forte in Gara 2 e vince il secondo round, nello stesso giorno in cui è stato incoronato campione del mondo. L’“effetto Troy” arriva solo agli ultimi giri, perché fino poco prima i giochi sembrano quasi fatti: Noriyuki Haga è in testa, Bayliss è secondo e alle sue spalle Troy Corser è pronto ad attaccare. Incastrato fra le due Yamaha l’australiano della Ducati è costante nell’aprire il gas, ma patisce, perché la moto di Nitronori ha più accelerazione in uscita di curva e sembra imprendibile. Byliss non demorde: inasprisce la battaglia passando due volte il giapponese, che però sfrutta bene la risposta pronta della tre diapason all’apertura del gas, si inserisce e ritorna subito in testa. Troy è un osso duro, continua a spingere, attacca al penultimo giro, quando le gomme di Haga fanno cilecca e Noriyuki non controlla perfettamente il posteriore. Nel duello è Bayliss ad avere la meglio: svernicia Haga nell’ultima parte, la più tortuosa, della pista e si aggiudica la vittoria di Gara 2.

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