Epoca: Cagiva Alazzurra 350/650
Come nasce
COME NASCE L’1 giugno 1983 Ducati e Cagiva si accordano per
produrre
una moto semicarenata sportiva. la base di partenza è il deludente modello
Ducati TL 350-600 in vendita dal 1982, con risultati commerciali disastrosi,
rivisitato nell'estetica e nella componentistica. Cagiva vive un momento
d’oro. Ducati, invece, è in forte crisi, ma dispone del legendario
bicilindrico
a L, con cui è equipaggiata la serie Pantah, nelle cilindrate 350, 500
e 600 cc. L’accordo comporta la sospensione della produzione di moto
Ducati
in favore di quella dei motori che saranno dati in esclusiva alla Cagiva.
I propulsori, manterranno, comunque, il marchio bolognese sui copricarter.
Nel 1984 i fratelli Castiglioni acquistano la Ducati e la produzione di
moto riprende. La motocicletta nata con l’accordo dell’83 è
l’Alazzurra,
proposta nelle cilindrate di 350 e 650 cc e presentata al Salone di Milano.
Come è fatta
COME È FATTA L’Alazzurra
ha le caratteristiche di una Ducati, ma è nettamente migliore per cura
costruttiva: sono stati eliminati i tanti difetti della produzione bolognese.
La nuova nata di Schiranna deriva dalla Ducati TL 350-600 del 1982, che,
a sua vola, era una versione turistica della Pantah, adattata con il cupolino
e la sella a due posti. Il tentativo di rivestire la TL da GT non ha successo,
mentre l’Alazzurra piace, perché ha un cupolino filante, simile a quello
della Patntah, con le semicarenature tagliate all’altezza del serbatoio,
per lasciare in vista il motore Ducati: il primordio di un’odierna
sport-tourer.
L’Alazzurra entusiasma gli appassionati di moto italiane, perché le
dotazioni,
come il quadro strumenti, sono molto vicine a quelle delle giapponesi.
Oltre ai dettagli curati la nuova Cagiva ha l’inclinazione del cannotto
di sterzo ridotta di mezzo grado per cercare maggior agilità, motore addolcito
nell’erogazione e con una rapportatura meno distesa, sospensioni con
maggior
escursione. Sono interventi con cui si cerca di rendere la moto più affidabile,
ma che pagano risorse economiche limitate.
Come va
COME VA Le modifiche alla meccanica rendono l’erogazione più
dolce
e quindi più gestibile, ma causano la perdita delle prestazioni rispetto
agli analoghi modelli Ducati: 4,4 CV in meno per la 350 cc, 6,1 CV in meno
per l’Alazzurra più grande che ha il motore portato da 583 a 649,5 cc.
A discapito delle novità tecniche introdotte sull’Alazzurra, la moto ha
alcuni difetti: lo sterzo è sempre scarso, la frizione (con il comando
idraulico sulla 650) è dura da azionare e poco modulabile, i comandi elettrici
funzionano male. La 350 è un po’ meglio, perché più affidabile. La 650,
invece, produce vibrazioni che tranciano il tubo di supporto (poi modificato)
del cupolino. Tutte e due le versioni hanno problemi di elettronica e una
carburazione difficile da mettere a punto, oltre che difetti di fabbrica:
centraline elettriche e tenditori di catena si rompono. I motori perdono
grinta rispetto al passato, soprattutto quello della 650 che ha solo 46
CV alla ruota. La produzione dell’Alazzurra termina nel 1986 con il
tentativo,
fallito, di trasformarla in una turistica con carenature integrali.
L’unico
vero successo nella storia di questa Cagiva si registra nel 1985, quando
è già sul mercato da poco meno di un anno ed è apprezzata per ciclistica
e meccanica fini.
Il servizio completo su Motociclismo d'Epoca di ottobre.