06 February 2008

CBR1000RR FireBlade 2008

Potenza allo stato puro. Rende in pista, ottima su strada, moto per esperti.

Approccio in pista




Semaforo verde, pronti via. La CBR ci accompagna tra i cordoli con l’agilità di una bicicletta. E’ super reattiva in inserimento così come nelle variazioni di inclinazione. La sensazione di essere su una piccola 600 è immediata e sottolineata anche da sovrastrutture minute: il cupolino è stretto e basso e il codino molto piccolo e sfuggente. Mentre le gomme si scaldano esploriamo la prima metà del contagiri: fino a 4.500 giri la potenza disponibile è solo discreta, ma oltre questo regime la Fireblade sfodera dei “medi” veramente sostanziosi.

Onboard camera

Ergonomia e potenza





La posizione di guida si sposa bene anche a piloti di stature differenti: la triangolazione sella-semimanubri-pedane è caratterizzata da misure piuttosto abbondanti, e la conformazione del serbatoio non intralcia nei movimenti in sella. Il busto non risulta eccessivamente inclinato, consente al pilota di non affaticare troppo polsi e braccia su strada e, contemporaneamente, di caricare a piacimento l’avantreno in pista. Le gomme, ormai calde, ci invitano ad osare. Ci lanciamo a gas spalancato sul rettilineo di partenza, accucciati dietro il piccolo cupolino. E’ sufficiente un minimo “scollino” perchè la ruota anteriore decolli in terza marcia, nonostante gli sforzi di caricare l’avantreno. Una piccola sbacchettata, smorzata in pochi istanti dal nuovo ammortizzatore di sterzo elettronico non regolabile, ci avvisa che la ruota ha riperso contatto con l’asfalto. Insistiamo col gas fino al limitatore, posto a circa 13.200 giri. La zona alta del contagiri svela un propulsore fluido, vigoroso (+13 CV rispetto alla precedente versione) e quasi del tutto privo di vibrazioni.

Inserimento in curva





La prima curva si avvicina rapidamente. Due dita “aggrediscono” la leva del freno anteriore (regolabile), che dopo poche staccate intense risulta un po’ spugnosa e con una lieve tendenza ad allungare la corsa. La decelerazione ottenuta è notevole e ben modulabile, correttamente assistita da una forcella scorrevole e con una taratura abbastanza sostenuta. Scaliamo rapidamente tre marce, contando su una frizione morbida e molto modulabile (non regolabile la leva) e su di un cambio preciso negli innesti anche se non morbidissimo. La ruota posteriore innesca un serpeggiamento che, pur non scomponendo la moto, ci disturba un pochino in fase di ingresso. In nostro aiuto intervengono la frizione antisaltellamento, ben tarata, e il freno posteriore. Quest’ultimo è molto modulabile e aiuta a chiudere le traiettorie con efficacia. Percorriamo la prima curva a circa 110 km/h, rassicurati da stabilità e precisione di sterzo buone anche alle massime inclinazioni. Accelerando in uscita, ci troviamo a fare i conti con le coperture di serie (Bridgestone BT-015) che, soprattutto al posteriore, scivolano avvertibilmente dopo alcuni giri “tirati”. A farne le spese è la stabilità della moto, compromessa da perdite di trazione che provocano anche qualche sbacchettata.

Cambi di direzione





Un cambio di direzione repentino ci svela una Fireblade rapida ma non quanto la velocità di inserimento avrebbe lasciato immaginare. Proiettati nel curvone più veloce del tracciato raggiungiamo i 210 km/h col ginocchio che accarezza l’asfalto. A questa velocità la Honda rimane stabile ma l’avantreno non trasmette la stessa sensazione di sicurezza in percorrenza delle migliori avversarie. Insomma, il verdetto della pista racconta di una CBR1000RR gran dispensatrice di emozioni, molto più efficace della precedente, che ha però lasciato per strada quella facilità di guida che la rendeva sfruttabile anche dai meno esperti.

Su strada





Su strada la Fireblade ci regala una guida facile e briosa sia nel misto stretto che su strade più veloci. Come in circuito, stupisce per la rapidità in inserimento e per la sensazione di leggerezza da moto di cilindrata minore. Ovviamente un po’ in affanno in pista, le coperture di serie si dimostrano invece perfette per l’uso quotidiano. Le sospensioni copiano con precisione anche le sconnessioni pronunciate e il motore ha quello che serve (e molto di più) in ogni situazione.

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