BMW HP2 Megamoto

Guida intuitiva e coinvolgente, poca ellettronica e tanto motore.

Megamoto




BMW MEGAMOTO
è la nuova fun bike della Casa di Monaco. Fa parte della speciale gamma HP2, ma rispetto all’enduro in versione motard che l’ha generata c’è un abisso in termini di efficacia di guida su strada. Si tratta di una moto completamente nuova, concepita per il massimo divertimento, rifinita con grande cura, ma allo stesso tempo spogliata di tutto quello che non serve davvero per guidare.  Il motore è un bicilindrico boxer da 1200 cc. Nell’era degli ABS, dei controlli di trazione, dei ride-by wire, c’è ancora spazio per l’essenza e l’essenziale: l’elettronica qui è nella centralina che comanda iniezione e accensione, dialogando con la sonda Lambda per rispettare la Euro 3 e da nessun altra parte. La postura è rilassata, l’alta sella è distante dalle pedane e il largo manubrio ha una piega ribassata rispetto alla HP2 Enduro. Resta però lontano dalla seduta e questo limita la sensazione di trovarsi su di una vera motard. Easagerata nella guida, lo è anche nel costo: 18.500 euro.

Come è fatta





CICLISTICA
rassicurante, con una forcella Marzocchi a steli rovesciati da 45 mm (e riporto superficiale duro sugli steli), un monoammortizzatore Ohlins e soprattutto un interasse importante (1.615 mm). L’agilità è stata ricercata con un avantreno “svelto”, che rende i cambi di direzione rapidi e intuitivi, senza tuttavia accennare minimamente al sottosterzo nelle svolte più strette.

Come va





COME VA
Il cuore di questa Megamoto è una via di mezzo tra il boxer della S e quello GS: fluidità ai bassi, coppia strabordante fin dai 3.500 giri e un allungo cattivo, da sportiva di razza. Tanto per intenderci, per schiena di coppia e progressione i bicilindrici di Ducati Hypermotard 1100 e KTM 950 Supermoto sono un gradino sotto, se non due. Il vantaggio di centimetri cubi aiuta di certo e questa HP2 lo sfrutta al meglio. Riesce ad essere elettrico in basso, dove serve, e molto vigoroso in alto, dove diverte: il tutto con una notevole rapidità a prendere giri, come se fossero state ridotte al suo interno le masse degli organi in movimento. Cambio e frizione lavorano egregiamente: ben spaziato il primo e dagli innesti precisi, modulabile la seconda, anche se dopo un uso intenso, o poco riguardoso, tende a surriscaldare perdendo funzionalità. Il cardano è rumoroso e limita non poco la possibilità di adottare una guida “sporca”, perciò la Megamoto va guidata mantenendo la ruota davanti in linea con quella dietro, come su una qualunque stradale, perché la guida da supermotard non rientra nel suo DNA. Quando il motore supera quota 5.500 giri, la spinta da piena e corposa diventa davvero cattiva. Da vera sportiva è anche l’impianto frenante, con doppio disco da 320 mm all’anteriore, capace di esprimere potenza e modulabilità ad altissimi livelli.

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