Special: H-D Rodder by Harley-Davidson Portofino, su base Softail Heritage Springer
Originali dentro e fuori
Sestri Levante (GENOVA) 19 settembre 2008 – ORIGINALI
DENTRO E
FUORI È proprio vero che la customizzazione è un’arte che
permette
di soddisfare le proprie voglie. La moto che vedete nelle foto è una
Harley-Davidson
Softail Heritage Springer del 2002 interamente trasformata dal concessionario
“Harley-Davidson Portofino” (www.harley-davidson-portofino.com)
di Sestri Levante, su indicazione del proprietario, il signor Hermano,
un genovese con origini sudamericane che vive nella cittadina ligure e
ha voluto qualcosa di più per la sua “ragazza americana”. A
soddisfare
le voglie dell’Harleysta è stata la squadra di Marco Ivaldi, il titolare
del concessionario che ha insistito perché i suoi meccanici realizzassero
i marchingegni più originali per far funzionare quello che la fantasia
di Hermano aveva concepito e trasferito qua e là su foglietti di carta.
Meccanica artigianale
MECCANICA ARTIGIANALE Tutto personalizzato, dunque, a cominciare dal
particolarissmo cambio a leva che permette al pilota di azionare frizione
e marce contemporaneamente: si tira verso l’alto per staccare la frizione
e si spinge avanti e indietro per selezionare i rapporti, come si fa con
un cambio sequenziale tradizionale. Questo dispositivo di selezione delle
marce non esclude comunque la frizione e il cambio a pedale di serie, che
continuano a funzionare, ma è in grado di fare il loro stesso lavoro. La
struttura è stata costruita con una serie di parallelogrammi in acciaio
inox (vedi foto nella gallery) che fanno lavorare in sincrono i cavi della
leva al manubrio della frizione e la leva del cambio creata con la
customizzazione
e posizionata di fianco alla sella, a sua volta collegata al pedale del
cambio tramite braccetti in acciaio.
Ma le particolarità della moto ed il lavoro dell’officina di Ivaldi non
si limitano alla cambiata fuori dagli schemi classici: vanno oltre con
il disco del freno posteriore integrato nella puleggia della trasmissione
finale. È stato ricavato da un kit pinza e disco della Muller creato per
una H-D 1.340 e fresato per adattarsi alla 1.450, per la quale non esisteva
come soluzione aftermarket. Il montaggio del disco freno sulla puleggia
è stato scelto per poter utilizzare un gommone posteriore da 200 su cerchio
Softail STD, che a sua volta ha richiesto una modifica della flangia destra
di supporto del disco. “Poiché non si trovava una soluzione nei ricambi
in commercio – racconta Marco Ivaldi – siamo andati fino a La
Spezia,
dove vengono demolite le navi della Marina Militare e abbiamo recuperato
l’ogiva di un vecchio siluro, dal cui cono abbiamo poi ricavato la
flangia,
con un lavoro di tornitura”.
Oltre alla ruota posteriore cambiano anche il supporto del parafango davanti,
che ora è in alluminio ricavato dal pieno, ed il cerchio anteriore, “preso
in prestito” da una Road King. Il parafango posteriore è un aftermarket
della Ricks, che è stato ribatutto per adattarlo al telaio Softail. La
strumentazione è di una Sportster ed è stata montata sul manubrio. Anche
il serbatoio viene da una Sportster.
Modifiche al prorpulsore
MODIFICHE AL PRORPULSORE Il V-Twin Harley è stato rivisto con alberi
a camme Screamin’ Eagle (per rendere il motore più brillante: a Hermano
piace fare qualche “sparata”), carburatore Mikuni da 42 mm, messa in
moto a pedale, teste Nostalgic. Gli scarichi sono quelli di una Fat Boy
(un 2 in 1, a cui è stato levato il compensatore, per trasformarli in 2
in 2). La trasmissione primaria a cinghia esterna è un aftermarket della
Primo, mentre la cinghia della secondaria è stata cambiata con una più
sottile per permettere di montare la puleggia con disco freno.
Storia
STORIA Marco Ivaldi racconta come i tanti pezzettini di carta si siano
trasformati in realtà: “ Nel corso degli anni questa Springer è stata
sottoposta a innumerevoli interventi pensati e, a volte, trascritti dal
proprietario su un tovagliolo mangiando una pizza in nostra compagnia,
puntualmente realizzati dai meccanici di H-D Portofino. La maggior parte
delle modifiche sono state fatte con accessori o ricambi non specifici
per questa moto opportunamente adattate con supporti creati ad hoc. La
particolarità maggiore di questa Special è il sistema del cambio marcia:
Hermano voleva trasformare il cambio da pedale a leva, ma voleva mantenere
anche la funzionalità originale. Altra pizza ed altri tovaglioli scarabocchiati
da lui, qualche birra per convincere i meccanici a realizzare quello strano
marchingegno ed eccoci di nuovo al lavoro sulla moto. Ora Hermano può decidere
se cambiare in modo anticonvenzionale utilizzando unicamente la leva da
noi realizzata o inserire i rapporti con il sistema più tradizionale di
leva e pedale. Ne è nata una moto particolare non etichettabile con nessuna
categoria (custom, bobber, ecc) dall’aspetto rètro ma con particolari
che la rendono anche facilmente guidabile, paragonabile alle auto Americane
Hot Rod, massiccia e pratica, affidabile e quasi turistica. Hermano ha
già percorso 40.000 km con la moto così modificata. Se si volesse proprio
inventare una categoria io direi Rodder”.