17 September 2008

Prove tecniche in pista: sul tracciato di Franciacorta alla frusta la forcella MonoSpring

Se al posteriore trionfa il monoammortizzatore, anche all’anteriore gli esperimenti si moltiplicano. Dopo il Telelever di BMW e i sistemi monobraccio di Bimota e Vyrus, la forcella MonoSpring promette di dar filo da torcere alla forcella tradizionale, come ha mostrato già nella prima uscita in pista, a Franciacorta, successivamente ad un test già promettente fatto sul circuito Pirelli.

Secondo test MonoSpring





SECONDO TEST MONOSPRING
Avevamo vista per la prima volta la forcella MonoSpring in uno stand un po’ nascosto, al Salone di Milano del 2007. L’abbiamo subito messa alla prova sul circuito Pirelli a dicembre (Motociclismo 01-2008). La forcella MonoSpring, la ragazzina terribile che ambisce nientemeno che a prendere il posto dell’arzilla signora forcella, di anni settanta era ancora veramente un po’ troppo giovane. Scorrevolissima, sì, e molto confortevole; ma non ben accordata con l’idraulica, troppo sfrenata nel primo e ultimo tratto di corsa con movimenti un po’ troppo rapidi per il pilota. Ma la ragazza, la MonoSpring, prometteva bene. L’abbiamo testata per la seconda volta a Franciacorta, per fare le cose un po’più sul serio. La pista Pirelli va bene per i test strumentali e per farsi un’idea del progetto (valutare il sostegno in staccata, il comportamento sul pavé) ma per prendere il polso ad una forcella così particolare e confrontarla con una più usuale non c’è niente di meglio che una sessione in pista, anche se fatta con la Suzuki GSR con gommatura di serie. La MonoSpring in realtà ha due termini di paragone: da un lato la forcella a steli tradizionali della GSR, rispetto alla quale condivide la costruzione e l’idraulica; dall’altro una forcella a steli rovesciati equivalente. La MonoSpring ha come obiettivo di coniugare i vantaggi delle due, andando possibilmente oltre e la sua configurazione, apparentemente così semplice, porta con sé una serie di vantaggi che non ha lasciato indifferenti gli esperti del settore.

Pregi della MonoSpring






PREGI DELLA MONOSPRING
Messa alla frusta dai nostri tester le MonoSpring si è comportata egregiamente. Davvero un’altra cosa rispetto alla prima uscita, nella quale ci era parsa equivalente alla forcella di serie, con un plus alla sola voce comfort. Ora invece è diventata nettamente preferibile; probabilmente anche il mono le dava una mano: sulla GSR equipaggiata con la MonoSpring anche l’ammortizzatore posteriore (FG aftermarket) era un po' più curato: migliore di quello di produzione per quanto non particolarmente raffinato. Ci ha comunque impressionato la capacità di gestire l’affondamento fino a tre quarti della corsa. Il comportamento è molto lineare, prevedibile: fa pensare a una forcella di serie con un’idraulica perfettamente regolata. In frenata la MonoSpring trasmette più fiducia, più sensazione di prevedibilità. Quando si rilascia il freno l’avantreno risale al livello che ci si aspetta, mentre la forcella di serie ha bisogno di un momento in più per ritrovare il suo equilibrio. C’è complessivamente più fiducia, e rispetto alla moto in configurazione standard la velocità massima cresce consistentemente di 5 km/h e il tempo scende subito da 1 a 1,3 secondi rispetto alla configurazione standard.  

Difetti della MonoSpring





DIFETTI DELLA MONOSPRING
Abbiamo anche stavolta provato una molla “racing”, più rigida, che però anche questa volta ci è piaciuta di meno: dà qualcosa in più a livello di sostegno nell’ultimo quarto, ma assorbe meno bene le irregolarità in ingresso curva, facendo saltellare la ruota. È come se fosse troppo rigida – pur non essendolo. Si migliora solo nelle staccate più violente, ma a prezzo di un po’ di confidenza e prevedibilità, che sono sicuramente le caratteristiche migliori della MonoSpring. Alexander Hohenegger, l’ideatore, ha del resto puntato proprio all’aumento di sensibilità, che ritiene un’arma altrettanto forte della potenza. Anche la molla di base lascia a dire il vero ancora qualche perplessità sulla molla: la moto di serie affonda molto rapidamente, poi però cerca di sostenere. Questa tiene molto meglio, ma si perde nell’ultimo quarto di corsa, dove si ha l’impressione che si arrivi a tampone e che lavori solo la gomma, specialmente nelle frenate secche. Ma probabilmente basta lavorare sul livello dell’olio, e comunque stiamo parlando di una forcella non specialistica, adatta a una naked di serie.

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