11 September 2008

Michelin ci riprova a Indianapolis, ma le premesse non sono buone

La Casa francese ha brutti precedenti negli States. Uno è l’incidente di Ralf Schumacher (BMW Williams) nel GP F1 di Indianapolis del 2005, causato dalle gomme che vibravano e si deterioravano. L’altro è stato in MotoGP U.S.A. 2008, dove i piloti Michelin erano scontenti. Dice Webber “Come tracciato, Indy è molto atipica e più complessa per le moto di quanto ci aspettassimo”.

Strategia difficile



MILANO 11 settembre 2008
STRATEGIA DIFFICILE Si avvicina il Gran Premio Red Bull di Indianapolis e la Michelin è alla ricerca di una strategia, che sembra complessa da trovare, per le MotoGP. Un vero rischio per l’immagine del gommista transalpino, già fortemente in crisi per il passaggio di Daniel Pedrosa (Honda HRC) al collega giapponese Bridegestone e segnato da pessimi precedenti, difficili da cancellare dalla storia sportiva.

GIUSTIFICAZIONE
Le premesse per il ritorno in America non sono buone, come ammette lo stesso Jean-Phillipe Weber, direttore delle corse motociclistiche di Michelin: “Come tracciato di MotoGP, la pista di Indianapolis è molto atipica e molto più complessa di quanto ci aspettassimo. La curva uno, veloce e verso sinistra, non ha molto grip; per questo dopo i test di luglio c'è stata una discussione su un possibile rifacimento della superficie lì. Ad ogni modo, non è stato cambiato nulla. Dal punto di vista delle gomme la situazione è delicata perché ci sono curve molto lente, poi una tripla a sinistra alla fine, quando hai bisogno di una buona trazione, ed in oltre due o tre differenti livelli di grip durante il giro. L'anteriore deve necessariamente fornire stabilità nella frenata della prima curva a sinistra, ma deve anche essere performante a livello di manovrabilità. Riguardo il retrotreno poi, la trazione è il punto fondamentale”.

Il tracciato per la MotoGP




Tracciato MotoGP

CIRCUITO
Il tracciato dedicato alla MotoGP utilizza solo una parte della pista dell'Indianapolis Motor Speedway, in particolare una buona sezione del rettilineo del traguardo e una parte della curva Sud Est dell'ovale, che, invece, nella F1 è utilizzata completamente, con velocità di punta straordinarie. Rispetto alla F1 la MotoGP correrà in senso antiorario. Ne deriva un circuito più guidato, anche se con curve brevi, e la soluzione prevista da Michelin: “All'inizio pensavo di usare componenti morbide perchè non è una pista veloce con curve molto lunghe, ma alla fine porteremo componenti medie e medio dure. Durante i test faceva davvero caldo, con più di 50 gradi sulla pista, ma ci aspettiamo un clima molto meno duro”.





















Tracciato F1

I pessimi precedenti


I PESSIMI PRECEDENDTI Nell’edizione del 2005 del Mondiale di Formula 1 (anno del primo titolo conquistato dalla Renault) gli spettatori hanno assistito ad un assurdo ritiro di tutte le monoposto gommate Michelin (tra cui proprio le Renault di Fernando Alonso e Giancarlo Fisichella, oltre che la Williams di Ralf Schumacher che ebbe l'incidente peggiore alla sopraelevata). Pare che gli pneumatici francesi non fossero in grado di resistere alle condizioni fisiche a cui erano sottoposti con le velocità di punta altissime raggiunte sul circuito di Indy. Durante il warm up, specialmente sulla curva sopraelevata, le Michelin vibravano e si deterioravano in modo anomalo, rischiando di esplodere e causare quindi incidenti pericolosi. La gara si fece solamente con le vetture gommate Bridgestone e vinse la Ferrari di Michael Schumacher davanti al compagno di team Barrichello, terza e quarta le Jordan davanti alle due Minardi. L’accaduto scatenò la furia di Flavio Briatore, team manager della scuderia Reanult: “Una gara solo per i piloti gommati Bridgestone è una presa in giro”. Fu la goccia che fece traboccare il vaso e portò all’adozione della monogomma fornita dal costruttore giapponese. Soluzione che potrebbe essere preso adottata anche in MotoGP, categoria dove la Casa francese sul suolo statunitense ha scontentato i team clienti già una volta: pessimi piazzamenti nel GP degli U.S.A, per colpa delle gomme messe in crisi dal clima caldissimo non previsto.

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