Sahenton, capotecnico di Capirossi: “Spies grande sviluppatore, ma Suzuki ha problemi di elettronica”
Task force
MILANO 10 settembre 2008 - TASK FORCE In un’intervista rilasciata
al mensile americano Cycle World, Stuart Sahenton, il capotecnico di Loris
Capirossi, spiega come si è preparato il Team Suzuki Rizla, per correre
al Gran Premio di Indianapolis e quali sono le principali difficoltà nello
sviluppo della GSV-R.
“Nelle prime prove sul circuito americano abbiamo ci siamo organizzati
con una struttura più completa che in altri test, perché era fondamentale
trovare dei riferimenti tramite sensazioni come quelli che si hanno in
una gara. Perciò il team non era ridotto all’osso, ma era al completo.
Così tutti hanno potuto dire la loro, perché era necessario essere sicuri
che le regolazioni e le gomme fossero quelle giuste per la corsa - di domenica
14 n.d.r. -. Quando si torna su un circuito, non c’è più il tempo per
fare grandi test”.
Sorpresa
SORPRESA Sahenton dice che “Quando abbiamo organizzato la
partenza
per i test di Indianapolis non sapevamo che Ben Spies avrebbe corso a Donington,
perciò avevamo programmato di girare in pista con il nostro collaudatore
Nobuatsu Aoki. L’arrivo di Ben si è rivelata quasi una sorpresa. Nobu
di mattina ha fatto solo lo shakedown – il test di affidabilità della
moto n.d.r – per vedere se ci fosse qualcosa che non funzionava.
Fortunatamente
ha avuto poco da lavorare”. Questo lascerebbe intendere che la Suzuki
sta facendo progressi con il motore della GSV-R, al contrario della Kawasaki
che ha dovuto rinviare l’adozione dello screamer (il motore con gli scopi
regolari), perché nei test non si era rivelato affidabile. Secondo Stuart:
“Ben Spise è un pilota sottile e anche un po’ prepotente nelle sue
osservazioni,
ma ci fa comodo perché riesce a ricavare – sembrerebbe con maggiore
consistenza
rispetto al collaudatore n.d.r. – tutte le informazioni più rilevanti
per il nostro sviluppo. L’esperienza di Donington gli ha dato anche in
po’ di vantaggio. Ha guidato la moto sull’asciutto, sul bagnato e in
gara”.
Difficoltà
DIFFICOLTÀ La messa a punto della Suzuki GSV-R procede bene dal punto
di vista ciclistico e meccanico, ma ci sono ancora grossi problemi con
l’elettronica Mitsubishi, come specifica Sahenton:
“L’elettronica è
un settore della moto che cambia di settimana in settimana, sia che si
tratti di un aggiornamento del software, sia di modifiche nella strategia
– intende nelle curve assegnate alle mappature n.d.r. -. È un’area
che
ancora non funziona. Non siamo fermi. Il lavoro procede tutti i giorni,
ma ancora il sistema non sta in piedi: penso che su quel reparto dobbiamo
continuare a mettere mano. A Indianapolis abbiamo fatto progressi per il
tracciato, ma si può fare di meglio”. Il problema principale è questo:
“In MotoGP lo sviluppo è costante. I progettisti trovano sempre nuovi
metodi di lavoro, ma si fa fatica a stare dietro al progresso: perché,
quando si raggiunge un buon punto per far funzionare le cose, c’è subito
una nuova tecnologia, in grado di migliorare le precedenti “. Si parla
prevalentemente di elettronica. Aggiunge Sahenton: “C’è di buono che
dalla Casa madre in Giappone ci hanno aumentato il budget, che non è illimitato,
ma non è nemmeno male per fare i nostri test”. Spesso un limite nello
sviluppo sono i limiti di costi assegnati dalla Casa Madre ai Reparti Corse,
ma Suzuki sembra non risentirne in modo eccessivo.