31 July 2008

D Day: Motociclismo mette a confronto i designer. Ecco le foto e il racconto della giornata

D Day: come il giorno del design. Abbiamo invitato i più noti designers a fare un giro in moto con noi, a Como, e li abbiamo anche messi a disegnare, per un’iniziativa benefica. Hanno partecipato: M. Galluzzi (Aprilia), C. Solsona (Benelli), B. Groesbeek (Ducati), G. Marasco (Honda), R. Frascoli (Morini – Marabese Design), F. Orlandi (MV Agusta), E. Borghesan (Bimota) e G. Kiska (KTM).

D Day





MILANO 29 luglio 2008
D DAY Nella sede di Motociclismo, si sono riuniti i più importati disegnatori di moto, in occasione del D Day. Li abbiamo invitati perché volevamo capire qualcosa di più sul design e per farlo ci siamo inventati il D Day: un giro con loro e le loro moto sulle strade del lago di Como. Ci siamo fatti così un’idea della loro visione della Motocicletta, ma l’iniziativa non si è limitata al semplice tour: abbiamo messo i designers seduti davanti ad un tavolo, dandogli fogli e matite chiedendogli di esprimere alcune idee, per carpirgli i segreti di come nasce una moto o uno scooter. Metteremo, poi, i bozzetti all’asta al Salone di Milano di novembre e devolveremo il ricavato in beneficenza. Questo è stato il primo D Day, ma sicuramente ne organizzeremo un altro l’anno prossimo, che sarà esteso ad altri designers e diventerà ancora più importante.

I partecipanti




I PARTECIPANTI
Abbiamo voluto mettere a confronto le menti che con una matita hanno creato alcune delle ultime novità nel mercato delle due ruote, per capire quale sia la direzione futura del design. Nella prima giornata li abbiamo fatti incontrare, lasciandogli commentare le loro creazioni e quelle dei colleghi, per raccogliere ulteriori spunti. Abbiamo cercato di capire cosa sta dietro le linee di una moto e come nasce la figura professionale di chi deve tracciarle. I designers ci hanno parlato e ci parleranno di loro, raccontandoci le loro vite, il loro passato ed i loro progetti per il futuro. Hanno aderito alla nostra proposta d’incontro Miguel Galluzzi dell’Aprilia, Carlos Solsona della Benelli, Bart Groesbeek della Ducati, Gianfelice Marasco della Honda Italia, Rodolfo Frascoli di Marabese Design per Moto Morini, Fabio Orlandi, numero due di CRC Design, cioè MV Agusta, e Enrico Borghesan della Bimota. Mercoledì 30 luglio arriverà anche Gerald Kiska della KTM. Tutti i designers hanno visto le loro ultime creazioni schierate davanti al nostro Centro Prove, pronte per entrare nello studio fotografico, accompagnate dai loro “genitori”. Dopo la foto di rito (moto e disegnatore affiancati), sono cominciati subito i commenti. Qualcuno ha anche rivisto con occhio critico il proprio lavoro.

Party




PARTY
Dopo il lavoro di preparazione dell’evento, fatto nello studio fotografico, ci siamo spostati all'Hotel Enterprise, a Milano, per un aperitivo e una cena molto informali, dove sono continuati i confronti fra i designers. Fabio Orlandi (MV Agusta) ci ha confessato che per lui la professione è nata prima dalla passione per il disegno e poi si è sviluppata nel settore moto, perché la motocicletta era una delle sue tante passioni. Tutti gli altri, invece, hanno fatto il processo inverso: avevano una grande passione per le moto, che hanno cominciato a disegnare quasi per caso, e poi l’hanno tradotta in un lavoro. Quello che ha sorpreso di più è stato il commento generale su come lavorano i disegnatori. La differenza fra il designer e l’artista è che il primo deve fare i conti con un oggetto che deve essere pratico da utilizzare e che, spesso, nel crearlo, trova dei limiti imposti dalla Casa costruttrice. Già perché il designer non è un artista quando lavora, ma forse lo è quando pensa – tutti concordi nel dirlo – e avrebbe la tendenza naturale a creare qualcosa di molto particolare, progettato a ruota libera, difficilmente pratico o realizzabile. Il lavoro del bravo designer – di moto tengono a specificare – è quello di saper interpretare il prodotto nei limiti imposti dal mercato e sulla richiesta della Casa costruttrice. L’ultimo dei numerosi commenti delle “matite d’oro” è stato sulla mancata soddisfazione una volta che il prodotto è sul mercato, perché, aggiunge Orlandi: “Succede sempre che tu pensi una cosa, la disegni, il bozzetto venga approvato, ma poi, per motivi pratici, qualche tecnico consigli al costruttore di fare delle modifiche, specialmente nella ciclistica, tipo questo qui spostiamolo là, e tu vedi che il prodotto, alla fine, è diverso da come lo avevi concepito”.

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