21 July 2008

Motociclismo corre alla Pikes Peak - In gara Belli è terzo, primo degli italiani, Marini è sesto

Arriva l’attesissimo giorno della gara e la tensione sale. Marco Belli parte in prima fila, con i piloti più forti. Il nostro Marco Marini è al via in terza fila a causa di un poco convincente 12° tempo in prova. Belli va subito forte e anche Marini se la cava bene. Alla bandiera a scacchi Belli è terzo, mentre Marini è sesto. La maggior soddisfazione: le moto sono completamente di serie SEGUE...

Griglia di partenza




Colorado Springs (U.S.A.) 20 luglio 2008 - GRIGLIA
DI PARTENZA Il nostro Marco Marini ci racconta la giornata della gara, che è stata sorprendente, con la sua sesta posizione ed il terzo gradino del podio di Marco Belli, realizzati con moto totalmente di serie, dando la polvere a numerose moto ufficiali, comprese quelle di altre riviste italiane. Dice Marini : "Le gare partono alle 9, ma la strada che porta in cima chiude alle 7.15, per cui la sveglia, anche oggi e` prima dell`alba. Avro` dormito si` e no tre ore, per la tensione della gara. Il mio curriculum sportivo e` praticamente inesistente, perche` partecipai a una Speed Week nel 2005 dove arrivai terzo, tutto qui. Se a questa inesperienza aggiungiamo che la seconda gara piu` antica d`America (dopo Indianapolis) e` anche fra le piu` pericolose al mondo... e` logico che io sia teso come una corda di violino. La scelta della classe e` stata azzardata, ma sono contento di aver corso nella top class, la 750, a fianco di nomi come Mickey Dymond e Davey Durelle. Quando mi ricapita di gareggiare con due miti del cross e dirt-track USA? Il livello è molto alto in tutte le classi, ma qui per me il podio è un miraggio e forse anche per Marco Belli, il mio compagno di squadra, che guida una KTM 690 SMC di serie. Le prime a partire sono le macchine, di tutte le categorie, poi la Unlimited dove corre solo Nobuhiro Tajima sulla incredibile Suzuki Monster XL-7 da 985 CV (suo il record assoluto di 10 minuti e 1 secondo), quindi è la volta dei Truck e finalmente le moto. Penultima classe è la 750. Morale : siamo partiti alle 4 del pomeriggio passate, anche per via delle molte bandiere rosse a causa di incidenti (4 elicotteri sono corsi all’ospedale di Denver...) con un gran caldo e il terreno polveroso e quindi molto scivoloso. La prima fila, con Dymond, Durelle, Jeff Grace, Walker Pew e il nostro Marco parte, poi è la volta della seconda fila. Quindi tocca a me, dalla terza fila, a causa di un poco convincente 12° tempo in prova. Ma so di poter far bene, anche grazie alle gomme rain che sulla terra rendono meglio".

Gara






GARA
Marini prosegue nel suo racconto, riportando le emozioni che ragala la Pikes Peak: «Sonny, il responsable della sezione Motorcycles entra nel quadrato bianco disegnato per terra, salta e sventola la bandiera: VIA! Prendo qualche metro sugli altri e provo ad allungare, cercando di capire, curva per curva, se l’asfalto è pulito o se le auto hanno portato terra in mezzo alla traiettoria... Entro nella parte sterrata e gli altri sono dietro, abbastanza lontani, intravvedo l’ultimo di quelli partiti prima di noi. Spingo a tutta nel tratto centrale asfaltato e riesco a passarlo, ma lo temo nello sterrato, perché guida una moto da dirt-track con gomme da 19 e motore 600 cc ad aria. Questo me le suona, penso. E, invece, riesco addirittura ad allungare, nonostante la difficoltà dell’ultimo pezzo sterrato, dai 3.900 m ai 4.300 : il venerdì mattina abbiamo provato quel tratto molto presto ed era umido, con un bellissimo grip. Ora è sapone, lontano parente di quello su cui abbiamo fatto le qualifiche... Alla fine arrivo in cima migliorando molto i miei tempi parziali delle prove e scopro di avere il 6° tempo tra le 750 cc, sui 16 partenti. Se è bene o male non mi interessa, quando arrivi lassù hai vinto, tutti hanno vinto, chi lo ha fatto col cronometro come Davey Durelle, per la 12° volta (incredibile !) e chi è arrivato in più di mezz’ora (per problemi di moto) contro gli 11 minuti dei primi. Lassù scopro che Marco, il mio compagno con la 690, è arrivato terzo, alle spalle di Durelle e Dymond. Non ci credo. L’anno scorso giunse 2° da rookie con una KTM 525 SM messa bene, ma non certo ufficiale, mentre quest’anno, con una moto totalmente di serie è ancora sul podio. Tajima non ha battuto il muro dei 10 minuti, facendo risparmiare all’organizzazione i 25mila dollari di premio, ma non importa. Nella lunga, lenta discesa si saluta il pubblico che chiede un « cinque » a tutti i piloti, applaudendo con un sentito « thanks for the show ». Lì capisci davvero che non c’è perdente e vincente. Insomma, la Pikes Peak ti entra nel cuore perché è una sfida con te stesso, contro le tue paure, contro gli avversari, che giù dalla moto sono buoni amici pronti ad aiutarti ma che in sella ti fanno sudare sette camicie, contro il tempo ma anche senza tempo. La Pikes Peak vive da 86 anni perché va dritta al cuore di chi si nutre di passione per i motori e la velocità. Amare ed accettarne il rischio fa parte del gioco».

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