Umbria – Da Spoleto a Trevi sulle strade minori
Spoleto
SPOLETO C’era questo caldo micidiale e c’eravamo noi che ci
trascinavamo
per le vie di Spoleto, sognando una doccia fresca. Di botto, ci siamo ritrovati
in una piazzetta di pietra, assai intima, ombreggiata da alberi giganteschi.
Molto fresca. I nostri occhi sono caduti su due elementi essenziali: una
fontana di acqua buonissima e un hotel chiamato Panciolle. Panciolle! Mai
nome di esercizio era così intonato al nostro stato d’animo. Ci siamo
guardati: “Dai, andiamo lì e stendiamoci su qualche lettone! Al diavolo
il giro in moto... Facciamo entrare la brezza dalle finestre e buona notte
al secchio!”. Invece, il giro lo abbiamo fatto. Spoleto, sede del Festival
dei Due Mondi, è famosa in tutto... il mondo (ma quale dei due?). Si trova
in posizione strategica, su una collina che sbarra la Valle Spoletina,
e delle sue origini romane restano l’anfiteatro, il teatro e la spianatura
della vetta della collina, occupata nel XIV secolo dalla Rocca, giunta
ai nostri giorni in grande forma.
A portata di moto
A PORTATA DI MOTO Anche se siamo motociclisti, la città si gira molto
bene a piedi. Basta pensare che Gian Carlo Menotti, musicista lirico e
inventore del Festival dei Due Mondi (che si tiene in diversi luoghi della
città, come il Teatro Nuovo e il Teatro Romano), per questa manifestazione
cercava una città che offrisse la massima resa acustica e una delle priorità
era che non si sentisse il rombo degli scooter. Eravamo nel 1958 e c’erano
più Vespa che automobili! Spoleto offrì tali garanzie (il sindaco promise
la chiusura del traffico intorno ai teatri in cui si sarebbero svolti gli
spettacoli di lirica, balletto, prosa e musica da camera), tanto più che
da 11 anni era la sede del Teatro Lirico Sperimentale (1947). La città,
in realtà, era molto più a portata di scooter che di auto a causa del suo
sviluppo collinare, con case addossate le une addosso alle altre e vie
strettissime. Per cercare di migliorare la transitabilità dei carri, nel
1834 l’architetto Aleandri progettò la cosiddetta Traversa Interna, una
strada a tornanti che attraversava la città da una parte all’altra. Pare
che non funzionasse molto bene, comunque è tramite la traversa interna
che siamo entrati con le moto e abbiamo pure trovato un ottimo ristorante
con veranda esterna, la Cantina De Corvi.
Panorama sulla Valnerina
PANORAMA SULLA VALENRINA Quanto al giro in moto, dopo la quasi
obbligatoria
salita al Monteluco abbiamo puntato verso le stradine minori al di sopra
della Valnerina. Oggi c’è una galleria che permette di passare agevolmente
da Spoleto a questa valle, molto trafficata perché conduce ai Sibillini.
Questo ha completamente svuotato la strada della Forca di Cerro, un valico
immerso nei boschi, raggiungibile su una strada con curvoni veloci. Tuttavia,
anziché scendere in Valnerina abbiamo imboccato la sottile striscia asfaltata
che collega i paesi di Geppa, Montefiorello, Meggiano, Macchia e Bugiano:
centri piccolissimi, isolati dai grandi flussi turistici, ma affascinanti,
soprattutto Montefiorello, che è letteralmente spaccato in due dalla nostra
strada. Questa è un balcone panoramico sospeso sulla Valnerina ed è anche
divertente guidarci, seppur capita spesso che buche, gobbe e ghiaia creino
apprensione a chi tiene ritmi troppo elevati.
Verso Trevi, la festa sulla statale
VERSO TREVI, LA FESTA SULLA STATALE Da Bugiano si finisce sulla Statale
319. Questa è un’arteria che, fino a quando non è stata costruita la galleria
della Valnerina, aveva un notevole volume di traffico, poiché era la via
più veloce tra Foligno e i Sibillini. Ha avuto un decadimento notevole
anche a causa del terremoto del 1997. Ancora oggi si vedono le baraccopoli
di chalet di legno, soprattutto a Sellano, Rasiglia e Casenove Serrone,
però la ricostruzione avanza. La strada è però in ottime condizioni e,
visto che è priva di traffico pesante, è frequentata dai motociclisti,
a differenza di quella tra Geppa e Bugiano. Nel nostro itinerario, pur
non mancando tratti di guida esaltante, la moto è un po’ un pretesto per
raggiungere zone insolite e quasi isolate, più che per fare piegoni. Ricorda
un po’ un cavallo che si inerpica su una mulattiera, piuttosto di uno
che corre al galoppo. La festa è sulla SS 319, che abbandoniamo esattamente
9,5 km dopo Sellano, girando a sinistra per Pettino. Adesso dobbiamo affrontare
24 km veramente interessanti, su una stradina stretta e spesso ghiaiosa.
All’inizio, si sale con leggera pendenza dentro una galleria di alberi
molto fresca e suggestiva. Fuori dal “tunnel” troverete un altopiano
circondato dalle montagne (il Serano raggiunge i 1.429 m) e una chiesa
di pietra svettare su un prato fiorito: è quella di Pettino, minuscolo
paesino ignorato dal turismo di massa. Da qui si precipita, con una discesa
mozzafiato, sulla sottostante valle del fiume Clitunno. Girate a destra:
vi attende un’altra cittadina meravigliosa, Trevi.
Bloc Notes
INFO UTILI
I.A.T. di Spoleto, piazza della Libertà, 7; tel. 0743-49890. Duomo di Spoleto,
tel. 0743-44307; orari visite: da novembre a febbraio dalle 7.30 alle 12.30
e dalle 15.00 alle 17.00; da marzo a ottobre il pomeriggio fino alle 18.00.
Accademia Europea della Fanta Fantascienza, Via del Duomo n. 26 – 06049
Spoleto (PG); tel. e fax 0743-40794; info@fantafantascienza.com
; www.fantafantascienza.com
DORMIRE
Visto che ci ha colpito per la sua posizione tranquilla, vi consigliamo
l’Hotel Panciolle, in via del Duomo, 4; tel. e fax 0743-45677. Se invece
volete il fresco e la suggestione del Monteluco: Hotel Ferretti; tel.
0743-49849.
C’è anche il camping Monteluco: tel. 0743-220358; primavera@caribusiness.it.
MANGIARE
Ristorante Cantina De Corvi di Marco Lucentini: piazzetta SS Giovanni e
Paolo, 10/A; 06049 Spoleto (PG); tel. 0743-44475. Proprio rasente le mura
della chiesa dei S.S. Giovanni e Paolo.
METEO
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