10 June 2008

Scuola di supermotard Husqvarna

La scuola è pensata tanto per i neofiti, quanto per i più esperti. La giornata di lezione si divide in due fasi: mezz'ora di lezione teorica prima di cominciare e cinque ore di pratica fra i cordoli di uno dei tre circuiti dove si svolgono i corsi. SEGUE...

Com'è la scuola








Alla scuola di supermotard non si impara a derapare, almeno non subito. Come non si impara a centrare un canestro da 3 punti con una sola lezione di basket o a dribblare un difensore con un doppio passo la prima volta che si gioca a calcio. Lo sostiene ogni buon allenatore: prima di tutto, bisogna concentrarsi sui cosiddetti “fondamentali”. Una volta apprese le basi, l’esperienza porta a tirare con precisione, a scartare con rapidità e… a derapare (quasi) come Max Manzo. Proprio lui è uno dei campioni che, volta per volta (per un totale di 18 date), salgono in cattedra all’Husqvarna 360° Off Road School. O meglio, salgono in moto. E, a motore spento, mostrano a noi alunni l’ABC del supermotard. Mezz’ora (o poco più) di spiegazione teorica che dà il via alla giornata, durante la quale Max ci chiarisce come si guida una moto da supermotard. Postura in sella, movimenti del corpo posizione delle leve al manubrio…ogni cosa, anche la più piccola, ha la sua importanza. Quello che conta di più, ripete, è frenare l’istinto di guida stradale e “pistaiolo”, che porta a muovere il corpo erroneamente per il motard. Ma questo lo scopriremo più tardi, in pista. Quando l’ultima curiosità è appagata inizia la parte pratica: 5 ore tra i cordoli di Castelletto di Branduzzo (PV) – uno dei motodromi, insieme a quello di Chignolo Po (PV) e di Lombardore (TO), su cui si svolge la scuola – ognuno in sella alla propria moto (di qualunque marca) o ad una delle dodici motard di Husqvarna che si possono noleggiare alla scuola: dalla SM 450, alla 510, alla 610.

Affrontare una curva




Durante i primi minuti giriamo liberamente, così da dare ai “prof” una panoramica sulle nostre capacità. Veniamo poi divisi in due gruppi (composti da poco più di una decina di persone), ognuno dei quali prende possesso di una parte di pista. Così, entriamo nel vivo della lezione: curva per curva Manzo ci mostra le traiettorie, l’utilizzo del gas e dei freni e la posizione del corpo, fa un paio di dimostrazioni pratiche (che lasciano il gruppo a bocca aperta). È ora il nostro turno. Proviamo a ripetere quanto appena visto, abbiamo i consigli dell’istruttore ben chiari in testa ma… non ci vengono. In ingresso curva portiamo il piede in avanti, la suola sfiora l’asfalto; appena pieghiamo la moto per curvare il gomito entra in contatto con il ginocchio. Così per due o tre volte di seguito. C’è qualcosa che non va. Gli istruttori fermano il gruppo per i primi consigli. “Non devi forzare in inserimento”, “Non devi scalare in curva” e così via. Ad ognuno vengono evidenziati i propri errori. Noi ne collezioniamo due o tre. Prima di tutto, spostiamo il sedere verso l’interno della curva, quando dovremmo lasciarlo ben saldo sulla sella. Secondo, non dobbiamo sporgere busto e spalle verso l’interno della curva: è la moto che si inclina maggiormente. Inoltre (e questo è il motivo per cui il gomito tocca il ginocchio) la gamba interna va spostata in avanti, facendo in modo che rimanga adiacente al fianchetto della moto. Non va “aperta” di fianco! Con questo sistema, quando si piega, si dovrebbe fare in modo che il ginocchio passi tra il gomito e la moto. Per imparare il corretto stile di guida stile di guida, ci dice Fabrizio Carcano (l’altro istruttore che segue il nostro gruppo), i “fuoristradisti” sono avvantaggiati. I nostri sono i classici errori degli “asfaltisti”.

Affrontare il misto




Continuiamo. Max ci mostra ora come affrontare un tratto tra una curva molto veloce e una lenta. Ci proviamo di nuovo: gamba avanti, vicina al fianchetto, e giù in piega. Questa volta va meglio anche se, risolto il problema gomito-ginocchio, ne incontriamo altri due. Ci fa male la gamba, tanto, e non riusciamo fidarci dell’avantreno perché non lo “sento”. Come mai? Non siamo gli unici, almeno per quanto riguarda il dolore. Scopriamo che è assolutamente normale: tenere sospesi a mezz’aria stivali che pesano più di 1,5 kg l’uno affatica rapidamente i quadricipiti. Serve un buon allenamento. Per quanto riguarda la fiducia sull’avantreno, ci spiegano che le curve veloci, dove è necessaria maggior stabilità, si percorrono spostando il corpo in posizione arretrata sulla sella. In questo modo si trasferisce più peso verso il posteriore, aprendo leggermente l’angolo del cannotto di sterzo. Viceversa, nelle svolte strette conviene avanzare verso il manubrio per rendere la moto più rapida a girare. Ritentiamo. Effettivamente va meglio, ma non riusciamo ancora a fidarci del tutto. Eppure Manzo, che piega tanto da sfiorare i cordoli coi paramani, non sembra così preoccupato… Ha una moto da gara, e gomme slick. Ma soprattutto, ha una tonnellata di quello serve per chiarire anche l’ultimo dei dubbi: l’esperienza. L’orologio corre veloce, l’istruttore sporca le sue ruote di terra mostrandoci come affrontare il tratto off-road. Abbiamo fatto fuoristrada pochissime volte, e sempre con gomme più o meno tassellate: l’idea di farlo con quelle stradali, pressoché lisce, ci intimorisce. Eppure, dopo aver capito dove mettere le ruote per curvare ci sentiamo molto più tranquilli. La lezione finisce qui. La composizione mista del gruppo (acerbi del motard e già navigati insieme), a inizio giornata, ci aveva suscitato qualche perplessità. Tuttavia, il numero limitato di allievi, l’abbondanza del tempo a disposizione e l’attenzione che gli istruttori hanno dedicato ad ogni partecipante, ha consentito a chi era già bravo di migliorarsi e agli altri di gettare una prima “asfaltata” di motard sulla strada dell’esperienza personale. Su www.offroadschool.it i prossimi appuntamenti e le informazioni per partecipare ai corsi organizzati dalla scuola.

Scuola KTM




Anche KTM ha una propria scuola con corsi di guida off-road e supermotard. Il sito ufficiale è www.ktmadventuretours.com sul quale, oltre a tutte le informazioni utili per partecipare ai corsi, si trovano i riferimenti per i viaggi organizzati dalla Casa austriaca. Il calendario dei corsi KTM prevede date su motodromi italiani (Latina, Chignolo Po, Moncaglieri), francesi (Belmont, Villars sous Ecot) e altri europei. I 5 appuntamenti italiani previsti per il 2008 sono già passati, ma vi sono ancora posti disponibili per gli altri. In sella alla vostra moto, il costo del corso, comprensivo di pista in esclusiva, servizio meccanico e ricambi, T-shirt ed aperitivo finale è di 250 euro, mentre il noleggio del mezzo fa lievitare il prezzo a 510 euro. Le lezioni sono su 2 giorni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA