Inchiesta: come funziona l’Albo ministeriale per l’iscrizione delle campagne di richiamo prodotte dalle Case costruttrici
Rimbalzati
RIMBALZATI Richiami. Uno, due, tre volte, per un mese. E il telefono
diventa di gomma. Le domande rimbalzano e tornano indietro. Volevamo dare
un volto e una storia alla buona amministrazione. Volevamo oltrepassare
il muro: vediamo come funziona il sistema delle campagne di richiamo delle
Case motociclistiche, ci siamo detti. Scopriamo come vengono avvertiti
i motociclisti che il serbatoio della loro sportiva perde o che la nuova
naked parcheggiata in box ha una batteria ballerina. Il fenomeno dei richiami
per le moto non si attenua, per svariati motivi: più tecnologia, più
“fretta”
per trovare il mercato al momento giusto, più possibilità di errore. E
più coraggio: i richiami sono un dovere, e un indice della serietà della
Case produttrici. Se la lista si allunga, quindi, aumenta l’importanza
di chi quella lista la lavora nel retrobottega. Nomi e facce, di chi compila
l’Albo dei richiami del Ministero dei Trasporti, questo cercavamo, insieme
a un po’ di risposte: come funziona la catena dei richiami, chi redige
l’elenco, chi l’aggiorna ecc. E invece no. La burocrazia è liquida,
galleggi
finché ce la fai e poi vai giù. Lo diciamo subito: non ci saranno sorprese
dietro quella lista ordinata, puntuale e fredda che potete trovare sul
sito del Ministero. Nessuna curiosità. Le persone resteranno ombre. E
l’ufficio…
non esiste. Partiamo da questo. In realtà nella sede della Direzione Generale
della Motorizzazione, in via Caraci a Roma, non troverete un cartello tipo
“Ufficio richiami”. Nella moderna struttura le stanze sono divise
per
impiegati. E il gruppo che si occupa dell’Albo e dei Bollettini delle
campagne è formato da tre funzionari di tre distinte divisioni
(“Coordinamento
con la U.E.”, “Omologazione” e “Disciplina del parco
circolante”),
coordinati da un dirigente, il dott. Carlo Giannuzzi. Nessuna intervista
o foto. “Perché il cittadino deve sapere che la pubblica amministrazione
è impersonale. Un giorno c’è un dirigente, quello dopo qualcun altro.
Quello che conta è il lavoro e basta”. E allora ecco dove si imbuca
l’inchiesta:
una partita a tennis con l’ufficio stampa del Ministero. Domande,
richieste,
decine di telefonate, per un mese. Risposte affaticate e filtrate.
T(r)op Secret
T(R)OP SECRET Soprattutto niente
permessi. Il dirigente non vuol farsi intervistare, tantomeno fotografare.
Storie da raccontare? No, e se ce ne fossero “non gli parrebbe giusto
raccontarle”. L’ufficio stampa fa il possibile, risponde a noi
cercando
di districarsi nella giungla di permessi incrociati che servono per scambiare
due semplici chiacchiere con un responsabile. Ma “il dirigente torna
lunedì,
il collega lo chiamerà per sapere se può fornire il suo numero di telefono,
in tal caso sarà ricontattato”. Richiami, appunto. Infiniti. Facciamo
il giro della sede centrale della Motorizzazione di Roma, in via Salaria.
Tre piani di uffici, decine di stanze. Ma nessuno sa di cosa stiamo parlando.
Ci indirizzano persino all’Urp (Ufficio relazioni col pubblico). Dove
però il funzionario è impegnato a registrare i passaggi di proprietà e
per le “relazioni con il pubblico” ha davvero poco tempo:
“Albo delle
campagne di richiamo? Mai sentito…”. Figuriamoci l’ufficio
che se ne
occupa. Il punto è che il gruppo di lavoro, stando a quanto ci fanno sapere,
si riunisce ogni due mesi per organizzare gli aggiornamenti. In via Caraci,
di fianco all’Ospedale Pertini. Un servizio ai cittadini che funziona.
Un lavoro flessibile e utile ma non saprete niente di più. Perché, anche
se tutti premettono di essere centauri e lettori di Motociclismo,
“Il cittadino deve sapere che la pubblica
amministrazione
è impersonale”. Ma è pur sempre fatta di uomini che lavorano per
altri uomini. Il cittadino curioso… richiami. Magari sarà più fortunato.
Accordo Governo-costruttori
ACCORDO GOVERNO-COSTRUTTORI Il gruppo
di lavoro responsabile delle procedure concernenti le “campagne di
richiamo”
dei veicoli opera alle dirette dipendenze della Direzione generale per
la Motorizzazione. E’ presieduto da un dirigente, il dott. Carlo
Giannuzzi,
ed è formato da tre funzionari di altre tre divisioni: “Coordinamento
con la U.E.”, “Omologazione “ e “Disciplina del parco
circolante”.
Si riunisce bimestralmente per esaminare eventuale corrispondenza alle
casistiche specifiche. La ricezione delle comunicazioni e la loro pubblicazione
nell’Albo sono curate da due funzionari del gruppo che si occupano anche
della redazione e pubblicazione del Bollettino semestrale. Per consultarli
basta andare sul sito del Ministero dei Trasporti (http://www.t
rasporti.gov.it/page/NuovoSito/site.php?p=albric
). Le comunicazioni di avvio delle campagne provengono direttamente dalle
case costruttrici e la pubblicazione avviene mediamente non oltre il
quindicesimo
giorno dalla ricezione. Questa procedura è stabilita dall’accordo sulle
regole di autodisciplina sui difetti di sicurezza dei motoveicoli e dei
ciclomotori sottoscritto nel febbraio 2001 dell’allora Ministro dei
Trasporti
e della Navigazione e dall’ANCMA. Sulla base di questo accordo i
Costruttori
si sono impegnati a segnalare al Ministero i dati da pubblicare nell’Albo.
La UE che detta legge
LA UE CHE DETTA LEGGE Nel frattempo,
però, l’Unione Europea ha emanato una direttiva quadro, la
2007/46/CE
del 5 settembre 2007 (“Omologazione veicoli a motore e
rimorchi”)
che impone, all’art. 32
(“Richiamo di veicoli”) una
procedura più articolata rispetto all’accordo del 2001: in
particolare
è prescritto l’obbligo del Costruttore di informare l’autorità
che
ha omologato quel veicolo in ordine ai difetti comportanti rischio per
la sicurezza ed ai rimedi conseguenti, nonché l’obbligo
della stessa autorità di informare gli altri Stati membri. La direttiva
è prossima ad essere recepita nell’ordinamento nazionale e vincola
gli Stati membri della Unione Europea ad adottare le dovute disposizioni
entro il 29 aprile 2009. I costruttori in ogni caso decidono in
autonomia la conclusione delle campagne di richiamo. Il Ministero le
depenna dal Bollettino semestrale ma, almeno sinora, non dall’Albo, per
compiutezza di informazione. Non esiste un sistema di sanzioni per chi
non avvisa il Ministero della propria campagna di richiamo. Perché è
nell’interesse
delle case costruttrici informare dell’avvio di una campagna: la
conseguente
pubblicazione costituisce la più efficace oltre che gratuita modalità di
informazione all’utenza. Il gruppo di lavoro può essere contattato via
fax al numero 06/41586683 oppure per posta elettronica, all’indirizzo
antoniorosati@infrastruttur
etrasporti.it.
Nel mirino: controllo sicurezza
NEL MIRINO: SICUREZZA SOTTO CONTROLLO
Per la Case è un incubo. Ogni campagna di richiamo scatena il mal di pancia
ai responsabili del servizio qualità e a quelli del marketing, perché oltre
alla necessità di tranquillizzare i clienti e provvedere in fretta a eliminare
il difetto, il problema si riflette sull’immagine dell’azienda. Ecco
perché trasparenza e velocità d’intervento sono l’arma migliore
contro
i sospetti e i timori che possono diffondersi nel mercato.
DUCATI “Ed è anche il motivo per
cui i controlli di qualità sono aumentati tantissimo - ci spiega Francesco
Rapisarda di Ducati -. Da noi sono più che raddoppiati ma i tanti controlli
effettuati a campione sui modelli che escono dalla catena di montaggio
possono, d’altro canto, far emergere con maggior frequenza di un tempo
i possibili difetti che possono sfuggire anche ai severi controlli sulle
forniture di componenti”.
HONDA Alla Casa dell’Ala dorata
per eliminare ogni possibile dubbio hanno istituito un link apposito sul
loro sito internet. Inserendo il numero di telaio il cliente può controllare
“lo stato di salute” della propria moto. “Una garanzia in più
per gli
acquirenti di una Casa che costruisce quasi 13 milioni di moto all’anno,
in tutto il mondo - spiega Carlo Sabbatini di Honda Italia -. Può succedere
che un determinato problema riguardi un lotto di veicoli circoscritto,
ma se il modello viene venduto in tanti Paesi può insorgere il dubbio in
quei clienti che in realtà sono esclusi da eventuali richiami. Il nostro
stabilimento di Atessa ha adottato un sistema di radiofrequenza che permette
di ‘segnare’ e in seguito rintracciare velocemente ogni lotto di
componenti.
Quando si evidenzia un problema possiamo individuare subito i veicoli
interessati”.
Quando il problema salta fuori tutte le Case adottano una procedura analoga.
Prima viene avvisato il Ministero dei Trasporti, poi il concessionario
interessato e infine il cliente, con una lettera raccomandata.
YAMAHA “E dopo sei mesi noi facciamo
il punto sullo stato dei lavori - spiega Domenico Pirovano di Yamaha Italia
-. Se qualche cliente non ha risposto all’invio viene sollecitato con
una seconda lettera. Un’attenzione che dobbiamo a tutti gli utenti Yamaha.
Anche a chi ha comprato in Italia un modello di importazione parallela”.