08 May 2008

Inchiesta: come funziona l’Albo ministeriale per l’iscrizione delle campagne di richiamo prodotte dalle Case costruttrici

Richiami. Uno, due, tre volte, per un mese. E il telefono diventa di gomma. Le domande rimbalzano e tornano indietro. Volevamo dare un volto e una storia alla buona amministrazione. Volevamo oltrepassare il muro: vediamo come funziona il sistema delle campagne di richiamo delle Case motociclistiche, ci siamo detti.

Rimbalzati



RIMBALZATI
Richiami. Uno, due, tre volte, per un mese. E il telefono diventa di gomma. Le domande rimbalzano e tornano indietro. Volevamo dare un volto e una storia alla buona amministrazione. Volevamo oltrepassare il muro: vediamo come funziona il sistema delle campagne di richiamo delle Case motociclistiche, ci siamo detti. Scopriamo come vengono avvertiti i motociclisti che il serbatoio della loro sportiva perde o che la nuova naked parcheggiata in box ha una batteria ballerina. Il fenomeno dei richiami per le moto non si attenua, per svariati motivi: più tecnologia, più “fretta” per trovare il mercato al momento giusto, più possibilità di errore. E più coraggio: i richiami sono un dovere, e un indice della serietà della Case produttrici. Se la lista si allunga, quindi, aumenta l’importanza di chi quella lista la lavora nel retrobottega. Nomi e facce, di chi compila l’Albo dei richiami del Ministero dei Trasporti, questo cercavamo, insieme a un po’ di risposte: come funziona la catena dei richiami, chi redige l’elenco, chi l’aggiorna ecc. E invece no. La burocrazia è liquida, galleggi finché ce la fai e poi vai giù. Lo diciamo subito: non ci saranno sorprese dietro quella lista ordinata, puntuale e fredda che potete trovare sul sito del Ministero. Nessuna curiosità. Le persone resteranno ombre. E l’ufficio… non esiste. Partiamo da questo. In realtà nella sede della Direzione Generale della Motorizzazione, in via Caraci a Roma, non troverete un cartello tipo “Ufficio richiami”. Nella moderna struttura le stanze sono divise per impiegati. E il gruppo che si occupa dell’Albo e dei Bollettini delle campagne è formato da tre funzionari di tre distinte divisioni (“Coordinamento con la U.E.”, “Omologazione” e “Disciplina del parco circolante”), coordinati da un dirigente, il dott. Carlo Giannuzzi. Nessuna intervista o foto. “Perché il cittadino deve sapere che la pubblica amministrazione è impersonale. Un giorno c’è un dirigente, quello dopo qualcun altro. Quello che conta è il lavoro e basta”. E allora ecco dove si imbuca l’inchiesta: una partita a tennis con l’ufficio stampa del Ministero. Domande, richieste, decine di telefonate, per un mese. Risposte affaticate e filtrate.

T(r)op Secret


T(R)OP SECRET Soprattutto niente permessi. Il dirigente non vuol farsi intervistare, tantomeno fotografare. Storie da raccontare? No, e se ce ne fossero “non gli parrebbe giusto raccontarle”. L’ufficio stampa fa il possibile, risponde a noi cercando di districarsi nella giungla di permessi incrociati che servono per scambiare due semplici chiacchiere con un responsabile. Ma “il dirigente torna lunedì, il collega lo chiamerà per sapere se può fornire il suo numero di telefono, in tal caso sarà ricontattato”. Richiami, appunto. Infiniti. Facciamo il giro della sede centrale della Motorizzazione di Roma, in via Salaria. Tre piani di uffici, decine di stanze. Ma nessuno sa di cosa stiamo parlando. Ci indirizzano persino all’Urp (Ufficio relazioni col pubblico). Dove però il funzionario è impegnato a registrare i passaggi di proprietà e per le “relazioni con il pubblico” ha davvero poco tempo: “Albo delle campagne di richiamo? Mai sentito…”. Figuriamoci l’ufficio che se ne occupa. Il punto è che il gruppo di lavoro, stando a quanto ci fanno sapere, si riunisce ogni due mesi per organizzare gli aggiornamenti. In via Caraci, di fianco all’Ospedale Pertini. Un servizio ai cittadini che funziona. Un lavoro flessibile e utile ma non saprete niente di più. Perché, anche se tutti premettono di essere centauri e lettori di Motociclismo, “Il cittadino deve sapere che la pubblica amministrazione è impersonale”. Ma è pur sempre fatta di uomini che lavorano per altri uomini. Il cittadino curioso… richiami. Magari sarà più fortunato.

Accordo Governo-costruttori


ACCORDO GOVERNO-COSTRUTTORI Il gruppo di lavoro responsabile delle procedure concernenti le “campagne di richiamo” dei veicoli opera alle dirette dipendenze della Direzione generale per la Motorizzazione. E’ presieduto da un dirigente, il dott. Carlo Giannuzzi, ed è formato da tre funzionari di altre tre divisioni: “Coordinamento con la U.E.”, “Omologazione “ e “Disciplina del parco circolante”. Si riunisce bimestralmente per esaminare eventuale corrispondenza alle casistiche specifiche. La ricezione delle comunicazioni e la loro pubblicazione nell’Albo sono curate da due funzionari del gruppo che si occupano anche della redazione e pubblicazione del Bollettino semestrale. Per consultarli basta andare sul sito del Ministero dei Trasporti (http://www.t rasporti.gov.it/page/NuovoSito/site.php?p=albric ). Le comunicazioni di avvio delle campagne provengono direttamente dalle case costruttrici e la pubblicazione avviene mediamente non oltre il quindicesimo giorno dalla ricezione. Questa procedura è stabilita dall’accordo sulle regole di autodisciplina sui difetti di sicurezza dei motoveicoli e dei ciclomotori sottoscritto nel febbraio 2001 dell’allora Ministro dei Trasporti e della Navigazione e dall’ANCMA. Sulla base di questo accordo i Costruttori si sono impegnati a segnalare al Ministero i dati da pubblicare nell’Albo.

La UE che detta legge


LA UE CHE DETTA LEGGE Nel frattempo, però, l’Unione Europea ha emanato una direttiva quadro, la 2007/46/CE del 5 settembre 2007 (“Omologazione veicoli a motore e rimorchi”) che impone, all’art. 32 (“Richiamo di veicoli”) una procedura più articolata rispetto all’accordo del 2001: in particolare è prescritto l’obbligo del Costruttore di informare l’autorità che ha omologato quel veicolo in ordine ai difetti comportanti rischio per la sicurezza ed ai rimedi conseguenti, nonché l’obbligo della stessa autorità di informare gli altri Stati membri. La direttiva è prossima ad essere recepita nell’ordinamento nazionale e vincola gli Stati membri della Unione Europea ad adottare le dovute disposizioni entro il 29 aprile 2009. I costruttori in ogni caso decidono in autonomia la conclusione delle campagne di richiamo. Il Ministero le depenna dal Bollettino semestrale ma, almeno sinora, non dall’Albo, per compiutezza di informazione. Non esiste un sistema di sanzioni per chi non avvisa il Ministero della propria campagna di richiamo. Perché è nell’interesse delle case costruttrici informare dell’avvio di una campagna: la conseguente pubblicazione costituisce la più efficace oltre che gratuita modalità di informazione all’utenza. Il gruppo di lavoro può essere contattato via fax al numero 06/41586683 oppure per posta elettronica, all’indirizzo antoniorosati@infrastruttur etrasporti.it.

Nel mirino: controllo sicurezza


NEL MIRINO: SICUREZZA SOTTO CONTROLLO Per la Case è un incubo. Ogni campagna di richiamo scatena il mal di pancia ai responsabili del servizio qualità e a quelli del marketing, perché oltre alla necessità di tranquillizzare i clienti e provvedere in fretta a eliminare il difetto, il problema si riflette sull’immagine dell’azienda. Ecco perché trasparenza e velocità d’intervento sono l’arma migliore contro i sospetti e i timori che possono diffondersi nel mercato.

DUCATI “Ed è anche il motivo per cui i controlli di qualità sono aumentati tantissimo - ci spiega Francesco Rapisarda di Ducati -. Da noi sono più che raddoppiati ma i tanti controlli effettuati a campione sui modelli che escono dalla catena di montaggio possono, d’altro canto, far emergere con maggior frequenza di un tempo i possibili difetti che possono sfuggire anche ai severi controlli sulle forniture di componenti”.

HONDA Alla Casa dell’Ala dorata per eliminare ogni possibile dubbio hanno istituito un link apposito sul loro sito internet. Inserendo il numero di telaio il cliente può controllare “lo stato di salute” della propria moto. “Una garanzia in più per gli acquirenti di una Casa che costruisce quasi 13 milioni di moto all’anno, in tutto il mondo - spiega Carlo Sabbatini di Honda Italia -. Può succedere che un determinato problema riguardi un lotto di veicoli circoscritto, ma se il modello viene venduto in tanti Paesi può insorgere il dubbio in quei clienti che in realtà sono esclusi da eventuali richiami. Il nostro stabilimento di Atessa ha adottato un sistema di radiofrequenza che permette di ‘segnare’ e in seguito rintracciare velocemente ogni lotto di componenti. Quando si evidenzia un problema possiamo individuare subito i veicoli interessati”. Quando il problema salta fuori tutte le Case adottano una procedura analoga. Prima viene avvisato il Ministero dei Trasporti, poi il concessionario interessato e infine il cliente, con una lettera raccomandata.

YAMAHA “E dopo sei mesi noi facciamo il punto sullo stato dei lavori - spiega Domenico Pirovano di Yamaha Italia -. Se qualche cliente non ha risposto all’invio viene sollecitato con una seconda lettera. Un’attenzione che dobbiamo a tutti gli utenti Yamaha. Anche a chi ha comprato in Italia un modello di importazione parallela”.

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