Guida all'acquisto dell'usato: Yamaha YZF-R6
Modello 2001
Le supersportive 600 si rivolgono ad un
pubblico che ne apprezza il giusto compromesso tra prestazioni, peso ed
gilità della ciclistica. Fra di esse troviamo la Yamaha YZF-R6, nata
nell’ormai
lontano 1998. Alla ricerca di un buon usato, scorriamo allora negli anni
per vedere quale modello potrebbe essere ancora interessante ed attuale.
Vogliamo però partire dall’anno 2000, in un certo senso “giro di
boa”
per le moto usate (che almeno sono già omologate Euro 1), e precisamente
al mese di novembre, quando pubblichiamo la prova della R6 model year 2001.
La moto vanta già un passato famoso.
È la sportiva più venduta sul mercato italiano, ed ha conquistato il titolo
di Campione del mondo Supersport Il motore, che ha ed avrà come costante
i 4 cilindri in linea con raffreddamento a liquido, il doppio albero a
camme in testa con 4 valvole per cilindro ed una potenza e regimi nettamente
superiore ai 100 CV e ai 13.000 giri, valori destinati entrambi ad incrementarsi
negli anni, è stato rivisto rispetto alla R6 dell’anno precedente. Offre
più potenza (119,9 CV a 13.000 giri dichiarati), seppur alimentato come
prima con tradizionali carburatori in antitesi con l’iniezione già
presente
sui modelli della concorrenza anche se i CV che misuriamo al banco nella
prova (98,99-12.500 giri) non sono così tanti come dichiarato, il motore
della R6 è il più potente della classe.
Ciclistica e dinamica 2001
Il telaio è tutto in alluminio, realizzato
con un’attenzione per la finitura tale da sembrare un’opera
artigianale.
Ma anche esteticamente guardando oggi la R6 m.y. 2001 non la si può definire
vecchia o superata nella linea. La strumentazione è un attualissimo mix
di analogico (il solo contagiri) e digitale, mentre il cupolino offre una
sufficiente protezione aerodinamica. La R6 accusa qualche annetto è a livello
sospensioni e freni, che pur offrendo ancora oggi buone performance, denunciano
l’età soprattutto per la conformazione classica della forcella.
Modello 2003
A colpo d’occhio qualcosa nella YZF-R6
è cambiato, anche se le modifiche più importanti, iniezione al posto dei
carburatori e nuovo telaio, sono poco visibili. Partendo dal davanti, il
puntale del cupolino è più aggressivo ed i fari, ora 4 polielissoidali,
sono più sottili.
Il telaio e il forcellone, sempre in lega leggera ed ottenuti per pressofusione,
sono nuovi realizzando un risparmio di 0,5 kg. In tutto solo 3 pezzi: il
blocco formato dal cannotto e dalle travi laterali è saldato alle piastre
che portano l’attacco per il forcellone, più lungo di 10 mm e di forma
diversa.
La guida è piacevole, dettata dal buon equilibrio, tra telaio e sospensioni,
raggiunto su questa versione, e dal comportamento dell’impianto di
iniezione.
I tecnici hanno, infatti, lavorato privilegiando la linearità
d’erogazione.
Allo scopo sono state montate valvole a saracinesca per l’aria
sull’aspirazione,
così da simulare il funzionamento di un carburatore a depressione. Il sistema
funziona bene: la moto è fluida nell’apri-chiudi del gas, anche se
l’allungo,
leggi cattiveria in accelerazione, è un poco calato. Un appunto è mosso
all’impianto frenante che si rivela buono su strada, dove non è certo
possibile toccare i limiti di questa moto, ma diventa un po’ meno
rassicurante
in pista, quando bisogna intervenire con forza sulla leva. Una maggior
propensione verso la strada rispetto alla pista è dimostrata anche dalla
taratura standard delle sospensioni: volendo girare in circuito è necessario
intervenire sulle regolazioni, peraltro abbondanti ed efficaci, di forcella
e ammortizzatore al fine di aumentare la rigidità dell’insieme. Rispetto
alla precedente R6 la potenza è salita a 117 CV a 13.000 giri (potenza
dichiarata. Motociclismo rileva invece al banco 105 CV a 12.500 giri alla
ruota, ma con la sovralimentazione dinamica fornita dall’air-box si
raggiungono
123 CV allo stesso regime). Per quanto riguarda le prestazioni, la Yamaha
è la più veloce tra le moto schierate nella comparativa.
Modello 2005
Modello 2006
Modello 2007