Motociclismo Fuoristrada - Giugno 2008
Editoriale
Lunga vita al MOTARD
Nasce dall’idea di guidare su strada con la stessa cattiveria e agilità
che c’è nel fuoristrada. Poi si evolve in chiave racing, con cross
specialistiche
preparate al massimo e gomme slick. Oggi la storia del motard si è divisa
tra i prodotti racing, che nascono ad hoc per la specialità, e quelli
prettamente
stradali. Sembrerebbe quindi un settore in espansione, eppure non è così.
Anzi, ha già un piede nella fossa. Il perché è presto detto: avete mai
visto in TV una gara di supermoto? Vi siete divertiti? La prima volta sì,
la seconda già molto meno. E anche dal vivo, a bordo pista, la storia non
cambia. Ormai nessuno derapa più, perché non conviene, e lo spettacolo,
quelle acrobazie che sono state la linfa vitale della specialità in questi
anni di sviluppo, ne risente. Come fare, allora, a rilanciare davvero le
supermoto? Di tentativi ce ne sono stati in tutte le direzioni, ma le
alternative
sembrano due: città o circuiti. L’apertura del Mondiale al Lingotto ha
mostrato, per il secondo anno, che la strada di avvicinare le moto alle
aree urbane è giusta, ma se per far questo si deve gareggiare in un mega
parcheggio, in stile AMA Supermoto, allora il gioco non vale la candela.
La vera rivoluzione sarebbe quella di portare le moto DENTRO le città,
magari non in centro, ma in luoghi dove tutti passano in moto, o a piedi,
con ostacoli metropolitani, come panettoni di cemento o la scalinata della
stazione che nessuno ha mai visto saltar via da una moto. Pensate, sarebbe
stupendo, ma se qualcuno provasse a organizzare qualcosa del genere, nel
99% dei casi sbatterebbe la faccia contro autorizzazioni comunali impossibili
da ottenere. Anche perché non c’è tutto ‘sto giro di soldi dietro questa
specialità. L’altra strada, più facile, arriva dalla Bulgaria: una pista
da cross asfaltata. Tutti abbiamo visto gare tiratissime, saltoni da paura
e ci siamo entusiasmati al solo pensiero di girare in quella pista. Ma
di strutture che tradiscono il cross per il motard colando bitume sui panettoni
di terra non è facile trovarne, perché ci sono molti più crossisti che
non motardisti e il business, oggi, non ci sarebbe. Ma la strada è giusta,
anche perché si avrebbero i salti anche senza la zona sterrata, che sempre
più spesso diventa impraticabile a causa delle piogge. E allora, ecco la
soluzione: creare dei salti artificiali sulle piste da motard: ostacoli
modulari che formino rampe di volo e di atterraggio, gradini e quant’altro,
da montare il venerdì e riporre nei camion la domenica sera. In ogni circuito
si potrebbe ricreare una serie di salti e ostacoli che i piloti conoscono
e che rimangono praticabili anche con la pioggia. Non è una nostra idea,
si vede già da tempo negli States (in foto un panettone artificiale alla
gara di Palm Springs dell’AMA Supermoto), ma si inizia a parlarne anche
da noi. Siamo al livello di voci di corridoio, niente di più, ma a breve
si vedrà. Intanto, dall’America arrivano gli X Games all’ennesima potenza,
ovvero i Moto X Championships (di cui trovate un servizio su questo numero),
con gare strepitose di freestyle, supercross, speed&style e motard.
Quest’ultimo potrebbe sembrare il meno entusiasmante in mezzo a tanto
spettacolo, invece è stato proprio il contrario: salti su asfalto a 120
km/h, tripli di terra con le moto che volano a 8 metri dal suolo. Dentro
e fuori dallo stadio di San Diego a velocità folli. Questo è vero motard,
ma anche gli americani non sono in grado di riproporre gare del genere
per un intero campionato, perché ci vogliono troppi soldi, e così l’AMA
Supermoto ha gli ostacoli artificiali, ma si continua a correre nei parcheggi
dei centri commerciali o dei Casinò, con le balle di paglia e le fettucce
a indicare il percorso. A conti fatti, c’è più gusto a essere italiani.
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