Harley-Davidson Rocker C
Caratteristiche
La Rocker è una delle grosse (in tutti i sensi) novità Harley-Davidson
per l’anno in corso che, lo ricordiamo, coincide con il 105° anniversario
del Marchio. Le ricorrenze, si sa, fanno parte del Gioco in quel di Milwaukee
e da tempo hanno cadenza quinquennale: un volano portentoso per smuovere
gli animi, se mai ve ne fosse bisogno, degli harleysti praticanti ma soprattutto
potenziali. Questi, infatti, non possono restare indifferenti davanti a
questa custom sopraffina, che sembra opera di un appassionato
“customizer”
piuttosto che un esemplare prodotto in serie dalle catene di montaggio
del Wisconsin. Questa Rocker, straordinariamente lunga e bassa, con
l’interasse
di 1.760 mm e la sella a 640 mm da terra (con un pilota di 81,7 kg alla
guida, tengono a precisare...), non può essere scelta in alternativa ad
altre moto.
Estetica
Proprio per le sue caratteristiche, per il suo aspetto e anche per il suo
prezzo necessita di un amore di base per il bicilindrico USA. In quanto
ad esagerare, basta la misura del pneumatico posteriore: 240 mm di sezione
su cerchio da 18 pollici. Aggiungiamoci anche una forcella Showa da 49
mm lunga lunga inclinata di ben 38° al cannotto e capiremo di essere sul
pianeta di un’altra galassia motociclistica. Per dare nell’occhio
con
classe, sommate le due precedenti considerazioni godendovi in aggiunta
l’eleganza, la personalità, la cura dei particolari di questa...
fuoriserie
di serie. Le fotografie rendono meglio di qualsiasi descrizione. Ci limitiamo
a sottolineare alcuni particolari che caratterizzano l’Harley-Davidson
Rocker, pneumatico posteriore e forcella a parte. Primo fra tutti il manubrio
in acciaio inox con cablaggio integrato e riser “V-bar” regolabili;
il
piccolo fanale anteriore, di foggia “bullet”, che ricorda quelli dei
camion dei pompieri americani; l’originale, quanto ben realizzato
serbatoio
dell’olio a ferro di cavallo in lega d’alluminio. Il parafango
posteriore
è fissato direttamente al forcellone senza supporti a vista: rimane così
aderente alla ruota nella sua escursione. Il bicilindrico di 1.584 cc (96
c.i.d, cubic inches displacement, per dirla all’anglosassone), è
verniciato
a polvere nera ed è completato da due scarichi “shorty” gemellati
sul
lato destro. La presenza delle pedane per il passeggero solleva leciti
dubbi sulla sua eventuale collocazione: la Rocker del servizio è la versione
C (Custom), equipaggiata con sella Trick brevettata. È di fatto una monoposto,
ma con il trucco: ribaltando la sella in avanti, si estrae un robusto supporto
metallico che, ruotato all’indietro in posizione rialzata sul parafango,
fornisce il piano d’appoggio ad uno strapuntino alloggiato nello spessore
della sella principale. Una sistemazione di fortuna, niente da dire, ma
vi assicuriamo che offre una posizione più che dignitosa e confortevole
all’eventuale trasportato. A questo proposito ricordiamo che la versione
base della Rocker, quella senza “C” per intenderci, monta una sella
monoposto
fissa, posta a soli 620 mm da terra. Come optional si può acquistare una
seconda sella che viene imbullonata in alloggiamenti già predisposti nel
telaio, insieme alle pedane. Parlando di differenze, mentre la Rocker C
è un fiorire di cromature, la Rocker normale al posto delle parti cromate
presenta particolari satinati. La qualità costruttiva e le finiture sono
di alto livello; la strumentazione, in sintonia con l’immagine della moto,
è limitata ad un semplice elemento analogico circolare sul serbatoio. Il
piccolo display digitale comunica al pilota chilometraggio totale, due
parziali, orologio, riserva carburante con funzione countdown; le piccole
spie sono quelle dell’insufficiente pressione olio,
dell’autodiagnosi
del motore ed è presente la spia della sesta marcia inserita.
Ciclistica
Dimensioni, peso ma soprattutto fattezze sembrerebbero sconsigliare la
Rocker per percorsi diversi dagli sterminati rettilinei dell’Arizona.
Invece, giù il cappello anche nella ben più tortuosa ambientazione nostrana.
La posizione in sella è tipicamente custom, con manubrio largo
“spinto”
dai lunghi riser verso il pilota e le pedane giustamente avanzate. La sella
non eccelle per imbottitura ma è ben conformata e si rivela sufficientemente
confortevole anche sulle lunghe percorrenze. I piedi a terra si mettono
facilmente ma non come promette l’altezza della sella perché il corpo
centrale è abbastanza voluminoso e questo impone di allargare sensibilmente
le gambe. La lunga stampella laterale (nessuna Harley ha il cavalletto
centrale) è dotata di interruttore di sicurezza. In città il vantaggio
è dato dal notevole raggio di sterzo; l’esile pneumatico anteriore e il
manubrio largo permettono di destreggiarsi con discreta facilità nel traffico,
così che la Rocker esibisce una maneggevolezza inaspettata.
Nuovo propulsore
Il bicilindrico, qui nella sua versione B con controalbero di smorzamento
delle vibrazioni e omologato Euro 3, è fissato al telaio rigidamente, come
tutti i modelli della famiglia Softail. L’alimentazione ad iniezione
solleva
dal problema delle partenze a freddo, sempre impeccabili. Le vibrazioni
sono contenute ma presenti, come si conviene alle Harley purosangue: niente
a che vedere con i vecchi 1.340 cc ma capaci comunque di trasmettere il
carattere del grosso twin. Rispetto al precedente Twin Cam di 1.450 cc
dimostra maggiore prontezza all’apertura del gas e una spinta più
vigorosa;
d’altra parte è meno propenso a sopportare bassi regimi con marce alte,
avendo perso parte dell’elasticità dei motori precedenti. Una nota
positiva
viene dal cambio a 6 marce migliorato negli innesti, ora più dolci e precisi.
Non si possono pretendere velleità sportiveggianti, ci mancherebbe:
passeggiando,
come è lecito prevedere con una moto simile, si sale di rapporto e si scala
con sufficiente silenziosità. La sesta marcia è di riposo per abbassare
il regime di giri nella marcia in autostrada. Le leve al manubrio, sia
il comando meccanico della frizione sia il freno anteriore, impongono uno
sforzo notevole e affaticano nel traffico. Ovviamente da dimenticare la
protezione aerodinamica: l’assetto di guida custom impone il sacrificio
di essere con il busto totalmente esposto all’aria e questo affatica nei
lunghi trasferimenti autostradali.
Sorprende nel misto stretto
La Rocker riserva in compenso una piacevolissima conduzione nel misto,
anche tormentato. A dispetto di ruotona posteriore e forcella lunga si
riescono a pennellare traiettorie davvero precise e sicure, soprattutto
ad andature spedite, dove il limite è fissato, come sempre, dal precoce
strisciamento delle pedane. Solo nel misto più lento si fa sentire la grossa
sezione del pneumatico posteriore: occorre allora maggiore impegno fisico
per accompagnare in piega la Rocker lavorando di braccia e busto. Il finto
telaio rigido rivela un ottimo comportamento delle sospensioni, sempre
in relazione alle caratteristiche della moto: dietro l’escursione è più
che sufficiente per offrire un buon comfort di marcia e la forcella si
rivela scorrevole e perfettamente tarata per assorbire le comuni asperità.
Freni all’altezza della situazione: efficace il disco anteriore, un
po’
meno il posteriore che richiede uno sforzo deciso sul pedale. Nonostante
la cubatura del bicilindrico, la Rocker si dimostra parca nei consumi con
percorrenze di oltre 17 km/litro sul misto e in autostrada grazie alla
sesta marcia di riposo. Consumi che salgono sensibilmente nell’uso
cittadino.