Malaguti Madison 400

Maturità raggiunta

Introduzione



Superscooter. La crescita esponenziale degli scooter di grossa cilindrata ha portato di fatto a coniare un nuovo termine per indicare questa categoria di mezzi. E oggi, per un costruttore specializzato in questi veicoli nati inizialmente per l’uso in città, è praticamente obbligatorio avere anche un modello di questo tipo in listino.


La Malaguti
, da sempre leader nel settore dei mezzi di piccola cilindrata, ha accettato la sfida e partendo dal conosciuto e apprezzato Madison, ha allestito un superscooter da 400 cc dotato del nuovo motore Franco Morini. Una decisione alla quale l’azienda è giunta per tempo, a dimostrazione ancora una volta di come a Bologna abbiano i piedi per terra: hanno sempre badato a non fare il passo più lungo della gamba e fino ad ora la cosa ha sempre premiato., anche sul importante piano economico. Il Madison 400 arriva infatti buon ultimo nella combattuta categoria dei “supermaxi” e con una cilindrata che ormai è stata ampiamente superata, visti i recenti 500 e 600 cc che Suzuki Honda e Yamaha hanno presentato.
Ma 400 cc portano a costi, anche di gestione più contenuti, e “casualmente” coincidono anche con quelli di cui è dotato il Suzuki Burgman nella versione a lungo re indiscussa della categoria. E il nuovo scooter Malaguti costa ben 600 Euro in meno rispetto al pari cilindrata di Casa Suzuki, per non parlare della differenza che c’è con gli Honda,  Piaggio e Yamaha di cilindrata superiore. Altro fiore all’occhiello è il nuovo motore Franco Morini, che oltre ad aver permesso la realizzazione di un alleanza tutta bolognese, si distingue per le ottime prestazioni che unite al peso contenuto di 177,2 kg, permettono al Madison prestazioni superiori a quelle del diretto rivale Suzuki e ottime in senso assoluto. Perché il nuovo due ruote Malaguti bada infatti al sodo, visto che comodità, praticità e protettività sono su questo maxiscooter tenute in gran conto.
Il nuovo motore F. Morini è nato bene: potente, 27,53 CV rilevati all’albero, si tratta di un corsa corta raffreddato a liquido e con distribuzione monoalbero a 4 valvole, dunque indicato per gli alti regimi (la potenza massima è a 7.000 giri, la coppia a 6.000) e tuttavia dotato anche di ottima progressione ai regimi medio-bassi, ben sfruttata da un’efficiente trasmissione. Un altro pregio di questo motore è la leggerezza, visto che con carburatore, accensione, generatore e avviamento elettrico pesa solamente 47,5 kg,  e questo ha reso possibile mantenere, nonostante la cilindrata maggiore, uno dei punti cardine del progetto: la buona ripartizione dei pesi (siamo a 40% sull’anteriore e 60%  per il posteriore) che è va a tutto vantaggio della guidabilità. Catalizzato allo scarico, le sue emissioni rientrano nella normativa Euro 2. A proposito di carburante, il bocchettone del serbatoio in punta di sella rende molto difficile riempire fino all’orlo il serbatoio stesso; tutto ciò rende il dato del consumo puramente indicativo.

La prova su strada




Su strada il Madison 400 ha dimostrato un erogazione della coppia fluida e vigorosa: come anticipato le prestazioni si sono rivelate ottime, tanto che in accelerazione e ripresa lascia indietro il Burgman di rispettivamente, 5 e 8 decimi, mentre per quanto riguarda i consumi, questi si sono dimostrati un po’ al di sopra della media (ma va detto che la carburazione dell’esemplare in nostro possesso non era a punto).
Note estremamente positive arrivano anche dal comportamento dinamico,
già ottimo grazie alla ciclistica sana (progettata a suo tempo come l’intero scooter dalla Engines Engineering, altra azienda bolognese): l’incremento di prestazioni non ha inficiato le caratterisitche di guida che sono ottime.
Esteriormente la sola modifica rispetto al 250 è data dall’aumento del diametro dei dischi dei freni, passati a 270 mm davanti e 240 mm dietro, sempre con pinze a tre e un pistoncino rispettivamente e sistema integrale (la leva di destra ne aziona due anteriori, quella di sinistra i restanti due). L’impianto è potente, ma per sfruttarlo si deve fare molta forza sulle leve. Nulla da dire invece riguardo alla tenuta di strada: l’interasse abbondante (1.495 mm) e le sospensioni discrete (la forcella è un po’ morbida, mentre gli ammortizzatori posteriori soffrono di poca escursione) fanno si che il Madison corra sicuro anche sui curvoni, e mostro solo una lieve tendenza ad allargare la traiettoria con l’anteriore nelle curve lente. Viaggiando in due è praticamente obbligatorio precaricare il mono (regolabile su 5 posizioni) soprattutto in città perché la luce a terra è scarsa; la regolazione dell’ammortizzatore di destra è molto ostacolata dalla presenza dello scarico.
In fatto di comfort siamo a un ottimo livello sia per il pilota
, grazie alla corretta posizione di guida e ad un’ottima protettività fornita dal parabrezza molto ampio e alto e dallo scudo di generose dimensioni, che per il passeggero, che in virtù di una porzione di sella ampia e pedane ad un’altezza ragionevole può godere di una sistemazione sempre confortevole. Nell’uso in città la posizione raccolta e il manubrio largo aiutano a districarsi nel traffico nonostante la lunghezza (2.030 mm),  e la notevole sporgenza degli specchi retrovisori. La strumentazione è posizionata piuttosto in  basso, e in più il suo disegno la rende quasi illeggibile: ci si deve affidare allora al display digitale, dove si può scegliere tra tachimetro/contakm, contagiri, voltmetro, orologio e intervallo di sostituzione dell’olio. Completano la dotazione del 400 il termometro dell’aria esterna e un dispositivo che, in presenza di temperatura inferiore ai 4°C, segnala la possibile presenza di ghiaccio.
Ma queste due pecche si dimenticano in fretta pensando alla ricchezza delle dotazioni, che comprendono anche due cavalletti facilissimi da azionare (con la stampella dotata di interruttore di massa) e all’ottima capacità di carico in virtù soprattutto della profondità del vano sotto la sella con luce di cortesia (se avesse forma più regolare sarebbe perfetto) ma anche al vano e al piccolo ripostiglio dietro lo scudo (c’è anche una presa di elettricità a 12 Volt). Proprio nel frontale si trovano le uniche modifiche estetiche di rilievo rispetto al 250, che riguardano appunto il plexiglas e la parte inferiore del parabrezza.
Si può quindi parlare di maturità raggiunta con la versione 400 del Madison. Un mezzo che ha tanti pregi e pochi difetti, e il valore aggiunto di un ottimo motore, utilizzabile anche per il turismo in coppia. Se poi si guarda alla voce prezzo si scopre che le belle sorprese non sono finite, tanto che 5.666 Euro necessari all’acquisto finiscono con il risultare fin troppo vicini a quelli necessari per il 250, che potrebbe risentirne negativamente. Ma considerando il successo ottenuto dal modello, che nelle sue varie cilindrate a ottobre 2001 era stato venduto in quasi 9.000 esemplari (nonostante la crisi e dopo un exploit di oltre 16.000 l’anno prima), il futuro non può che essere roseo.

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