Honda CBR600RR
Introduzione
Farà impazzire il mercato con una
linea presa in prestito dalla moto di Valentino. Sotto la carena, importanti
novità tecniche. Al primo test in pista sorprende per la facilità con cui
si gestisce l'aderenza dell'avantreno.
Una volta bastava guidare una "replica"
(moto graficamente identica a quella dei campioni in pista) per sentirsi
in sella ad una moto da gara. Oggi, la linea di confine fra Motomondiale
e produzione è molto più sottile. La nuova CBR 600 RR, porta al limite
questo concetto, candidandosi ad essere la più evoluta moto "targata"
mai prodotta in grande serie. Ovviamente, la RC211V (da cui deriva) è ancora
su un'altro pianeta, ma per noi comuni mortali, questa nuova moto rappresenta
il biglietto verso il divertimento assicurato. Costo della
corsa:
poco più di di 10.000 euro. In Italia, ne arriveranno
circa 7000
e circoleranno più che altro su strada, visto che anche per il 2003, non
è previsto un campionato monomarca.
Dopo aver pubblicato in anteprima assoluta
le prime
foto ufficiali e i primi dati tecnici abbiamo
guidato la nuova Honda CBR 600 RR sul circuito dell'Estoril. Finalmente
vista da vicino, la moto appare più piccola, bella e compatta rispetto
alle fotografie. Unici difetti, le dimensioni delle frecce e la qualità
della plastica dei due convogliatori d'aria all'air-box.
Sotto
la carenatura laterale destra c'è un pratico vano porta attrezzi
con serratura, ma sotto la sella del passeggero ora c'è posto solo per
i documenti (bisognava fare posto alla marmitta...) A motore acceso,
la civile tonalità di scarico lascia spazio all'inconfondibile sibilo
giapponese
non appena si ruota la manopola del gas. Nessuna vibrazione alle pedane
e al manubrio e ben poco rumore di aspirazione ci riportano coi piedi per
terra: la CBR600RR non è una moto da corsa, ma un prodotto stradale
destinato anche alle competizioni.
Come va in pista
Stradale dallo spirito sportivo
Una volta in movimento, ci accorgiamo che la protezione
aerodinamica
è ottima, la visibilità degli specchietti è soddisfacente e il comfort
di marcia è discreto.
La posizione di guida è molto più raccolta che in passato, per via delle
pedane più alte e del manubrio molto arretrato. Ciò comporta una leggera
interferenza tra gomiti e ginocchia compensata però da incavi del
serbatoio
che sembrano modellati direttamente sulle gambe del pilota. Le prime
impressioni in rettilineo, vengono letteralmente spazzate via al primo
inserimento in curva.
La CBR600RR chiude così velocemente la linea impostata che ci ritroviamo
sul cordolo interno senza volerlo. Stessa storia alla curva successiva,
e mentre rialziamo la moto per evitare la linea bianca, pensiamo cosa possa
combinare questa Honda con dei veri pneumatici da gara. L'avantreno
ha una capacità di stringere la corda e di dare confidenza al pilota
imbarazzante
per qualsiasi avversaria. Anche dando la classica "manata"
al gas, in uscita di curva la moto non si scompone, non perde motricità
nemmeno volendo esagerare. La buona maneggevolezza e i freni, ottimi, completano
il quadro di una moto che ciclisticamente non sembra avere punti deboli.
Solo tre dettagli non ci hanno pienamente soddisfatto: la forcella è abbastanza
cedevole, il cambio ha avuto un'incertezza nel passaggio dalla quarta alla
quinta e il motore, da 1.000 a 3.500 giri indicati, è più pigro nell'erogazione
rispetto alle concorrenti dirette (Ya
maha
YZF-R6 su tutte).
Oltre i 3.500 giri, il motore della RR sale con ben poche incertezze fino
a quota 9.000. Oltre questo valore, l'allungo fino al taglio del limitatore
(15.400 giri indicati) è rabbioso come solo il "636"
della Kawasaki può vantarsi
di essere. Yamaha, Honda, Kawasaki: da più di un mese ormai, le tre nuove
600 giapponesi si rincorrono per il mondo alimentando la "fame"
del confronto, ma anche per noi, che le abbiamo provate a settimane di
distanza l'una dall'altra e in condizioni molto differenti, è difficile
sbilanciarsi in un pronostico azzeccato. Non vi resta che aspettare,
a breve su Motociclismo, il verdetto del cronometro.