Spagna - Andalusia
Introduzione
In Andalusia si legano in un suggestivo
insieme tradizioni come la corrida e la produzione dello sherry, antiche
istituzioni come il latifondo, il retaggio della dominazione araba, la
modernità di Siviglia. Il suo nome viene dai barbari che dominarono la
zona: i Vandali. La moto è il mezzo ideale per girarla in lungo e in
largo.
La malinconia dello stare fermo troppo
a lungo in un posto. L’inverno. Freddo, neve, temperature costantemente
al di sotto delle medie stagionali.
Niente di meglio che "spezzare"
la stagione fredda con un viaggio in luoghi più miti!
Vandalusia, così venne chiamata dai Vandali
questa terra
che si spinge verso sud fino a lambire l’Africa, afferrandone anche i
benefici influssi climatici. Il tentativo di attraversare la
Mancha,
terra di sogni, ma di cupe, fredde e tristi nebbie invernali, ci fa perdere
un giorno alla ricerca di castelli che dominano vallate coperte di mulini
a vento, che diedero spunto a Miguel De Cervantes nella realizzazione
del suo capolavoro “Don Chisciotte”. Ne intravediamo un paio, prima
di
spingerci definitivamente verso sud, congelati ed un po’ scoraggiati.
Invece, come per incanto, dopo Almagro, unico angolo fiammingo di Spagna
con la sua caratteristica plaza, le nebbie scompaiono e la temperatura
comincia ad assumere connotati da sud Europa.
Cordoba e Siviglia
Il vento è sfruttato in più parti della
Spagna come fonte di energia alternativa. Qui siamo nella zona dello
stretto di Gibilterra, dove i generatori eolici, come si nota, sono
numerosi in quanto l’area è battuta dal vento quasi ininterrottamente.
L’itinerario prevede come prima sosta Cordoba.
Di fatto stiamo seguendo il corso del Guadalquivir,
fiume un tempo navigabile, che sicuramente fece le fortuna di
questa
parte della penisola iberica. La struttura urbanistica araba, che domina
la zona, invoglia, complice anche una temperatura primaverile,
a
percorrere i suoi vicoli in cui è facile perdere l’orientamento.
Ma la vera attrazione di questa cittadina
di provincia è senza dubbio la moschea, trasformata in cattedrale nel
1523, operazione che provocò critiche feroci anche nello stesso mondo
cattolico, ma che ha lasciato sicuramente un’opera straordinariamente
unica nel suo genere.
Dopo Cordoba, l’itinerario ci porta alla
città più importante di Andalusia, cioé Siviglia, che pochi anni
fa ha saputo mettere a frutto l’occasione dell’Esposizione
Internazionale
per diventare una delle città più moderne di Spagna e d’Europa, mantenendo
però la sua identità.
L’atmosfera è completamente diversa rispetto a Cordoba: ritmi
frenetici, degni di una metropoli (a Siviglia vivono quasi un milione
di abitanti), e l’università che la rende piena di vita anche di
notte.
L’afflusso turistico è sempre assai intenso. Assolutamente da non perdere
sono la cattedrale - che è la chiesa gotica più grande del mondo,
anch’essa edificata sulle ceneri dell’antica moschea completamente
abbattuta
- e soprattutto l’Alcazar, il più antico palazzo reale tuttora
residenza della famiglia reale quando si sposta da queste parti. Due visite
che richiedono l’intera giornata.
E le moto? Parcheggiate tranquillamente
sui marciapiedi di strade secondarie.
Il porto di Colombo
Nella zona del Guadalquivir sono numerosi i coreografici giardini di stile
arabo. A sinistra, il patio de los Arrayanes nel palazzo
dell’Alcazar
a Granada. La mattina seguente la temperatura è decisamente mite:
costeggiamo
ancora il Guadalquivir fino alla foce, a San Lucar de Barramela,
storico
porticciolo da dove Cristoforo Colombo nel lontano
1498 partì
per il suo terzo viaggio verso le Americhe, e che lo stesso
Magellano
nel 1519 scelse come base per il primo viaggio intorno al mondo.
Oggi è famoso per la flotta di pescherecci, per gli ottimi ristoranti
di pesce, e per la possibilità di degustare la Manzanilla, un
vino dolce che fa da giusto preludio alla zona dello sherry per
antonomasia, distante appena qualche km e che ha come fulcro e centro trainante
la cittadina di Jerez de la Frontera.
La sosta per visitare alcune bodegas è obbligatoria! Ce ne sono moltissime
ma con mancanza di tempo a disposizione il consiglio è di volgere
l’attenzione
alle più grandi: Gonzalez-Byass, Domeck, Williams and Humbert. La prima,
che è anche la più antica (vinificano da ben 160 anni) ed è famosa per
il vino secco Tio Pepe, può rappresentare un buon compromesso: le
visite sono diverse nell’arco della giornata (anche in più lingue, tranne
l’italiano naturalmente) anche nei periodi di bassa stagione. Si
effettuano
con un trenino, accompagnati dalla guida, senza obbligo di prenotazione.
Ma la strada chiama e dopo una degustazione mattutina, via verso la
parte costiera meno sviluppata dal punto di vista turistico, ma proprio
per questo probabilmente più interessante.
Cadige e Tarifa
A sinistra, i pescherecci ormeggiati nel porto di Tarifa. La
città
più meridionale di Spagna è famosa infatti per la pesca
nell’Atlantico.
Cadice, detta anche Julia Augusta Gadigana: tanti nomi per un solo
luogo, fondata dai fenici, abitata fin dal 1100 a.C., è una
delle
città più antiche d’occidente.
Il nucleo antico, edificato su di un promontorio, è circondato
da
un bastione pentagonale seicentesco: sono poco più di quattro chilometri
da percorrere in moto o a piedi, per rendersi conto che la parte più
interessante
è quella chiusa tra il castello di Santa Catalina e il ponte che
unisce le mura con il castello di San Sebastiano, una camminata
di circa un chilometro molto suggestiva.
Ma il giorno non è ancora finito e compiamo probabilmente l’unico errore
del viaggio non fermandoci per la notte, anche se Tarifa ci farà
presto dimenticare l’errore, con un tramonto sulle Colonne
d’Ercole
da togliere il respiro, una veduta spettacolare sulle coste africane
e, cosa da non sottovalutare, una cena a base di pescado (parola che identifica
il pesce fresco).
L’alba ci sorprende a caccia di immagini, ma il tempo non è dei migliori,
anche se le luci sono fantastiche. Comunque, la zona delle Sierre,
con i suoi pueblos blancos (paesini caratteristici per gli edifici
bianchi) ci attende con una fitta rete di strade panoramiche.
Ronda e la Corrida
Un altro spettacolo tipico d’Andalusia è la corrida:
nell'immagine
a sinistra, l’arena di Cordoba nella piazza omonima. Purtroppo, negli
ultimi anni questa zona (le Sierre) è diventata tra le più piovose di Spagna
in inverno e il tempo non tarda a ricordarcelo.
Ciononostante, dopo aver goduto appieno la visita ad Alcalà de los
Gazuelos
e alla splendida Grazalema, la pioggia non ci ha impedito di
apprezzare
anche Arcos de la Frontera e Ronda, altrettanto stupende.
La prima, posta ad anfiteatro, alta su rocce rossastre a dominio del
fiume
Guadalete che la avvolge quasi completamente, e la seconda, definita
la città più bella dell’Andalusia e tra le più belle di Spagna. In
questa zona nacque la moderna corrida. La plaza de toros,
la più antica di Spagna, fu inaugurata nel 1784. Vero e proprio santuario
del genere, è perfettamente conservata. L’arena forma un circolo perfetto,
con 2 ordini sovrapposti di archi ribassati, poggiati su 176 colonne toscane,
ben 5.000 posti a sedere, un diametro di 66 metri, completamente
coperta ed è l’unica che abbia la barriera protettiva in pietra.
Le strade panoramiche continuano anche ad est di Ronda, i villaggi bianchi
continuano ad accompagnarci anche nel trasferimento verso Granada.
Merita una segnalazione la zona di Bobastro: la deviazione costeggia
i bordi di uno strapiombo fino a giungere ad un laghetto artificiale,
incastonato
su questo sperone da cui si domina la valle sottostante e la Garganta del
Chorro, zona di appassionati di free climbing. Siamo a soli 400 metri
di altitudine, ma la vista spazia lontana. Questa è senza dubbio la
via più diretta e panoramica per giungere ad Antiquera, dove sarà
possibile visitare 3 dolmen (immensi portali di pietra simili a
quelli di Stonehenge) tra i più grandi d’Europa, prima di immettersi sulla
superstrada per percorrere gli ultimi 90 km che ci separeranno da Granada.
Granada
A sinistra, il patio de los Arrayanes nel palazzo dell'Alcazar a
Granada.
La città, è una via di mezzo tra Cordoba e Siviglia delle quali prende
le caratteristiche migliori. Castello rosso, così era definito
il
celeberrimo Alhambra dagli arabi, uno dei massimi
capolavori
dell’arte musulmana, unico esempio di complesso medioevale
moresco
giunto praticamente intatto fino a noi.
Un catalizzatore turistico impressionante: basti pensare che la visita
all’Alcazar, probabilmente la parte più interessante di questa
città
reale, che al tempo dei Mori poteva ospitare un’armata di quarantamila
uomini, nei periodi di maggiore afflusso va prenotata il giorno prima,
e solo per poter essere effettuata negli orari stabiliti al momento
dell’acquisto
del biglietto. Per la visita occorrono 3-4 ore.
La giornata procede tra visite e bar de tapas, fino alla chiesa
di San Nicola, da cui si gode il tramonto più spettacolare di tutta
Granada. Sullo sfondo “Qalat Alhambra” e la Sierra
Nevada,
che procura alla città un insieme di vantaggi che non ha eguali, nei centri
del meridione: una vegetazione sempre fresca, un clima temperato,
con però l’ardore di un sole tropicale ed il terso azzurro di
un cielo del sud.
Sono gli ultimi momenti di una lunga, luminosa giornata. Ma anche del viaggio.
Risalendo verso nord troveremo ancora 24°C a Sagunto. A casa ci aspetta
l'inverno...
Informazioni di viaggio
Se non si vuole compiere in moto l’intero tragitto per l’Andalusia
(circa
2.500 km dalla frontiera italiana) si può approfittare della
compagnia
genovese Grandi
Navi Veloci (tel.
010-55091) che, in 18 ore circa, copre la tratta
Genova-Barcellona
al prezzo di 121 euro per moto e persona (69 euro per una persona in più).
Una volta nel capoluogo catalano, vi separeranno “soltanto” un
migliaio di km dalla zona d’operazioni (dove il nostro itinerario ammonta
a circa 1.200 km ed è consigliabile effettuarlo in almeno due
settimane).
Le partenze, in bassa stagione dall’Italia sono il lunedì, mercoledì e
venerdì sempre alle 21. Per il ritorno, martedì e giovedì sempre alle 21,
la domenica alle 2 del mattino. La benzina è probabilmente la meno cara
dell’intera Unione Europea, mediamente 20 centesimi in meno a litro
rispetto agli altri paesi.
Per il resto purtroppo i prezzi si stanno allineando, anche se la qualità
dei ristoranti è comunque, spesso, molto elevata. E’ possibile risparmiare
ancora qualcosina nei bar de tapas, locali di aperitivi che rappresentano
in Spagna, un po’ meno Andalusia, un vero e proprio rito. Consigliamo
al proposito “La bodega Santa Cruz las columnas” (caje Rodrigo Caro
1,
Siviglia - nei pressi della cattedrale) e “La bodegas mancha” (caje
Joaquin
Costa 10, Granada).
A Jerez concedetevi tutto il tempo necessario per le visite alle cantine,
ma per gli acquisti in tema prendete nota: Bodega-Museo San Rafael: la
conoscono tutti, in caje Arcos 4. La scelta è eccellente dagli sherry ai
brandy, i prezzi sono inferiori a quelli degli spacci delle bodegas e
c’è
la possibilità di degustare prima dell’acquisto.
Per quanto riguarda infine i ristoranti, ne consigliamo due: il
“Morilla”
a Tarifa e “El Churrasco” a Cordoba.