Basilicata
Introduzione
Prerogativa di un bel viaggio in moto
è l’itinerario, che deve essere bello, adatto alla propria moto e al
proprio
stile guida. La scelta non è sempre facile, spesso si finisce per optare
per percorsi fin troppo battuti e conosciuti per essere sicuri di non
sbagliare.
Ma a volte capita anche l’imprevisto,
sotto forma di un consiglio di un amico o "l’obbligo" posto
dalla redazione. Un ordine che in questo caso si è trasformato in un piacere,
perchè ci ha permesso di scoprire un po’ meglio la Basilicata,
attraverso
un itinerario poco noto ma bellissimo, quanto e anche di più, di molti
altri più famosi.
Del resto basta guardare la cartina
per essere stimolati dall’estrema irregolarità del territorio, in
gran parte montuoso, con due soli sbocchi sul mare. L’itinerario prevede
la partenza da Potenza, che con 819 metri sul livello del mare è il capoluogo
di regione più alto d’Italia, e l’arrivo a Maratea. Ultimo dubbio
che
si può avere in questi casi non può che riguardare la qualità delle strade:
ma è sufficiente arrivare al capoluogo e imboccare la S.S. 94 per togliersi
qualsiasi preoccupazione. L’asfalto appare più che dignitoso e,
dopo
aver costeggiato per una decina di km il raccordo autostradale per la A3,
se ne stacca per assumere tutti i connotati di un percorso panoramico,
divertente, e cosa assai importante, con scarsissimo traffico. Sulla
destra scorre Picerno, dominata da una torre normanna e famosissima per
la produzione di salumi e insaccati, ma è presto per cominciare con gli
assaggi. Il divertimento della guida continua fino a dopo Vietri di Potenza,
dove ci si arriva decisi attraversando bellissimi boschi di faggi.
Qui c’è un primo bivio, dove ci attende
il Vallo di Diano. A Salvitelle si va a sinistra per salire
fino
al paese dove, a un altro bivio, si gira a destra fidandosi del prorpio
orientamento visto che non ci sono indicazioni;
in ogni caso, per questa strada si entra
in Campania. Qui il traffico sembra diventare quasi del tutto assente,
ma a fermare eventuali pruriti al polso destro ci pensano il fondo stradale,
cge peggiora notevolmente, ma soprattutto il panorama, veramente incantevole.
Proseguendo in direzione di Auleta potrete trovare un ottimo posto dove
fare sosta nelle grotte di Pertosa che, soprattutto d’estate, con
uno sviluppo di circa 2 km ed una temperatura media all’interno di circa
15°C, rappresentano un validissimo rimedio alla calura. La visita, con
guida, dura circa un’ora e costa 15.000 lire. Attenzione che
l’ultima
visita è alle 19 (partono ogni ora), ma rimane comunque consigliabile
approfittare
delle ore più calde del giorno, po’ per approfittare del piacevole
refrigerio,
ma soprattutto perché il viaggio è ancora lungo e ci sono altre soste molto
interessanti come quella per la visita della Certosa di Padula.
Proseguendo si arriva a Polla, dove
si entra ufficialmente nel Vallo di Diano, un bacino lungo 37 km che
un tempo fu un lago, diventato poi palude e ora ennesimo dono
all’agricoltura
e punto di transito super veloce (quindi dritto e trafficato) per raggiungere
la Calabria, ma attenzione, è supertrafficato nonché inesorabilmente dritto.
Questo è l’unico tratto poco divertente del percorso, che comunque
ci si lascia presto alle spalle (dopo una trentina di km circa) in favore
della meno utilizzata S.S. 426 per Teggiano e poi in direzione Padula.
Certosa di Padula
La Certosa di Padula, unica realtà nel suo genere rimasta nel mezzogiorno,
è sicuramente uno dei complessi monumentali meglio conservati di tutto
il meridione. La visita a pagamento (8.000 lire), è permessa solo in
compagnia di impiegati comunali, con esclusive funzioni di controllo
accompagnate,
purtroppo, da scarsissima conoscenza della struttura la cui edificazione
iniziò nel lontano1306, ma che vide protrarsi i lavori fino al ‘700.
Comunque documentarsi prima non è difficile: basta chiedere di
Angelo
il giardiniere, una vera miniera di informazioni che vi condurrà alla scoperta
degli angoli più nascosti di questa cittadella di Dio, chiamata anche la
“Certosa degli angeli”. Una curiosità, e questa non la sapeva
neanche
il buon Angelo: nella biblioteca, alla quale si accede tramite
una
scala, vero e proprio miracolo di ingegneria di forma elicoidale, con una
sequenza di 38 gradini raccordati tra di loro senza l’uso di calce, lungo
un cordolo in pietra, sono custoditi testi assai rari, compresi
i libri “proibiti” di cui si parla nel romanzo di Umberto Eco
“Il nome
della rosa”.
Piccola divagazione è la salita all’altopiano di Mandrano, una
ventina
di km in tutto: è famoso per la purezza dell’acqua che sgorga dalla
sorgente,
ma soprattutto perché da qui partiva una conduttura che portava il latte
(sì, avete capito bene, proprio il latte) fino alla Certosa. Salendo la
strada ridiventa panoramica solo nei pressi di Montasano sulla Marcellana.
Da lì si imbocca la S.S. 103, ma attenzione al bivio prima della galleria
proprio al confine regionale, perché le indicazioni sono un po’ ambigue:
ignoratele e andate a sinistra. Dopo aver valicato la Sella Cessuta
immersi nei boschi, si raggiungerà Moliterno. Durante il tragitto viaggerete
praticamente da soli in quanto la strada è praticamente in disuso: è necessario
fare attenzione al manto stradale. Da qui, dopo la piana di Sarconi, famosa
per la produzione di fagioli, la scalata al Monte Sirino è praticamente
obbligatoria per poter raggiungere Lagonegro.
Approfittate per raggiungere il lago Laudemio, un piccolo bacino di origine
glaciale, spesso in secca nella stagione più calda, che dà il nome
all’omonima
riserva naturale regionale. Da Lagonegro le possibilità per scendere verso
la costa sono diverse, ma tutte ugualmente panoramiche e oltremodo divertenti.
Prendendo la S.S. 19 avrte la possibilità di passare per il lago
di Sirino, piccolissimo bacino con una sorgente nelle vicinanze, e poi
per Rivello, uno dei borghi più interessanti di tutta la Basilicata per
la straordinaria posizione: il Monte Sirino è ancora incombente ma
dall’altro
lato si domina la profonda valle del Fiume Noce.
Scendendo dal paese, una volta arrivati sulla S.S. 585 piegate immediatamente
a sinistra per Trecchina, verso il passo la Colla, dove l’inconfondibile
odore del mare vi accompagnerà negli ultimi chilometri di discesa tortuosa
tra i boschi, verso uno dei più importanti centri turistici dell’intera
Basilicata: la zona di Maratea, che offre l’unico punto di sbocco
al mare Tirreno della regione. Qui se il tempo non è un problema
sarebbe opportuno fermarsi un due o tre giorni per scoprire una delle zone
più suggestive del golfo di Policastro, dove i tramonti sono di una
bellezza commovente.
Godeteveli dalla sommità del Monte San Biagio, dal belvedere del Cristo
Redentore o approfittatene per guidare (no, di più, consideratelo un
ordine) sulla tormentatissima costiera, spettacolare, panoramicissima,
un po’ stretta ma con un ottimo asfalto, alla ricerca del punto migliore
per ammirare il sole calare dietro Punta degli Infreschi, dall’altro lato
della baia.
Si viaggiare...