Piemonte - Curve e sapori

Viaggio nelle Langhe

Introduzione


L'autunno -  e con esso i primi freddi - non spegne certo la voglia di moto ma anzi: con i suoi colori e i suoi profumi, invita alla scoperta di itinerari suggestivi che proprio in questa stagione offrono il meglio e non solo dal punto di vista paesaggistico, pioggia permettendo, naturalmente!

Non è una scelta casuale infatti questo itinerario di un centinaio di chilometri nelle Langhe piemontesi: regione ben nota agli appassionati locali - che la attraversano di gran carriera per scendere verso la Liguria - ma meno conosciuta dai motard forestieri e che si rivela un vero paradiso per le due ruote. Le strade si prestano a qualsiasi tipo di moto grazie alla buona conservazione dell'asfalto e alle caratteristiche di misto armonioso, ideale per saggiare qualche piega "cattiva" ma perfettamente intonato anche alle andature più turistiche: la abbiamo affrontate comodamente seduti su uno Yamaha Majesty, compagno di viaggio impeccabile per comfort, capacità di carico e facilità di guida.
Nel solito noioso trasferimento autostradale abbiamo rilevato come il parabrezza di serie sia un po' basso per piloti  di statura medio-alta, il cui casco viene investito in pieno dall'aria. In compenso si apprezzano i piccoli deflettori opzionali, avvitati ai lati della carenatura, che proteggono decisamente meglio le gambe dalle turbolenze laterali. Per chi viene da nord, dall'uscita Asti est sulla Torino-Piacenza-Brescia si imbocca la statale 231 in direzione di Alba: sono 32 chilometri di passione perché la strada è battuta da lunghe file di autotreni che vanno e vengono dal traforo del Frejus. Alba, il comune più popoloso delle Langhe, dalla storia più che millenaria, presenta un centro di struttura medioevale caratteristica, ricco di torri e edifici sacri e profani. Segnaliamo il Duomo di San Lorenzo e la chiesa barocca di Santa Caterina; tra gli edifici più prestigiosi il Palazzo Comunale e il Teatro Sociale, uno dei migliori esempi di neoclassicismo architettonico, sottoposto negli ultimi anni ad un eccellente restauro. Passeggiando nel centro o sulla via "Maestra" si può sostare negli storici caffè o nelle rinomate pasticcerie per assaggiare il tartufo dolce o una fetta di torta alle nocciole. Ma ovviamente è il Tartufo Bianco d'Alba il protagonista assoluto della zona: è cominciata ad ottobre la 70a edizione della Fiera Nazionale ad esso dedicata, in concomitanza con i primi raccolti. Questa non è un'annata felicissima per il tartufo, poiché le scarse piogge di giugno e luglio non hanno preparato al meglio il terreno in cui si sviluppa il “tuber magnatum pico”: nonostante tutto il prezzo medio si aggira sulle 400.000 lire l'etto!

Diano d'Alba



Appena fuori dalla cittadina, in direzione sud verso Savona, un mondo nuovo si apre davanti alle ruote: la piatta statale è un lontano ricordo perché la strada comincia a salire e il paesaggio si fa decisamente collinare. vigneti.
In meno di dieci chilometri siamo nel comune di Diano d'Alba, la città di uno dei vini più famosi, il Dolcetto: tutt'intorno si estendono 321 ettari - appartenenti a ben 264 proprietari diversi - interamente coltivati a vitigni del prezioso vino. La discesa verso Grinzane Cavour apre il panorama che è la caratteristica delle Langhe: splendide colline, tutte regolarmente coltivate con filari impeccabili di viti, e sulla sommità di ognuna piccoli centri con borghi medievali e castelli. Il Majesty non ci fa rimpiangere una moto vera: maneggevolezza e tenuta di strada consentono di divertirsi parecchio e anche il motore sembra decisamente più brioso rispetto alla versione precedente, non tanto nell'allungo quanto nello spunto ai regimi medio-bassi. In questo piccolo borgo, dove il conte Camillo Benso fu sindaco per diciassette anni, merita una visita il castello, sede dell'Enoteca Regionale dei vini albesi. Scesi da Grinzane, ci si arrampica verso La Morra, paesino di origine antichissima dove si racconta che già Giulio Cesare, di ritorno dalle Gallie, vi sostò per gustare i rinomati vini che qui si producevano. Passeggiando per i viottoli si possono ammirare diversi gioielli del barocco piemontese; da Piazza Castello si gode un panorama di rara bellezza: verdi colline punteggiate di centri abitati con i loro castelli, campanili e torri.

Barolo



Ancora qualche piega nel verde ed eccoci  prossimi a Barolo: poco prima di entrare nel comune arroccato, in località della vigna Brunate dell'azienda dei fratelli Cerretti, si sale a destra su una strada sterrata, seguendo l'indicazione turistica  "Cappella Tremlett-LeWitt". E' una cappella dedicata alla Santissima Madonna delle Grazie che gli artisti David Tremlett e Sol LeWitt hanno decorato con un'esplosione di colori e fantastiche geometrie: la sua originalità, nel contesto delle vigne, merita davvero una fotografia. Centro di produzione del più nobile vino italiano (definito "il re dei vini, il vino dei re"), Barolo offre ai visitatori uno splendido castello dove l'antico arredo è ottimamente conservato.

Tra queste mura, reduce dal carcere dello Spielberg, Silvio Pellico trovò pace e serenità come bibliotecario dei marchesi Falletti. Nelle splendide sale del secondo piano è ospitato il Museo della Civiltà Contadina, oltre l'Enoteca Regionale del Barolo. Si prosegue per Monforte d'Alba con un misto che invita ad osare qualcosa di più: la confidenza con il Majesty ormai è totale e lo sfregamento del cavalletto nelle curve ci avverte che stiamo esagerando: farsi prendere la mano è un attimo, ma fortunatamente il mezzo è sicuro e vanta dei freni eccellenti, sia per potenza che modulabilità. Da Monforte, dove ha sede lo storico ristorante "Al giardino da Felicin", si può proseguire per una trentina di chilometri, tutti da guidare, fino a Cortemilia, il più grosso centro dell'Alta Langa: la grande risorsa economica locale è la nocciola, nella pregiata varietà "Tonda Gentile delle Langhe", ingrediente principale di torrone e dolci.

Notizie Utili



Al termine del nostro itinerario è necessaria una doverosa considerazione: ogni piccolo paese delle Langhe, ogni azienda vinicola - e ce ne sono a centinaia - offre ai visitatori la possibilità di acquistare i vini della zona oltre a ricche degustazioni gratuite.
Meglio non farsi prendere la mano - pardon, il palato - perché l'alcool mal si accorda con la guida in genere. E' dura resistere, ma se vogliamo lasciarci andare ad un assaggio, che sia davvero contenuto!



NON SOLO TARTUFI


La cucina delle Langhe rischia di essere considerata solo in funzione del celebre tartufo il cui aroma, tra parentesi, non a tutti piace: così è giusto ricordare il carpaccio ai porcini freschi e la superba finanziera, le verdure con "bagna cauda", i cotechini con fonduta e i "tajarin" al sugo di fegatini o alla delicatissima salsa di nocciole. Tra gli antichi mangiari contadini ricordiamo il minestrone di fave o di ceci e costine e la "tartrà", torta di verdure e formaggio. Tra i dolci è d'obbligo l'assaggio del torrone d'Alba e del "bonet", tipico budino di nocciole, cacao e liquori: per approfondire l'argomento consigliamo di consultare il sito www.langhelife.com Viaggiando nelle Langhe capita spesso d'incontrare un grosso stemma smaltato appeso fuori da qualche ristorante o azienda vinicola: è lo stemma dell'Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini d'Alba, associazione volontaria costituita nel 1967 e retta da un Gran Maestro e da un Consiglio Reggitore composto da nove Maestri che vengono parzialmente rinnovati ogni tre anni. Questa associazione si propone di conservare e tutelare usi, costumi e usanze locali; qualificare l'enogastronomia locale; propagandare attivamente la gastronomia e i vini tipici dell'Albese in Italia e all'estero. All'Ordine aderiscono attualmente più di 300 Cavalieri sparsi sul territorio nazionale.

Il piacere della buona tavola e la bellezza dei luoghi consigliano eventualmente anche un fine settimana eno-moto-gastronomico: la recettività alberghiera è buona con prezzi per tutte le esigenze, al pari dei diffusi agriturismo. Un'interessante iniziativa è rappresentata dalla S.O.L. - Strutture di Ospitalità Locale, sorta sull'esempio dei bed&breakfast dei paesi anglosassoni: piccole strutture recettive nei centri storici o in posizioni particolarmente panoramiche, per un approccio all'ambiente più familiare rispetto al tradizionale complesso alberghiero, per un turismo più a misura d'uomo nel pieno rispetto ambientale. Anche per i ristoranti c'è un'ampia scelta e naturalmente i prezzi sono molto sensibili al tipo di pietanza e al tipo di vino ma non è detto che si debbano spendere cifre folli: noi per esempio alla Cantinetta in Barolo abbiamo scelto un menu turistico da 38.000 lire (bevande escluse) comprendente due antipasti tipici, risotto al barolo e dessert. Se ci si vuole trattare a tartufi si sfonda tranquillamente il tetto delle 120-140.000 lire a persona.
Dettagliate informazioni possono essere richieste al Consorzio Turistico Langhe-Monferrato-Roero in Piazza Medford 3, 12051 Alba (CN), tel. 0173/361538 - fax 0173/440596, sito internet www.langhe.monferrato.roero.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA