Gran Canaria

Fly&Drive

1° parte




Per gli amanti del connubio moto-vacanza. O per chi deve accontentare la fidanzata. C'è una soluzione: qualche ora di aereo e si arriva in questo pezzo di Spagna nel mezzo dell'Atlantico. Giù dall'aereo si affitta la moto e si fa del gran... turismo


"Porta una giacca leggera e il casco jet con la visiera, al resto ci penso io. Ti aspetto all’aeroporto di Las Palmas".
Sono gli ultimi consigli al telefono di Sergio, nato e cresciuto a Gran Canaria. La partenza è dall’aeroporto di Orio al Serio. Quattro ore di volo passano velocemente, attaccati al finestrino fino all’incontro con l’Africa e le lunga catena montuosa dell’Atlas, che ci accompagna fin quasi a destinazione.
Puntuale come sempre Sergio mi attende all’aeroporto per accompagnarmi in albergo, e raccontarmi strada facendo di ciò che mi aspetta nei quattro giorni a venire.
La prima mattinata è dedicata alla doverosa visita di Las Palmas, la capitale dell’isola, che ospita la Casa de Colòn
(Cristoforo Colombo per gli spagnoli), l’interessante museo Canario che racconta la storia preispanica dell’isola, l’incantevole Playa de Las Canteras, quattro chilometri di sabbia allungati in una mezzaluna che incornicia un mare dalle acque turchesi, ed infine i vari quartieri storici della città, a ridosso del moderno Viale Marittimo.
Prima di rientrare all’albergo situato a San Augustin, nel sud dell’isola, compiamo un paio di deviazioni di percorso: la prima per una veloce visita alla Caldera de Bandama, un ampio cratere vulcanico dalla cui vetta si domina il più vecchio campo di golf di Spagna, evidente eredità del dominio inglese dei secoli passati, ed una seconda per il centro velico di Pozo Izquierdo, sede da diversi anni di una delle principali prove di coppa del mondo di wind surf.
Il vento caldo soffia prevalentemente da sud-est, e a testimoniare questa sua presenza costante ci sono tantissime di pale eoliche, che garantiscono energia a una parte dell’isola, che deve far fronte quotidianamente alla scarsità di acqua dolce. Unico rimedio restano gli impianti di desalinizzazione, facilmente riconoscibili.  In effetti, viaggiando sulla trafficatissima GC1, un tratto autostradale che collega nord e sud dell’isola percorso ogni giorno da oltre 50.000 automobili, mi rendo conto di quella che possa essere per i canari la dipendenza dal turismo, la cui sorte varia esclusivamente dal funzionamento di strutture alberghiere, molto spesso spropositatamente grandi e in contrasto con l’ambiente. Una dipendenza che ha però anche un suo aspetto positivo, quello di aver sviluppato negli indigeni un incredibile quanto piacevole senso di ordine e pulizia, riscontrabile ovunque nell’isola.
La prima giornata nell’isola dei vacanzieri non può che concludersi degnamente con una visita al rinomato centro talassoterapico del Gloria Palace Hotel di San Augustin.
A bagno nelle tiepide acque delle piscine alimentate con acqua marina addizionata di sali minerali, tra cascate massaggianti e getti stimolanti, trascorro un paio d’ore in pieno relax, fantasticando sulle strade che percorrerò in sella, a non so quale moto, nei giorni successivi. Ma sono convinto che mi divertirò scoprendo, nell’interno dell’isola, scenari ben diversi da quelli estremamente turistici della costa.
L’indomani mattina con i miei compagni di viaggio è a Playa del Inglés. Decido di utilizzare uno dei 1.700 taxi, proprio millesettecento, che servono l’isola trasportando turisti a prezzi davvero modici. Percorrendo un reticolo di stradine, immerse tra giganteschi alberghi e negozi di souvenir, raggiungiamo Moto & Bike Rent, dove incontro Fernando, simpatico proprietario del moto-noleggio ed organizzatore del nostro tour di Gran Canaria: due giorni a spasso per l’isola, seguendo le strade più interessanti e meno battute, pernottamento in una casa rural vicino a San Mateo, pranzi a base di tapas e cena in un localino tipico. Approvato! Viaggeremo su due Yamaha XT660R.

2° parte





Si parte in direzione Nord, verso Fataga. La prima piacevole sorpresa l’abbiamo al distributore di benzina: super a 738 centesimi al litro. Roba d’altri tempi.

Pochi chilometri di strada prima di effettuare una breve sosta al Mirador di El Lomo per ammirare il panorama, dare una sbirciatina tutti assieme alla cartina e capire quali strade ci attendono nel corso della giornata.
Nel frattempo ecco arrivare una compagnia di smanettoni in sella a supersportive. Cogliendo l’occasione di una sosta fumano, gesticolano e discutono animatamente in uno spagnolo poco comprensibile, ma chiare sono le parole “guardia civil, velocitad, laser” che mi fanno intendere di un controllo in corso.
Riprendiamo a salire alla volta di Fataga, un simpatico villaggio di case bianche che attraversiamo velocemente, proseguendo su una strada ampia che percorriamo ad andatura turistica, godendoci il panorama che comincia ad assumere un aspetto selvaggio, caratterizzato dalla scura roccia lavica da cui emergono il verde intenso della vegetazione rigogliosa e il giallo delle ginestre in fiore.
Curva dopo curva raggiungiamo San Bartolomé de Tirajana e Ayacata. Al sole, che splende alto nel cielo terso e comincia ormai far sentire il suo calore, sorseggiamo un caffè, scambiandoci le prime opinioni sull’isola e sulle svariate motivazioni che ci hanno portato a visitarla in sella ad una moto. Ripresa la marcia attendiamo di veder comparire il mitico Roque Nublo, un monolite di oltre ottanta metri divenuto simbolo dell’isola, e dal quale dicono si goda un’incomparabile vista. Comprendiamo il significato del suo nome quando lo vediamo far capolino da una delle quattro nuvole che spezzano la monocromia del cielo azzurro. Solo pochi secondi, e poi di nuovo dentro la nuvola.

3° parte





Proseguiamo salendo alla volta di Tejeda, adagiata su un versante della montagna in cui predominano piante di mandorlo, che in piena fioritura conferiscono al paesaggio una colorazione particolare, quasi irreale.

Le mandorle sono una preziosa fonte di sostentamento per i locali che producono invitanti dolcetti che non esitiamo a mangiare, accompagnandoli a un ottimo vino bianco spagnolo. Il sole offuscato da alcune nuvole comincia lentamente a calare, quindi ci affrettiamo a salire alla Cruz de Tejeda nella speranza di assistere ad uno di quei tramonti da cartolina. Speranza resa vana dal sopraggiungere improvviso di un corpo nuvoloso, attraverso il quale però appare la sagoma inconfondibile del Teide, il cono vulcanico innevato della vicina isola di Tenerife.
Come il sole anche la temperatura scende velocemente, quindi raggiungiamo rapidamente La Lechuza, una frazione di Vega de San Mateo dove ci aspetta il Las Calas, un accogliente hotel rural (il nostro agriturismo), ricavato da una vecchia casa colonica completamente ristrutturata. Poche ma accoglienti camere, una delle quali addirittura con un vecchio forno, una piccola piscina, una sala da pranzo raccolta ed una proprietaria molto dinamica, che gestisce personalmente.
Il secondo giorno di viaggio ripartiamo alla volta di Ayacata, salendo lentamente fino alla Cruz Llanos de la Paz, a pochi chilometri di distanza dal mitico Roque Nublo, che finalmente riusciamo a vedere e fotografare da vicino prima che una grossa nuvola lo avvolga.
La strada scende poi piacevolmente, con tornantini a volte stretti, fino ad Ayacata, dove ripercorriamo, per la felicità di tutti, un tratto comune al giorno precedente, godendoci nuovamente il panorama sul Bentayga. Raggiunta la caratteristica rotonda di Tejeda con le imponenti sculture in ferro, proseguiamo alla volta di Artenara, il villaggio più alto dell’isola come recitano alcuni cartelli.
Nella piazza San Matias, dopo una visita all’omonima chiesa, decidiamo per una sosta ai tavolini del "Bar del Correo", ex ufficio postale. Un assaggio di queso tierno (formaggio fresco) e papas arrugadas con mojo picòn (patate lessate con salsa a base di aglio e peperoncino) tanto per star leggeri.
Ci aspetta il lungo tratto di strada fino a San Nicolás, forse il più affascinante per la varietà di situazioni e di panorami, e certamente il più impegnativo per la guida: prima il verde pianoro che ospita l’embalse Candelaria (un invaso artificiale), poi la tortuosa discesa da Vega de Acusa all’embalse del Parralillo, e quindi tra le strette gole del barranco de Aldea.
Le immense serre ci annunciano l’avvicinarsi di San Nicolás e del mare, che non raggiungiamo per proseguire paralleli alla costa, seguendo la strada che taglia l’impenetrabile versante della montagna, ricoperto di fitta vegetazione ed euforbia canaria. Solo qualche casa sparsa qua e là fino ad arrivare a Mogán, ormai prossimi al ritorno sulla costa, sinonimo di traffico e grandi alberghi.
Puerto de Mogán, conosciuta come "la piccola Venezia" è forse l’ultima località che meriti una sosta
, per curiosare tra le piazzette e le vecchie case dei pescatori.
Siamo ormai sulla litoranea, a picco sull’Oceano, e la strada corre addossata alla parete rocciosa, tagliando, di tanto in tanto, centri balneari come Amadores, Puerto Rico e Arguineguin, affollati di turisti alla ricerca di mare e di sole.
Noi il sole lo abbiamo visto apparire e scomparire più volte, giocare con il Roque Nublo, ed ora sta di nuovo calando lentamente nel mare
.
Ci affrettiamo a raggiungere le dune Mapalomas per concludere il viaggio con una foto che aggiungeremo all’album dei viaggi indimenticabili.

Bloc Notes





Per avere informazioni su Gran Canaria basta rivolgersi all’Ufficio Spagnolo del Turismo, che nella sede di Milano (tel. 02-72004625) ha un promotore che si occupa dell’isola, oppure www.turismospagnolo.it

Un’altra valida soluzione è il sito
www.grancanaria.com, anche in lingua italiana.


COME ARRIVARE


Binter Canarias è una compagnia aerea spagnola nata 16 anni fa per garantire i collegamenti tra le sette isole dell’arcipelago. Dallo scorso anno ha allargato il ventaglio di scali anche al continente europeo, con voli bisettimanali diretti per Parigi e Bergamo-Orio al Serio (quest’ultimo il martedì e giovedì), con prezzi per tratta variabili dai 399 ai 39 euro.
Per informazioni
: www.binternet.com

NOLEGGIO MOTO


Moto & Bike Rent (Avenida de Gran Canaria 32, Playa del Inglés, tel. 0034-928-773331, www.moto4rent.com) è un negozio specializzato nel noleggio di due ruote, con oltre 200 biciclette e 45 moto di vario tipo: dai piccoli scooter ai vari enduro stradali di media cilindrata, che sono la miglior soluzione per visitare l’isola.
Unico divieto categorico è il fuoristrada, sia per motivi di sicurezza e di salvaguardia dell’ambiente che per l’integrità dei mezzi.
Comprensivo nel prezzo di noleggio della moto il casco, mentre giacche con protezioni e guanti possono essere noleggiate per pochi euro.

DOVE MANGIARE


A Vega de San Mateo vi consigliamo di programmare una cena a “La Veguetilla” (tel. 0034-928-660764), un ristorante in stile rustico, accogliente, frequentato prevalentemente da clienti locali che ben conoscono la pregevole cucina di Gran Canaria. Meglio prenotare, in particolar modo nei giorni di fine settimana.
Altra possibilità, sempre a Vega de San Mateo, “El Patio” (tel. 0034-928-660455), una piccolissima trattoria che propone cucina locale a prezzi modici.

Ristoranti a parte, molto numerose sono le possibilità per mangiare solamente un piatto caldo o gustare prodotti locali come formaggi, salumi, o il puchero (una zuppa con carne, lardo, verdure, patate ed altro), come a “La Casa del Correo” di Artenara, o a “La casa Melo” di Ayacata, o allo “Eucalipto Gordo” di Mogan.

DOVE DORMIRE


Il “Gloria Palace San Augustin” (tel. 0034-928-765689 www.hotelgloriapalace.com), è un grande complesso a pochi chilometri da Playa del Inglés, con due piscine e centro talassoterapico annesso.
Completamente diverso l’hotel rural “Las Calas” (La Lechuza de San Mateo, tel. 0034-928-661436, www.hotelrurallascalas.com
) propone sistemazioni in accoglienti camere, ognuna diversa dall’altra, ricavate da una vecchia casa colonica gestita dalla simpatica signora Maui, che a richiesta prepara anche la cena

La moto





Ruota da 21", manubrio alto, motore monocilindrico.
A Gran Canaria, si trovano a noleggio moto di ogni tipo.
Noi abbiamo scelto la Yamaha XT660R: ha prestazioni più che sufficienti per divertirsi ed è comoda anche in coppia. Inoltre consuma poco.
La nostra aveva il portapacchi posteriore, utile per fissare il bagaglio nel caso si voglia girare più giorni senza tornare al noleggio. Ah... gli sterrati sono vietati

© RIPRODUZIONE RISERVATA