Trentino Alto Adige - Castello di Avio
Evoluzione del pellegrino
EVOLUZIONE DEL PELLEGRINO È quel
castello che si vede di fianco all’autostrada del Brennero e che annuncia
il passaggio tra Veneto e Trentino: non si può non notare, perché è arrampicato
sul fianco di una montagna ripidissima e la cinta muraria sembra fare i
miracoli per coprire tutto il suo percorso. L’effetto è simile a quello
che si vede anche sulla Milano - Venezia, all’altezza del Castello di
Soave, oppure sempre in Trentino, sopra il paese di Arco di Trento. Queste
fortezze nascevano in cima a dirupi e poi, quando prosperavano, venivano
affiancati da successivi corpi di fabbrica, più a valle, che andavano comunque
difesi. Così, alle mura venivano richiesti gli straordinari e questo li
rende riconoscibili da molto lontano. Castelli e motociclette vanno a braccetto
perché cercano luoghi impervi. Inoltre, se il motociclista può essere definito
come un viaggiatore che ama lasciarsi suggestionare, questi edifici
rappresentano
un’ottima meta per le sue scorribande. Il Castello di Avio, ad esempio,
avrebbe ospitato un monaco, nel 1053, che qui fece tappa durante il suo
viaggio di ritorno a casa, in Baviera. Oggi questo tragitto viene consumato
sulla noiosa autostrada del Brennero, ma è bello pensare a quel monaco
che procedeva in una valle selvaggia, a giorni di cammino dal valico alpino.
La moto permette però di girare alla larga dall’autostrada e di fare un
bel giro da abbinare alla visita del castello, tenuto conto che la costruzione
si trova alle pendici del Monte Vignola, nel gruppo del Monte Baldo, che
è percorso da ottime strade asfaltate.
La rocca di Avio
Il castello è stato restaurato di recente dal FAI - Fondo per l’Ambiente
Italiano e visitabile tutto l’anno, a parte metà dicembre e gennaio. Il
luogo in cui sorge è una specie di imbuto rovesciato che va a morire contro
una serie di canali verticali che salgono verso la montagna. Quest’angolo
è quindi difficilmente raggiungibile, facilmente difendibile e permette
di godere una vista strategica sulla Valle d’Adige. Ecco perché si ritiene
che quassù ci fossero insediamenti difensivi da ancora prima dell’epoca
romana. Nei giorni di pioggia, anche oggi, il luogo si raggiunge a fatica,
se si è in moto, a causa della notevole pendenza della strada acciottolata
che vi sale dalla frazione Sabbionara di Avio: a visita ultimata,
nell’affrontare
la discesa, non vi venga in mente di fare staccate al limite! In realtà,
le strade per arrivare sono due, da prendere un po’ a caso. Quella ripida
ripida è suggestiva perché passa attraverso il paese di Sabbionara e poi
costeggia un ruscello. I castelli hanno bisogno d’intimità, cosa
paradossale
per un edificio visibile da lontano e che aveva il compito sia di spiare,
sia di proteggere. Ma ha una sua logica: dall’autostrada ha un certo
aspetto,
poi usciti ad Avio, ed entrati a Sabbionara per le strette viuzze, il castello
sparisce. Vi compare all’improvviso, alla fine della salita, ma da così
vicino e da sotto ha un impatto del tutto diverso. Il bel muro bianco di
cinta viene raggiunto con un sentiero panoramico che si infila in una valletta
e l’ingresso, laterale, avviene in un boschetto accogliente e inaspettato.
Da qui, il Monte Vignola appare incombente più che mai e sembra impossibile
che, a fine gita, saremo con la moto quasi più su della sua vetta (1.607
m).
Rivivere la storia coi restauri
Il FAI ha restaurato preziosi affreschi situati all’interno del castello.
L’autore è ignoto e alcuni non sono stati salvati del tutto, ma valgono
da soli la visita. Offrono visioni di guerre lontane e testimoniano del
periodo in cui la famiglia dei Castelbarco prosperò, a partire dal XII
secolo, controllando una proprietà che comprendeva quindici castelli, dei
quali questo di Avio era la sede del comando. Prima di allora, doveva trattarsi
di un insieme di edifici sparsi. I Castelbarco partirono dal castello superiore,
crearono quello inferiore nel XIII secolo e unirono il tutto con la cinta
muraria. Oggi, l’edificio più alto è il Mastio, una torre a pianta a sei
lati diseguali e con gli spigoli smussati. Subito sotto c’è il Palazzo
baronale, in pietra e cotto, e ancora più giù la Casa delle guardie, proprietà
della Provincia autonoma di Trento, che ne ha curato il restauro. Gli affreschi
più interessanti, risalenti al 1350-60, si trovano qui e testimoniano di
come bellicosa fosse l’attività dei Castelbarco: per tenere sotto
controllo
i suoi manieri e le loro masnade, occorrevano milizie molto decise; nei
dipinti si vedono questi uomini fronteggiare veri eserciti (e si riconosce
il castello). Il Mastio era considerato l’ultimo rifugio possibile ed
ospita la “Camera d’amore”, anch’essa affrescata (e
risalente alla
prima metà del Trecento), all’ultimo piano. Purtroppo, mancano diverse
parti; si riconoscono, sulla volta, due figure sul trono, mentre le pareti
si aprono come tende sollevate su scene cortesi, tipo Cupido a cavallo
che lancia le frecce, il dio Amore che trafigge un giovane, una dama col
cagnolino. La visita va fatta con calma. Non c’è molto da camminare ma
la salita è ripida, e non vorremmo che la foga di cominciare il giro in
moto togliesse spazio alla contemplazione di un posto così bello.
I dintorni di Avio
Esistono milioni di percorsi a misura di moto, facendo base ad Avio.
Dalla bassa Val Lagarina dipartono strade che, soprattutto la domenica,
sono frequentatissime. L’eccesso di smanettoni del fine settimana ha tanto
irritato le autorità, specialmente sulla parte veneta della statale della
Val d’Adige e nella esaltante salita della Vallarsa, che sono state
passate
al setaccio dalla Polizia stradale. Le foto del servizio le abbiamo scattate
sul versante opposto, quello del Baldo, anch’esso molto divertente in
moto, ma non esagerate! Da Avio, c’è una bella salita che conduce in cima
al Baldo: risale il torrente Aviana, passando per gole strettissime e arrivando
a quota 1.314 sul bellissimo altopiano di Brentonico. Ci siamo saliti con
la Moto Guzzi Breva 1200, dotata del tipico “pompone” che prende
vita
fin dai regimi più bassi, esce bello pieno dai tornanti, rimbomba tra le
rocce delle gole e poi, dopo il lago artificiale di Pra da Stua, quando
il paesaggio si apre sui pascoli, fa sentire felici di avere un manubrio
tra le mani. Ci sono malghe isolate, qualche bosco di abeti e una montagna
rocciosa che sembra poco alta sopra il punto di valico (1.300 m), invece
è lontana, oltre la valle di Loppio.
San Valentino
Alla fine della salita, c’è il villaggio turistico di San Valentino, in
posizione idilliaca. Da lì parte la strada sterrata, ad anello, aperta
al traffico solo nelle ore serali, che conduce alla località sciistica
di Polsa, ma la via principale è quella che scende diretta a Brentonico,
ideale per chi ama le staccatone. In realtà, a San Valentino si può arrivare
anche con un’altra strada, che diparte, a sinistra, alla base della diga
del Pra La Stua e sale alla Bocca di Navene, 1.425 m. Da qui, c’è anche
la bellissima strada che scende a Caprino Veronese percorrendo il Baldo
per lungo.
L’itinerario da noi proposto, lungo circa 70 km, scende a Brentonico,
superando la valletta su cui si affaccia San Giacomo. Brentonico è una
sorpresa: un piccolo paese, sospeso a 700 m di quota sopra l’Adige, con
un impianto urbanistico importante e una sua vivacità. A Palazzo Eccheli
Baisi, del 1600, si tengono concerti e mostre. La discesa, divertente fino
in fondo, conduce a Mori: anche questa, come Sabbionara, è vicinissima
all’autostrada del Brennero, in questo caso all’uscita di Rovereto,
ma
non è per niente brutto tornare ad Avio per le belle stradine che attraversano
i vigneti di Chizzola e Pilcante, lungo il fiume.
Brentonico
L’itinerario da noi proposto, lungo circa 70 km, scende a Brentonico,
superando la valletta su cui si affaccia San Giacomo. Brentonico è una
sorpresa: un piccolo paese, sospeso a 700 m di quota sopra l’Adige, con
un impianto urbanistico importante e una sua vivacità. A Palazzo Eccheli
Baisi, del 1600, si tengono concerti e mostre. La discesa, divertente fino
in fondo, conduce a Mori: anche questa, come Sabbionara, è vicinissima
all’autostrada del Brennero, in questo caso all’uscita di Rovereto,
ma
non è per niente brutto tornare ad Avio per le belle stradine che attraversano
i vigneti di Chizzola e Pilcante, lungo il fiume.
Bloc notes
DOVE DORMIRE
Brentonico Agriturismo Malga Mortigola (foto sotto, a sinistra), loc.
Mortigola, in posizione panoramica a 1.200 m, propone l’opzione tra
campeggio
o albergo. Qui, fra l’altro si può acquistare il tipico miele del Trentino
(tel. 0464-391484, marco@agriturmalgamortigola.com
).
San Giacomo Hotel San Giacomo, strada Baroni Salvotti, 8, tel.
0464/391560,
info@hotelsangiacomo.it
, www.hotelsangiacomo.it
Immerso nel verde del Monte Altissimo, si trova a 50 m da una scuola
di sci di fondo e a 1 km dagli impianti di risalita. È stato da poco attrezzato
con il Centro benessere, dotato di piscina, sauna, bagno turco, solarium
e idromassaggio. Consigliata un’escursione alla riserva botanica di
Bes-Corna
Piana.
DOVE MANGIARE
Sabbionara - Avio (TN) Trattoria Castelbarco, via Castelbarco, tel.
0464-684134, info@castelbarco.it:
specialità del Trentino e dell’Alto Adige, come strangolapreti alla
trentina,
tagliatelle ai funghi porcini, spaghetti al torchio fatti in casa alla
contadina, carne salà cotta, carpaccio con grana trentino e rucoletta selvatica,
costolette d’agnello alla piastra, costolette di cervo all’Enanzio,
strudel
di mele. Aperto tutti i giorni, chiuso mercoledì e domenica sera. È gradita
la prenotazione.
Ristorante Castellum Ava, via al Castello, tel. e fax 0464/684299;
castellum.ava@virgilio.it
Collocato tra le mura del Castello di Avio, offre una cucina che rivisita
i sapori della tradizione come canederli, casoncelli ai funghi porcini,
mezzelune di patata al tartufo, la “carne salà”, l’agnello
alla trentina,
tagliata al porcino, bocconcini all’enantio con polenta e crauti; ma anche
torte di frutta, di ricotta o di carote, servite con salse dolci o speziate.
I vini sono quelli della Vallagarina: il Marzemino, il Cabernet, l’Enantio
o il Pinot Grigio. Nella bella stagione si può pranzare all’aperto, sotto
il pergolato. (nella foto sotto, a destra, la piazza principale di Sabbionara).
DA NON PERDERE
Castello di Avio, Palazzo Eccheli Baisi
INFORMAZIONI UTILI
Come arrivare
Il castello è vicinissimo all’uscita di Ala-Avio della A22 del Brennero,
circa 16 km a sud di Rovereto e 50 km a nord di Verona.
Tempi e modi
Per l’itinerario che vi proponiamo può bastare una giornata, a meno che
vogliate allungare la gita aprofittando delle varie possibilità che offre
la zona. Gita-tipo: visita al mattino del Castello di Avio (nella foto
al centro, ancora uno scorcio del maniero), pranzo alla trattoria di
Castelbarco,
pomeriggio in moto sui pascoli sopra Polsa in vista delle Dolomiti, merenda
al rifugio Chiesa in vetta al Monte Altissimo (vicino a San Valentino,
ci si arriva con un breve percorso a piedi e vi si gode un panorama spettacolare
sul lago di Garda), cena e serata a Brentonico, magari con concerto a Palazzo
Baisi.
LINK
www.hotelsangiacomo.it
http://www.fondoambiente.it/beni/castello-di-avio-beni-del-fai.as
p
http://www.comune.avio.tn.it/