Ducati Diavel: test

Abbiamo testato la Diavel, la muscle bike di Ducati, a Marbella. Ci è piaciuta, perché è una moto divertente, eccitante. Capace di diventare gustosa nella guida anche quando si va piano

Ducati diavel: test

Marbella (SPAGNA)Ducati Diavel: l’abbiamo testata in anteprima e vi diciamo come va. Innanzitutto dimenticatevi l’idea che la Diavel sia una grossa custom o un’aggressiva cruiser, perché con loro non ha nulla a che vedere. Ma ha il carattere unico e sportivo delle rosse di Borgo Panigale. Perché è bella da guidare e ha un motore strepitoso, che gira “pulito” sin dai 2.000 giri, che spinge con forza e che non vibra mai. Sportivo? Sì. Il bicilindrico è il Testastretta (lo stesso della Multistrada 1200, qui in versione 162 CV), il tipico telaio a traliccio, i freni delle superbike, le gomme Pirelli, con l'inedita e massiccia posteriore di ben 240 mm, realizzata ad hoc per la Diavel. Non manca, ovviamente, l'elettronica: tre mappe d'erogazione (Sport, Touring e Urban), controllo di trazione e ABS, il tutto per il comfort e la massima sicurezza. Due le versioni: la base, in vendita ad un prezzo di 16.990 euro, e la Carbon, 19.990 euro, con numerosi accessori in carbonio e due spettacolari cerchi Marchesini.

 

COME VA Sella bassa, serbatoio chilometrico, manubrio largo e pedane comode: in sella si sta veramente comodi, ben inseriti nel massiccio corpo della Diavel; manca solo un cupolino (disponibile come accessorio) per proteggersi un po' in viaggio. La posizione può far pesare a una custom, ma il sapore è decisamente italiano. Come italiano è il carattere. Con quell'aspetto e quelle dimensioni ti aspetti una moto pesante e lenta nelle manovre, invece la Diavel ti stupisce. Sul misto ciò che sembra ingombrante lo scordi dopo il primo tornante: spalle massicce, gommone panciuto, quote da cruiser... È rotonda in curva, bilanciata nella discesa in piega, ubbidiente nei cambi di direzione, decisa e sicura in frenata, un fulmine in accelerazione. Non pensate che quel gommone che ha dietro la renda un macigno, tra una curva e l’altra. Certamente quando l’avvicini questa moto non ti dà l’idea di essere leggera nella guida,  ma fatto il primo metro, scopri un’altra moto, divertente, eccitante. La Diavel non ha nulla di “americano”, si guida come una grintosissima naked, e questo è il bello, senza alcun compromesso. 

 

 

 

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