14 December 2012

Enduro sulla neve: come fare

Per una volta lasciate a casa sci e snowboard: con 50 CV e 600 chiodi avrete fra le mani l'arma totale per impazzire di gioia sulle Alpi innevate

SETTIMANA BIANCA

Nei Paesi del Nord Europa è normale: inizia l’autunno e si cambiano le ruote da enduro con quelle chiodate e non solo per fare dei giri a manetta tra i boschi innevati, anzi. Proprio chi usa la moto quotidianamente, in Svezia e Norvegia, è abituato ad andare a scuola o al lavoro con temperature che raramente superano gli 0°C e strade innevate o, peggio, ghiacciate. Da noi la neve è invece spesso il pretesto per lasciare la moto in box e rispolverare sci e snowboard.

Ma moto e neve non sono per forza due rette parallele: il punto d’incontro, a voler lo trovare, c’è. Eccome. Tre le cose da conoscere per iniziare: i mezzi adatti a divertirsi sulla neve, come equipaggiare la nostra enduro “coi fiocchi” e un’infarinata di come si deve guidare. E per raccontarvelo abbiamo fatto una settimana bianca un po’ diversa dal solito: il nostro ski-pass, stavolta, è un bel pieno al distributore. Due giorni nella polvere... e altrettanti al sole a godersi la powder appena scesa.

IL CONTESTO

Per aver la neve sono necessarie giornate grigie, piene di fiocchi, con temperature a volte polari (noi abbiamo visto un bel 10 °C sotto zero), giornate in cui il buon senso direbbe di starsene in un rifugio a tracannare “bombardini” o a riempirsi la pancia di polenta e cinghiale. Il sogno egoista di quasi tutti gli sciatori e gli snowboarders, a cui ogni fotografo si allineerebbe senza scrupoli, sarebbe quello di una copiosa nevicata durante la notte e un sole splendente per il giorno successivo, ma la realtà, si sa, viaggia su binari molto differenti da quelli dei sogni. Ed eccoci quindi immersi in una di quelle fredde giornate grigie che preparano il paradiso agli amanti della neve. Siamo a Prato Nevoso, stazione sciistica del cuneese. Per non perderci nel bianco più assoluto di un paesaggio spoglio e senza contrasti, ci siamo rifugiati in un bosco di conifere, dove la neve sugli alberi stracarichi sembra assorbire tutti i suoni, compreso quello dello scarico dell’Husky. Giornate così, capitano sull’arco alpino, sugli Appennini e talvolta anche sui rilievi collinari soggetti alle sporadiche imbiancate di stagione. Una situazione che a volte è proprio dietro casa e che può diventare un bel divertimento o un ottimo allenamento per chiunque.

IL TERRENO

La neve diventa un terreno come un altro e va conosciuto un minimo per capire in quali condizioni si può fare enduro e quando, invece, è meglio lasciar perdere. Milioni di fiocchi più o meno ben amalgamati fra loro formano il nostro terreno, ma più il batuffolo di neve è secco e freddo, più si unisce a terra ai suoi simili trattenendo “bolle” d’aria, formando della neve molto soffice e splendente, ma che non riesci a compattare a dovere. Sogno proibito da chi scia fuoripista, è però un terreno troppo polveroso per farci enduro, dove è impossibile avere trazione. Più i fiocchi sono umidi e “caldi” e più la neve che si va a formare dalla loro unione è pesante, collosa e senza bolle d’aria, quindi molto malleabile, pronta all’indurimento del dopo battitura: è quella che troviamo sulle piste da sci, dove è possibile divertirsi anche con le semplici gomme da cross prive di chiodi. In Italia non esistono piste innevate ad uso motociclistico, ma qualche circuito di ghiaccio dove si risputano gare di rally automobilistici esiste ed è a disposizione anche per turni di prove con moto chiodate (nell’articolo a seguire trovate tutti i riferimenti del caso).

 

È la prima volta che facciamo una settimana bianca così, senza code alla seggiovia e con una moto sotto il sedere. Nel gruppo c’era chi ha già corso diverse edizioni della Winter Wheels (gara su neve battuta, senza chiodi alle gomme), chi fa del turismo con l’enduro, anche e soprattutto d’inverno, chi viene dal cross, ma non ha mai provato la neve e chi corre tutto l’anno tra i rally più polverosi. Un giorno dopo l’altro per testare la nostra Husqvarna TE 510 sui fondi innevati più disparati: dalla strada asfaltata appena imbiancata, alla mulattiera tra i boschi con neve fresca alta 20 cm, dalla compattissima pista da sci appena battuta dal gatto, alla powder altissima e purissima. Situazioni estreme, almeno sulla carta, perché ci vuole poco per capire che con 8 mm di chiodi e un pochino di mestiere, l’enduro sulla neve è un gioco troppo divertente e alla por tata di tutti. Dove proprio non si va è in neve fresca, nemmeno se c’è forte pendenza: lasciate perdere e alzate bandiera bianca. È il momento di rispolverare lo snowboard, con buona pace della vostra amata enduro.

RUOTE CHIODATE

Regalano un grip dell’altro mondo. Stiamo parlando dei chiodi, indispensabili per godere davvero sulla neve. Parliamo dei chiodi della Best Grip, leader in Italia e proprietaria di un brevetto che rende il loro montaggio un gioco da ragazzi (hanno il filetto e si avvitano da fuori, mentre di solito vengono sparati). Bisogna sapere che il chiodo non è di semplice acciaio stampato, come si potrebbe pensare, ma è ricavato da una barra d’acciaio e presenta una scanalatura in testa, nella quale viene saldato con filo d’argento un tondino in tungsteno (metallo durissimo per resistere all’abrasione). Parlando di uso esclusivo su neve, l’usura consentirebbe di usare solo l’acciaio, ma con i chiodi meno lunghi è possibile farne un uso a 360°: terra, rocce, fango, neve. Stiamo parlando di quelli da 3,2 o 4 mm, mentre per la sola neve o ghiaccio si usano quelli da 8 mm, il massimo. Anche il numero di chiodi da mettere cambia a seconda del tipo: nel primo caso ne bastano 120-150 a ruota, nel secondo il massimo sono 310-340 chiodi a ruota (che nel complesso significa circa un kg in più a gomma...). Si montano su gomme nuove (affondano rispettivamente di 12 e 14 mm), in cima ai tasselli, dando a quelli esterni un’inclinazione per entrare dritti nella neve quando siamo in piega. Grazie alla chiavetta dedicata che viene fornita nel kit, basta un semplice avvitatore per farsi il treno di gomme da neve. Prezzi: 60 centesimi a chiodo è il listino, ma c’è sempre un po’ di sconto. Significa spendere dai 120 ai 400 euro per tutto.

Per info, Bestgrip S.r.l., 035 745678, www.best-grip.com, info@best-grip.com.  

GUIDA SULLA NEVE

Guidare sulla neve può essere un’esperienza molto divertente o al contrario estenuante, tutto dipende da come la si affronta. Certo la latitudine può aiutare: dove la neve è una consuetudine non è un problema affrontare una tappa del mondiale enduro, ma per chi considera l’andare in moto sulla neve un’avventura quasi esotica, serve un minimo di adattamento.

 

Innanzitutto una precisazione: nella neve alta e fresca è un delirio andare in moto, anche in discesa. Per neve qui si intende quella compattata dal gatto, come sulle piste da sci, meglio ancora se “glassata” dal freddo. Su questa neve si guida un po’ come sulla sabbia: bisogna mantenere la velocità. La guida brusca non paga: è inutile staccare con cattiveria poiché le ruote, una volta bloccate, affondano; così si perde velocità e diminuiscono di pari passo direzionalità e controllo.

 

Al primo passaggio, con fondo vergine e senza segni, la tenuta è notevole e si curva col gas, disegnando traversi da paura. Si guida quasi come sulla sabbia umida. Quando si passa più volte e si formano i canali, la storia si complica. Essi, infatti, sono diversi da quelli che si formano su un fondo sabbioso, poiché sono difficili da sfondare. Sembrano canali di terra viscida, coi bordi netti e resistenti. Bisogna cercare di tagliarli, anticipando e cercando di non finirci dentro con l’anteriore “passivo”.

 

Altro problema: in corrispondenza dell’atterraggio dei salti o nelle compressioni la neve si sfonda: si formano buche di neve soffice che ti bloccano come sabbie mobili. Anche queste vanno anticipate, facendo attenzione a non saltarci dentro di punta.

 

Se la neve non è ben battuta, l’imperativo è galleggiare, non mollare mai completamente il gas, ma non tenerlo neanche a manetta. Si guida come sulla sabbia soffice. Quando ci si pianta, uscire è un lavoro mica da ridere. La neve soffice, poi, può nascondere grosse e spiacevoli sorprese, come sassi o blocchi di ghiaccio, soprattutto vicino alle sponde delle strade lamate.

 

Oltre alla neve, bisogna anche fare attenzione alla moto, alla frizione e a non tenere inutilmente a manetta il motore, altrimenti si rischia di affaticarli per nulla. Dappertutto occhio ai freni: un colpo di sicurezza ogni tanto per tenerli caldi non guasta, per evitare che si gelino e non funzionino. Se succede, è sufficiente tenere frenato per un po’ e tornano a posto, basta avere lo spazio per farlo.

 

I pneumatici migliori in questi casi sono quelli da cross sabbioso. Nella sola neve il chiodo non serve a nulla. Serve moltissimo, invece, se lo strato di neve è basso e si tocca il terreno gelato. Sul ghiaccio e sulle strade “glassate” i chiodi sono fondamentali: si guida quasi come sul terreno duro col brecciolino. Bisogna fare attenzione, però, all’asfalto: l’effetto dei chiodi è opposto e in un attimo sei col sedere per terra. In pratica: il chiodo deve piantarsi per essere efficace, d’altra parte è pensato per il ghiaccio.

 

Di tutti i mezzi e le coperture provate, il massimo per divertirsi è la moto “classica”, meglio se 4T di grossa cilindrata e corsa lunga, con copertoni da cross chiodati. Motoslitta a parte, è il miglior compromesso: sul ghiaccio come sulla neve battuta ci si diverte come matti.

 

Da non sottovalutare: nella neve la moto è più pulita quando arrivi che quando parti, le gomme sembrano appena uscite dallo stampo.

LA LOCATION

Il paese di Prato Nevoso si trova tra i 1500 e i 1700 metri di quota, dista 30 km dal casello autostradale di Mondovì (dove c’è anche la stazione ferroviaria) sull’autostrada Torino – Savona. Con Artesina e Frabosa Soprana forma il comprensorio sciistico del Mondolè Ski, 130 km di piste da discesa servite da modernissimi impianti di risalita, tra cui l’unica seggiovia a 6 posti in Piemonte. Ben esposta al sole, Prato Nevoso è un centro turistico d’avanguardia che oltre alle tradizionali piste di discesa per sci e snowboard, offre anche la possibilità di sciare in notturna (grazie a un impianto di illuminazione), ha molte strutture interessanti: snowpark di fama internazionale, kinder-garden per i piccoli, pista di pattinaggio, anello per go-kart su neve e snow-tubing. Per informazioni, www.pratonevoso.com).

 

Per i patiti di snowboard questo è il posto giusto: il locale Snow Surf Club fin dal 1986 è la congregazione di settore più vecchia d’Italia, mentre nel mitico Surf Shop è esposta la più grossa collezione di snowboard d’epoca d’Europa, conosciuta come il Museo Italiano dello Snowboard (www.surfshoppratonevoso.com).

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