Statistiche web

Come la pensavamo 25 anni fa: "Arriva l’Euro 1: scoraggerà l’uso della moto!"

Altro tema caldo nel 1998, dopo il casco obbligatorio della settimana scorsa, l’avvento delle classi Euro anche per le moto (per le auto erano arrivate nel 1993): i motociclisti diffidano dell’Europa e temono divieti di circolazione per le moto più inquinanti, cosa effettivamente avvenuta, ma molti anni dopo. In compenso, inquiniamo infinitamente meno e abbiamo l’ABS di serie

1/12 Apoteosi della goduria da nostalgici: pluricilindrico 2 tempi

1 di 3

Caro direttore, se ho ben capito, alla fine del 1998 verrà approvata al Parlamento Europeo una direttiva CEE che riguarda direttamente moto e motociclisti. Ho letto articoli e ho udito voci di restrizioni draconiane per quanto riguarda emissioni, rumore, misure di ingombro delle moto e una serie di diavolerie a dir poco odiose che, a mia impressione, sembrano studiate appositamente per scoraggiare il solo pensiero di avere una motocicletta. Si tratta di esagerazioni? È tutto vero? Vedremo se lamontagna partorirà un topolino o un pipistrello, in ogni caso dovremo chinare il casco aquesta nuova divinità indiscutibile: il Parlamento Europeo. Le mie domande sono rivolte a questa informatissimaredazione, la quale sarà certoa conoscenza di cosa "bolle inpentola".

Caro Turrini, scelga serenamente il modello che preferisce: non esiste alcuna possibilità che nuove leggi o regolamenti possano mettere fuori legge la produzione attuale regolarmente omologata. Tra l'altro, i modelli che lei cita sono tra i più "puliti" del mercato, visto che sono trai pochi a montare l'alimentazione a iniezione invece de iclassici carburatori.

Lo standard antinquinamento Euro 1 scatta per le moto immatricolate a partire dal 17 giugno 1999 ed è identificato dalla sigla 97/24 CE (per le auto, l’Euro 1 era arrivata nel 1993).I limiti massimi di sostanze inquinanti emesse sono stati stabiliti in 13 g/km di monossido di carbonio (CO), 3 g/km di idrocarburi incombusti (HC) e 0,3 g/km di ossidi di azoto (NOx). Oggi l’Euro 5, introdotta nel 2020, in attesa delle versione “5+”, che partirà dal 1° gennaio 2024, ammette 1 mg/km di CO, 100 mg/km di HC e 60 mg/km di Nox.

In 20 anni la CO è stata abbattuta di 13.000 volte (o del 99,992%), gli HC del 96,7% e i Nox dell’80%. La drastica riduzione degli inquinanti, poi, non è l’unico tema legato alle varie classi Euro: dal 2016, con l’arrivo dell’Euro 4, è scattato anche l’obbligo di ABS (ofrenata combinata, in alternativa, sui 125), così come l’obbligo di fornire ai riparatori indipendenti le informazioni tecniche per riparare le moto al di fuori del circuito delle Concessionarie ufficiali. L’Euro 5+ migliorerà anche la diagnostica di bordo (OBD2), ridurrà la rumorosità e introdurrà test di durabilità per verificare che i vari modelli rispettino le norme anche con parecchie migliaia di km sulle spalle.

Se gli stessi criteri applicati ai motori di auto e moto fossero stati applicati ai sistemi di riscaldamento urbani e agli impianti industriali, per esempio, oggi vivremmo sicuramente in un’Europa molto meno inquinata. Inoltre, negli ultimi anni è scattata la prassi in numerose città, di vietare la circolazione ai veicoli delle classi d’inquinamento più vecchie. Se l’intento di ridurre le emissioni è lodevole, lo è di meno il sacrificio economico richiesto a chi fatica a sostituire periodicamente veicoli come moto e scooter. Le politiche sugli incentivi premiano soprattutto l’acquisto di scooter elettrici urbani, ma trascurano il medio raggio, di fatto impedendo a un pendolare autostradale la sostituzione di scooter o moto di media cilindrata con modelli meno inquinanti, pur se ancora termici.

Sarebbe stato sufficiente – e questo vale anche per le auto – premiare i salti di classi Euro anche per l’usato: se migliori di una classe ricevi X, se migliori di due classi XY e se migliori di tre, passando da una moto Euro 2 a una Euro 5, ottieni un incentivo XYZ. Una mossa del genere svecchierebbe rapidamente il nostro vetusto parco circolante (3,8 milioni di moto e scooter su un totale di 7,1 milioni sono preEuro 3, quindi immatricolate entro il 2005).

Quello che non è cambiato dal 1998 a oggi è la diffidenza nei confronti dell’Europa: se oggi leggete le lettere a tema addio ai motori termici (al momento mai previsto per le moto e ora in discussione anche per le auto), trovate gli stessi timori di 25 anni fa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA