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23 September 2016

La grande festa dell'Arai Day 2016 a Modena

Arai Day 2016 allo Store BER Racing di Modena: le interviste ai piloti e le attività della giornata. Alla presentazione della gamma Arai 2017, Cal Crutchlow, Brad Binder, Maverick Viñales e Davide Giugliano si sono prestati per gli autografi agli appassionati, che hanno assistito anche al penetration test sui caschi e al free style show. Durante l'evento, anche test ride e la possibilità di far revisionare il proprio casco dai tecnici Arai MotoGP

Arai Day 2016

Arai Day è l’evento che BER Racing organizza ogni anno per presentare in anteprima mondiale la Gamma Arai della Stagione seguente, in questo caso la 2017. Una giornata in cui le attività in programma si mescolano con la passione per le corse che da sempre contraddistingue il Marchio di Ohmiya. Quest'anno, allo Store di Modena c'erano molti ospiti d’eccezione come Maverick Viñales, Cal Crutchlow, Davide Giugliano, Brad Binder e tanti giovani talenti, tutti moderati dallo speacker Giovanni di Pillo e da Alessandro “Gram” Gramigni, quest'ultimo presente con la sua scuola di guida in pista "Old School". Inoltre, in occasione dell'Arai Day, è stato messo all'asta un casco Race Replica di Mick Doohan in favore delle vittime del terremoto del 24 agosto.

Cliccando qui potete vedere le immagini della giornata.

Brad Binder resta con i piedi per terra, ma il titolo è sempre più vicino

Dopo la presentazione della Gamma Arai 2017, riservata ai rivenditori ma che verrà svelata a breve anche al pubblico, il microfono è passato a Di Pillo, per le interviste ai piloti, presenti in Italia grazie al GP di Misano. Il primo a salire in cattedra è stato uno fra i piloti rivelazione di questa stagione: Brad Binder. Il giovane talento sudafricano sembra infatti essere a pieno titolo il prossimo vincitore della categoria Moto3, dominata fino ad ora con un ottimo margine di vantaggio sul secondo in classifica.

Brad ci racconta, con grande umiltà, come non si senta ancora Campione, almeno non fino a che la matematica ne darà la fatidica certezza (malgrado gli basti un secondo posto o addirittura il terzo piazzamento nella prossima gara, il GP di Aragona (qui gli orari TV), se non vince Bastianini). Brad Binder ci racconta anche dell’inizio della sua carriera quando, a soli 12 anni, si è trasferito dal Sud Africa all’Inghilterra con tutta la famiglia per aprire le porte alla sua carriera.

“Ho iniziato a correre molto presto, avevo solo 5 anni. Ai tempi la mia famiglia mi aveva supportato molto ma il Sud Africa, la mia terra d’origine, non offriva un gran che ai giovani piloti desiderosi di correre ad alto livello. I miei primi passi li ho mossi nel fuoristrada dove ho anche vinto molte gare ma poi volevo di più. Così la mia famiglia ha deciso di trasferirsi in Inghilterra per darmi una chance e farmi partecipare al campionato nazionale. Da li devo dire che tutto è andato per il meglio”.

Stuzzicato da Gramigni Brad racconta anche della vittoria di Misano: “Sapevo di poter vincere con relativa semplicità la gara, avevo un ottimo ritmo e ho spinto forte da subito. L’unico ad avere un ritmo di gara simile al mio era Bastianini ma alle sue spalle giravamo decisamente sotto il mio potenziale; così l’ho studiato e superato per portare a casa la vittoria”.

Brad ci concede anche qualche indiscrezione sul suo futuro: "Non nego che mi piacerebbe molto fare un salto di categoria e passare, già dal prossimo anno, alla Moto2. Si tratta di una possibilità concreta che spero di poter sfruttare al meglio ma vi saprò dire più avanti".

Maverick Viñales sogna in grande, con l’incognita Yamaha alle porte

Pochi attimi dopo la fine del discorso di Binder, in leggero ritardo, arriva Maverick Viñales e l’attenzione si catalizza inevitabilmente sul pilota della massima categoria. Maverick, naturalmente, viene incalzato a parlare della sua prima vittoria in MotoGP e alla domanda “Ci racconti cosa hai provato?” il pilota spagnolo ha risposto in un italiano perfetto:

“Sono felicissimo per la vittoria, era da tempo che la stavo sognando. Mi sento bene in sella alla Suzuki, è una moto che nel tempo è migliorata sempre più diventando davvero competitiva e su cui mi trovo davvero a mio agio. Il bello di quando vinci e che vuoi sempre vincere e farò del mio meglio per portare a casa altri risultati prima di chiudere la stagione 2016. Non so come andrà il prossimo anno in sella alla Yamaha ma sono fiducioso, saprò certamente qualcosa di più dopo i primi test di Valencia. So che Valentino ha parlato di me come un possibile avversario e questo mi sprona a fare bene e mi da una grossa iniezione di fiducia nelle mie capacità. Staremo a vedere”.

Davide Giugliano: "Sono come la bella Cecilia. Tutti la vogliono e nessuno la piglia"

Fra gli ospiti, nel frattempo, è arrivato anche Davide Giugliano. Il pilota romano ironizza sulla sua situazione lasciando trasparire un accenno di amarezza per non essere ancora riuscito a trovare una sella per la stagione 2017.

“Sono come la bella Cecilia. Tutti la vogliono e nessuno la piglia. Vorrei potervi dire qualcosa o lasciare trasparire qualche indiscrezione ma la verità dei fatti è che non ho ancora una sistemazione per il 2017 e questo non mi piace un gran che. Vediamo come evolve il tutto, nel frattempo mi concentro per chiudere al meglio il Mondiale. Quello che posso dirvi è che si è aperta qualche porta per un eventuale passaggio in Moto2, ovvio è che mi piacerebbe restare in Superbike, anche se la vedo dura. Ripeto, adesso come adesso non so cosa farò, ma spero di definire la situazione al più presto”.

A salvare “in corner” il pilota del Team Ducati Aruba SBK, dato che dal pubblico è arrivata la fatidica domanda sulle indiscrezioni che riguardano il suo possibile accordo con il Team Kawasaki Puccetti (smentito da subito dal pilota) è l’ingresso di un bellicoso Cal Crutchlow, in ritardo a causa del traffico.

Davide Giugliano, inoltre, ha aderito durante la giornata alla campagna #Metapedaggio, scattando una foto con i nostri adesivi, cliccando qui trovate le sue parole in merito all'iniziativa.

Crutchlow: "Ahi Ahi, italiani, dovete guidare meglio!"

“Scusate il ritardo, ma voi italiani guidate davvero da schifo. Sono stato imbottigliato nel traffico fino ad adesso: prima andate veloci, poi rallentate, poi accelerate, vi scontrate e tutto si blocca!”. Finita la “sfuriata” è Di Pillo a spostare l’attenzione sulla vittoria ottenuta in MotoGP: “Dopo la nascita di mia figlia è stato uno fra i giorni più belli della mia vita, certamente il più bello della mia carriera da pilota. Vincere mi ha dato molta fiducia e una bella scarica di adrenalina, arrivata anche a tutto il mio staff; questo ci ha dato lo stimolo giusto per continuare a lavorare a pieno ritmo. Dall’inizio della stagione la moto è migliorata davvero tanto e abbiamo svolto un ottimo lavoro, sono molto concentrato e voglio fare del mio meglio per chiudere questa stagione positivamente dato che i risultati cominciano ad arrivare. Al di là della felicità di salire sul gradino più alto del podio la mia vita non è cambiata dalla vittoria a oggi. Sono sempre io e non mi monto troppo la testa”.

Di Pillo ha poi voluto chiedergli se, in seguito al successo, fosse diventato una star in Inghilterra, la risposta è stata senza dubbio inaspettata:

“Nel mio paese, abito sull’Isola di Man, la gente non sa neppure chi sono. Sono tutti concentrati sulle road races e per la gente del luogo i veri piloti sono McGuinness e Dunlop, non io! Questo ha i suoi vantaggi perché posso camminare per la strada indisturbato senza che nessuno badi a me. Non accadrà mai di vedermi sulla copertina di qualche magazine anche perchè si tratta di una cosa che davvero non mi interessa molto”.

Non solo piloti e corse

Come avrete capito la giornata organizzata da BER Racing ha saputo mettere un po’ tutti d’accordo: il pubblico ha avuto la sua dose di campioni, con tanto di autografi, selfie e strette di mano. Gli addetti ai lavori hanno potuto toccare con mano la gamma Arai 2017 e i curiosi hanno potuto passare una giornata di passione per le due ruote, complici le numerose attività collaterali proposte. Infatti, lo Store ha proposto anche al pubblico di toccare con mano i sistemi di sicurezza che caratterizzano i test condotti sui caschi prima dell’immissione sul mercato; fra questi ci ha colpito come Arai sia fra le poche realtà a condurre prove di tenuta non richieste dalle attuali normative. Nel pomeriggio, infatti, abbiamo potuto assistere al Penetration test. Si tratta di lasciar cadere un peso da 3 kg al quale è collegato un perno appuntito direttamente sulla calotta del casco. Il risultato positivo al test prevede che la punta non debba mai raggiungere il punto in cui si trova la testa. Il test è stato eseguito, davanti ai nostri occhi, anche sui fori per l’aerazione e il risultato è stato positivo.

Fra le attività della giornata era presente anche un test ride delle moto elettriche Energica Eva ed Ego, la scuola di guida in pista di Alessandro Gramigni, il museo itinerante per scoprire i caschi del Marchio Giapponese e la professionalità dei tecnici del Racing Service Arai giunti dal GP di Misano per offrire controlli e pulizia gratuita del casco al pubblico presente.

Un po’ di sano free style: lo show di Emanuel Angius

Tutti immaginiamo, soprattutto dopo aver parlato di Motomondiale e Superbike, che i caschi Arai vengano utilizzati solo dai piloti in sella fra i cordoli. Lo spettacolo organizzato al termine della giornata dimostra invece quanto BER Racing tenga ai piloti di ogni sorta di disciplina. Durante la giornata si sono infatti alternati ai microfoni alcuni piloti Nascar ma a divertire i presenti è stato uno fra i piloti seguiti da BER Racing: Emanuel Angius. Il pilota di origine ghanese ha intrattenuto il pubblico con la sua moto da trial con impennate, stoppies e numeri di freestyle.
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