Appena ci si mette in sella l’impressione è molto buona. Sei seduto in alto, ma la sella (morbida e imbottita) non è troppo distante dal suolo (835 mm). Il manubrio è ben posizionato e non impone carico sui polsi, le gambe hanno spazio in abbondanza e la vita è snella. I comandi sono morbidi e precisi (solo la frizione richiede un certo sforzo) e le vibrazioni, anche in autostrada, ridotte al minimo. La ciclistica è stabile e risulta rassicurante tanto su asfalto liscio quanto dove c'è qualche buca di troppo. Le sospensioni sono ben tarate e la guida rotonda, il suo bicilindrico è capace di riprendere velocità senza un lamento da prima dei 2.000 giri e che ha un'erogazione dolce e corposa. Al motore manca però un po’ di grinta, da un V2 di 900 cc ti aspetti un allungo deciso, cattivo, invece quando tiri le marce la spinta è piatta e poco coinvolgente.
Se cerchi una moto sportiva ed emozionante, ti conviene guardare altrove. Una piccolezza che noti quando inizi a spingere un po’ è che la sospensione posteriore ha una reazione particolare all'apertura del gas in piega, come se la prima parte di corsa del "mono" fosse del tutto sfrenata. La Shiver si siede e poi scatta in avanti. Il limite principale è però la ciclistica, che manca di reattività. Il peso è ben bilanciato, ma ce n'è in abbondanza; e si fa sentire soprattutto nei percorsi tortuosi e nei cambi di direzione.
Pregi
- Elasticità
- Coppia ai bassi e medi
- Comfort
Difetti
- Peso
- Grinta agli alti
- Autonomia