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Aprilia RSV4 Factory aPRC Special Edition: test

Abbiamo testato l’Aprilia RSV4 Factory aPRC Special Edition sulla pista di Jerez de la Frontera, in Spagna. Ci è piaciuta perché l’elettronica è efficace, il motore è più performante e la ciclistica ottima.

Aprilia rsv4 factory aprc special edition: test

Jerez de la Frontera (SPAGNA) - Con 22.200 euro, prezzo indicativo chiavi in mano, Aprilia ti mette in sella un secondo pilota, invisibile come un fantasma ma efficace come Max Biaggi. Quando esageri col gas, sia in piega (Traction Control) sia in uscita di curva (Wheelie Control) sia nelle partenze da fermo (Launch Control), è come se lui premesse dolcemente il freno posteriore. La RSV4 Factory aPRC (Aprilia Performance Ride Control) rallenta quanto serve, ma il taglio di potenza è talmente dolce e progressivo che risulta inavvertibile. Proprio come se su una moto “normale” si pigiasse il freno posteriore insieme con l’apertura del gas.

 

I collaudatori Aprilia presenti sulla pista di Jerez, teatro della presentazione alla stampa, ci assicurano che i tempi sul giro migliorano eccome: qualche decimo sul best lap, un secondo abbondante sul passo. Il motivo è che il controllo di trazione riduce sia l’usura delle gomme (al posteriore c’è una 200/55!) sia gli errori che il pilota può commettere. A patto che la scelta tra le 8 opzioni di controllo di trazione (ATC) e le 3 possibilità di gestione dell’impennata (AWC) sia coerente con le doti di guida del pilota. La preferenza potremmo sintetizzarla così: a un pilota si consiglia l’ATC tarato tra 1 e 3 e l’AWC a 1; per un motociclista di buon livello è preferibile un ATC tra 4 e 5 e un AWC a 2; e nel caso di un neofita (o di asfalto bagnato) meglio optare per un ATC tra 6 e 8 e un AWC a 3.

 

Se si comprendono il RBW (Sport, Track, Road) e il Launch Control (ALC) regolabile su 3 posizioni, l’elettronica disponibile su questa moto offre 216 possibili combinazioni: una Play Station a due ruote? Un po’ sì, ma presa dimestichezza con la… consolle, e individuato il set-up di maggior gradimento, tutto diventa più facile. Facile come la nuova ciclistica: l’angolo di sterzo è stato leggermente aperto e la forcella è stata sfilata di una tacca per rendere ancora più intuitivo l’avantreno. Serviva? Forse no: la RSV4 di ciclistica era già la migliore maxisportiva in commercio e così non ha fatto altro che alzare l’asticella, allontanandosi ancor più dalle avversarie.

 

Oggi si può dire che la BMW S1000RR sta alle prestazioni del motore come la Aprilia RSV sta all’efficacia del telaio. Con la differenza che i tecnici di Noale hanno colmato il gap “elettronico” grazie anche al Launch Control: funziona in maniera eccellente a livello 2, dove la ruota anteriore galleggia a filo dell’asfalto, senza mai staccarsi da terra, mentre il V4 produce una spinta furiosa; a livello 3 forse il motore è un po’ troppo addomesticato, ma pur sempre generoso in accelerazione, mentre non abbiamo avuto modo di testarlo a livello 1, anche se francamente è difficile immaginare qualcosa di più sicuro e al tempo stesso efficace del livello intermedio.

 

Un difetto? Su una moto così è quasi impossibile trovarlo, anche perché il motore ci è parso ancora più performante che in passato, soprattutto ai medi regimi. Soltanto il controllo di trazione ha mostrato una piccola imperfezione: in qualsiasi configurazione scelta tra 1 e 8 a nostro parere l’ATC interviene in maniera più invasiva nelle curve lente piuttosto che in quelle veloci. Facciamo un esempio: se lo si imposta sul 4, è come se lavorasse a livello 3 sui curvoni e a livello 5 nei tornanti. È verissimo che gli high-side sono molto più frequenti in uscita dalle curve lente che dai curvoni da terza/quarta marcia, ma l’atteggiamento della moto cambia più del previsto in base al raggio della curva e all’angolo di piega. Ciò tuttavia non ci impedisce di definire il controllo di trazione Aprilia il nuovo punto di riferimento della categoria. Se si aggiunge il carico di entusiasmo portato dal titolo di Max Biaggi, le 300 unità in vendita da novembre dovrebbero andare a ruba.

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