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Addio concessioni in MotoGP, anche Aprilia ne fa a meno

La Casa di Noale era rimasta l'unica nella top class ad usufruire del regime elaborato, una strategia che avvantaggiava i team in difficoltà permettendogli di avvicinarsi maggiormente al resto degli avversari

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Le concessioni sono state introdotte per la prima volta dal 2016, permettendo ai marchi meno competitivi di recuperare terreno. Lo scorso anno era rimasta solo Aprilia ad usufruirne, ma visti gli ottimi risultati del 2022 quest'anno ha deciso di farne a meno.

Ma cosa prevedono, di preciso, le concessioni?

Sulla scia di un periodo di prolungato di scarse performance, permettono ad un determinato team di avere nove e non sette motori a disposizione in una stagione, la possibilità di non congelare le specifiche del motore all’inizio della stagione e sei wild card, al posto di tre.

Inoltre offrono la possibilità effettuare più test facendo scendere in pista più frequentemente i propri piloti: un’opzione, questa, esclusa per gli altri.

A fare compagnia ad Aprilia fino a qualche anno fa era stata KTM, ma la rincorsa degli austriaci aveva contato sulle concessioni fino al 2020, quando hanno ottenuto due vittorie e altri cinque podi. Secondo nel campionato costruttori e terzo in quello dei team, il marchio si era quindi affacciato al top in maniera concreta.

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