La prima Aprilia da Gran Premio nasce alla fine del 1984 per l’intraprendenza, o meglio dire, la lucida follia di tre personaggi. Uno è Michele Verrini, giornalista, tester di Motociclismo, nel team di Minarelli e Garelli oltre ad essere l’organizzatore del Trofeo Aspes Yuma, una delle palestre monomarca che hanno generato grandi piloti della Velocità. Il suo sogno è fondare un team per correre il Motomondiale della 250.
Il secondo è Loris Reggiani: classe 1959, vincitore del Trofeo Aspes nel 1979 e già sul gradino più alto del podio dei GP con la Minarelli 125, oltre a varie esperienze nella 250 e nella 500.
Il terzo è Ivano Beggio. Il gran patron di Aprilia ha una vera passione per il fuoristrada, ma sa molto bene che le competizioni della MotoGP sono un veicolo pubblicitario notevolissimo tra i ragazzi. Ed è ai sedicenni che hanno nel cuore una sportivissima due tempi che ci si rivolge in quegli anni dove esplode il boom delle 125 stradali.
Verrini incontra Beggio nel novembre del 1984: nel contratto chiede due motori Rotax bicilindrici in tandem (l’Aprilia è da anni cliente del Marchio austriaco) e un contributo per costruire due moto. Beggio valuterà il costo di una stagione di gare nella cifra di 350 milioni di lire, investimento in assoluto impegnativo per Aprilia, ma l’imprenditore veneto voleva assolutamente correre nella Velocità, trionfare anche in questa categoria.