Val Trebbia
Sedici passi in nove giorni. Una collezione
di valichi più o meno noti tra l’Emilia Romagna e la Toscana, ma anche
uno spunto per vari itinerari di due giorni.
Chilometraggio: 2.200 km
Tipo di fondo: asfalto generalmente
in buone condizioni, con alcune eccezioni
Periodo consigliato: da primavera
inoltrata
Dedicato a: collezionisti di passi
e di panorami
E’ uno dei sogni di tutti i motociclisti.
Partire senza meta con il solo obiettivo di percorrere le belle e rinomate
strade nella “Terra del Mutor”. Ne è uscito un viaggio che ha
toccato
16 valichi, dai più conosciuti come Futa e Muraglione, agli sconosciuti
Lupo, Forche e Centoforche, con la costante di splendidi scenari: dagli
Appennini emiliani alla spianata del Mugello fino alle incredibili colline
senesi dal tipico color ocra.
LUNEDÌ Il percorso inizia a Piacenza
dove imbocchiamo la SS 45 che ci porta velocemente verso Bobbio, capitale
del piccolo paradiso del motociclista, la Val Trebbia. Da qui, una sequenza
impressionante di curve e tornanti collega la città emiliana con Genova
ed il mare. Percorriamo il primo tratto fatto di veloci curvoni fino a
Marsaglia: le limpide acque del fiume Trebbia ci accompagnano regalandoci
spesso scorci da canyon americano. Giunti nel piccolo paesino emiliano
svoltiamo in direzione di S. Stefano d’Aveto. La strada è franata in
alcuni
punti a causa delle abbondanti piogge estive e si snoda sul fondo della
stretta valle costeggiando il fiume. Ci tratteniamo a S. Stefano per un
panino, per visitare il piccolo centro storico ed il Duomo e ripartiamo
in direzione del Monte Penna. Al valico svoltiamo per Bedonia: la strada,
con ampi tornanti, è in condizioni veramente pessime con il fondo rattoppato
malamente e pieno di buche e brecciolino. Giunti al paese svoltiamo per
Borgo Val di Taro e successivamente
per Fornovo. Sulla veloce strada di
collegamento puntiamo verso Berceto costeggiando l’autostrada della Cisa.
La strada è molto bella e ci porta fino al piccolo borgo medievale dove
decidiamo di pernottare in un grazioso agriturismo all’uscita
dell’autostrada.
Una veloce visita al centro del paese, noto in tutta Europa per i funghi
porcini e le tante botteghe d’arte, chiude la nostra prima giornata.
MARTEDÌ Di buon mattino, imbocchiamo
la SS 62 della Cisa verso La Spezia: la strada è bellissima, si snoda fra
boschi con curve ampie e raccordate e un asfalto sempre in ottime condizioni.
Una breve sosta al punto di valico, sempre affollato di motociclisti, e
proseguiamo per Pontremoli. Pochi chilometri prima di arrivare al piccolo
paese toscano decidiamo per una deviazione per raggiungere il Passo del
Brattello in direzione Borgo Val di Taro. L’asfalto risulta spesso
scivoloso
poiché si snoda in un bosco di castagni e le foglie a terra si trasformano
in una temibile poltiglia. Ritornati a Pontremoli proseguiamo in un veloce
trasferimento per Fivizzano, punto di partenza del Passo del Cerreto, sulla
SS 63. I paesaggi che ci circondano hanno un aspetto molto “alpino”.
Vi consigliamo, una volta raggiunta la cima, una veloce escursione al laghetto
del Cerreto a quota 1.261 metri. Riprendiamo il viaggio in direzione di
Reggio Emilia prestando attenzione ai primi tornanti in condizioni veramente
disastrose con asfalto molto rovinato e sporco. In località Collagne decidiamo
per un secondo fuori programma e ci dirigiamo verso il Passo del Lagastrello:
deviazione divertente grazie anche alla perfetta visibilità delle curve,
alla ridotta inclinazione del piano stradale e al traffico quasi inesistente.
Facciamo una breve sosta nei pressi dell’invaso artificiale e subito
ripercorriamo
la strada in discesa per trovare dove passare la notte. Sulla strada scorgiamo
in lontananza la Pietra Bismantova, una strana altura dalla sommità piatta
e dalle pareti verticali che spicca in mezzo alle colline digradanti.
La Futa
MERCOLEDÌ Partiamo presto e, arrivati a Modena, attacchiamo la salita
che ci porta al Passo Radici. Proseguiamo per Castelnuovo in Garfagnana
percorrendo in discesa la SS 324 che sul lato toscano si presenta sporca
e scivolosa. Dopo una breve sosta a Bagni di Lucca puntiamo dritti per
l’Abetone. La strada è divertente anche se spesso turisti e camper creano
qualche rallentamento su alcuni dei tornanti più stretti. L’Abetone ci
compare all’improvviso, piena di turisti e nello stile tipico delle
cittadine
alpine. Il tempo per una breve sosta e ripartiamo; giunti a Pievèlago svoltiamo
in direzione di Sestola dove facciamo tappa per la notte.
GIOVEDÌ Prima di lasciare la zona andiamo a visitare il Passo del Lupo,
sopra Sestola, e il piccolo laghetto, meta del turismo locale. Ci muoviamo
poi verso Lizzano ma probabilmente oggi non è la nostra giornata fortunata.
Buco la gomma posteriore e faccio quasi 12 km con il pneumatico afflosciato,
fino a Lizzano. E’ ferragosto e i gommisti della zona sono tutti in
vacanza;
contattiamo telefonicamente un servizio di informazioni che ci assicura
che a Montenero c’è un gommista aperto: peccato che sia a Pistoia, a circa
70 km! Finalmente, sulla SS 632 un benzinaio- gommista si offre di riparare
la gomma utilizzando un kit di riparazione esterna: è provvidenziale e
decidiamo di non partire mai più in futuro senza un kit simile. Arriviamo
a Pistoia e proseguiamo per Firenze passando da Lucca e Prato. Arrivati
al capoluogo toscano imbocchiamo la famosissima SS 65, meglio conosciuta
come Futa, in direzione di Bologna. La strada è in pessime condizioni,
con un solco continuo, frutto della posa di tubazioni o cavi, al centro
della carreggiata. Memori della fatica, in zona di Reggio Emilia, per trovare
un alloggio, abbiamo prenotato una stanza in un agriturismo a Galliano,
frazione di Barberino del Mugello. L’albergo è molto bello, costruito
in cima ad una collina con una piacevole vista sul Mugello. La sera a cena
conosciamo Carlo, l’oste che gestisce il piccolo ristorante e, complici
la deliziosa bistecca alla fiorentina e il buon vino, decidiamo di sostare
anche il giorno successivo.
VENERDÌ La giornata è splendida. Imbocchiamo la statale in direzione
dei passi della Futa e della Raticosa: la strada prosegue fino al valico
in pessime condizioni con una deviazione, causata da una frana, su un viottolo
asfaltato alla bisogna, stretto e non in grado di sopportare il traffico
di questa importante via di collegamento. Facciamo tappa sul piazzale della
Raticosa dove ci mescoliamo agli altri mototuristi, giunti fin quassù anche
con moto d’epoca. La strada cambia completamente, sul versante emiliano
è in ottime condizioni e finalmente riusciamo a godere delle bellissime
curve e dello splendido paesaggio. Invertiamo la marcia nei pressi di Bologna
e rientriamo verso Firenze, che visitiamo nel pomeriggio anche per un
velocissimo
ripasso alla nostra cultura.
Il Muraglione
SABATO La giornata si preannuncia faticosa, complice anche l’afa
che
fin dalle prime ore del mattino ci soffoca: la tuta si trasforma in una
sauna e il casco in un forno. Imbocchiamo la SS 67, detta anche
“Forlivese”,
che ci porta ad un altro dei valichi più famosi, il Muraglione, in compagnia
di molti altri motociclisti. Proseguiamo per Forlì e nel territorio del
comune di Rocca San Casciano facciamo rotta per Bagni di Romagna. Superiamo
nell’ordine: il Passo delle Centoforche, il Passo delle Forche e il
Carnaio.
Il paesaggio invece è molto caratteristico, ricco di colline e boschi.
Giunti a Bagni imbocchiamo la SS 71 che conduce al Passo del Mandrioli:
la salita che porta al valico è in condizioni indecenti ma cambia radicalmente
sul lato toscano. Sulla sommità c’è solo il cartello che annuncia lo
scollinamento.
Proseguiamo per Badia Prataglia dove, dopo una breve sosta per il pranzo,
proseguiamo per Arezzo. Costeggiata la città toscana procediamo per Monte
San Savino, dove una splendida strada, costeggiata dagli immancabili uliveti,
ci porta ad imboccare la E38 e quindi a Siena. La città è in festa per
il Palio dell’Assunta: decidiamo di non fermarci e proseguiamo per
Castellina
in Chianti, una delle capitali del famoso vino toscano, costruita sulla
sommità di una collina che domina le migliaia di ettari coltivati a vigna.
La nostra giornata termina a Poggibonsi, dove sostiamo in un bell’albergo
fuori dall’abitato.
DOMENICA Partiamo come sempre al mattino presto per godere di un
po’
di fresco e puntiamo dritti verso Volterra, che sfioriamo dirigendoci poi
verso sud sulla Statale 439. La strada è bellissima e ci conduce fino a
Massa Marittima. Nel tragitto incontriamo due motociclisti provenienti
dall’Abetone e ci fermiamo ad un ristoro a scambiarci sensazioni: ci
consigliano
di proseguire per Sassetta, piccola cittadina termale arroccata sul fianco
di una collina vicina al mare. Sbagliamo strada e arriviamo al piccolo
paese passando dall’Aurelia. Da lì proseguiamo per Castagneto Carducci
ed infine per Bolgheri: il piccolo centro medievale è collegato con
l’Aurelia
da un rettilineo di 4 chilometri interamente costeggiato da cipressi (forse
la strada più fotografata d’Italia). Ci trasferiamo velocemente a Cecina,
dove sostiamo per la notte.
LUNEDÌ Il nostro viaggio è ormai agli sgoccioli e attraverso strade
alternative raggiungiamo prima Pisa e quindi Lucca. Da qui, imbocchiamo
per la prima volta l’autostrada che ci porta velocemente a Massa e
raggiungiamo
finalmente il mare in località Marina di Massa. La ricerca di un alloggio
per la notte è, ancora una volta, massacrante ed alla fine, stremati dal
gran caldo, accettiamo una doppia nel migliore albergo per la
“modica”
cifra di 180 euro (ma con parcheggio interno coperto e custodito). Tanta
spesa è però ripagata dalla piscina che, complice il gran caldo, è il posto
in cui passeremo l’intero pomeriggio.
MARTEDÌ Per tornare verso Milano decidiamo di passare per il Passo
delle Centocroci. Un breve trasferimento in autostrada ci porta all’uscita
di Brugnato, dove seguiamo per Varese Ligure e raggiungiamo il valico:
la strada è molto bella. Scendiamo verso Borgo Val di Taro e prendiamo
in direzione del Passo del Bocco, altra strada notevole e poco trafficata.
Passiamo Chiavari e ci dirigiamo verso Torriglia dove riprendiamo la Statale
46 che ci riporta a Piacenza. Sulla Val Trebbia è stato scritto di tutto
e non è il caso di commentare le curve che riportano verso Bobbio, da cui
tutto era cominciato nove giorni prima.
I 16 passi
I 16 PASSI
MONTE PENNA: ottimo l’asfalto salendo da S. Stefano
d’Aveto, pessimo
scendendo verso Bedonia, curve sempre belle e carreggiata ampia.
CISA: asfalto sempre ottimo, curve belle e ben raccordate, carreggiata
ampia.
BRATTELLO: asfalto discreto a volte scivoloso, curve strette ma
divertenti.
CERRETO: belle curve ed asfalto grippante in salita da Fivizzano, fondo
rovinato e sporco in discesa verso Reggio Emilia, carreggiata sempre ampia.
LAGASTRELLO (collegamento dalla Statale 63): asfalto sempre in ottime
condizioni, visibilità ottima delle curve, percorso ben raccordato e carreggiata
ampia.
RADICI: asfalto discreto a salire, sporco e scivoloso nella discesa,
curve divertenti ma carreggiata non molto ampia.
ABETONE: asfalto in buone condizioni, curve ben raccordate anche se
spesso con visibilità ridotta, carreggiata nella norma.
LUPO: asfalto sufficiente con troppi rappezzi, curve belle e carreggiata
ampia.
FUTA: salendo da Firenze asfalto in condizioni disastrose fino alla
Raticosa, in discesa verso Bologna ottimo, curve sempre belle, non sempre
con ottima visibilità e carreggiata spesso ampia.
MURAGLIONE: asfalto ottimo, curve molto belle e carreggiata ampia su
entrambi i versanti.
CENTOFORCHE: asfalto pessimo, pieno di rattoppi ma curve molto belle
e visibilità buona. Carreggiata spesso ridotta.
FORCHE: asfalto sufficiente con curve discrete e buona visibilità ma
carreggiata ridotta.
CARNAIO: asfalto discreto, bellissime curve spesso con visibilità ottima
e carreggiata normale.
MANDRIOLI: asfalto in pessime condizioni sul versante romagnolo e buono
su quello toscano, curve molto belle con discreta visibilità, carreggiata
nella norma.
CENTOCROCI: asfalto discreto, curve belle e spesso con buona visibilità,
carreggiata normale.
BOCCO: buono l’asfalto, curve belle ma con un piano stradale molto
inclinato in discesa verso Chiavari. Carreggiata spesso ridotta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA