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"Pubblicate il 'made in' dei prodotti"

I cambi di proprietà fanno sempre discutere, soprattutto se i protagonisti sono i marchi italiani di abbigliamento: il made in Italy è un valore aggiunto che vale molto sia nell'immaginario collettivo sia in termini di qualità effettiva

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Caro direttore, mi ha colpito la cessione della maggioranza di Dainese/AGV/TCX da Investcorp (e Lino Dainese) all'americana Carlyle, con la quale un prestigioso marchio nazionale continua il suo peregrinare in mani straniere.

Per una più completa informazione al consumatore credo sia utile e importante che corrediate i servizi su abbigliamento, accessori e componentistica con l'indicazione dei loro reali paesi di produzione e degli assetti proprietari dei brand. Credo che queste informazioni facciano in qualche modo parte delle "caratteristiche" di un prodotto e possano concorrere ad orientare le nostre scelte.

Roberto Sacilotto - Pessano con Bornago (MI)

Caro Roberto, Investcorp, fondo d'investimento del Barhain, aveva acquisito l'80% di Dainese nel 2015, per 130 milioni di euro. Sette anni dopo, l'americana Carlyle l'ha acquistata per 630 milioni di euro. Sotto il controllo della compagnia del Golfo, Dainese ha raddoppiato il fatturato e quasi quintuplicato l'utile pre imposte. Già da tempo nelle nostre comparative di prodotto indichiamo il luogo di produzione dei capi o dei componenti che vi prendono parte.

Relativamente agli assetti aziendali, diamo sempre notizia dei passaggi di proprietà, in particolare quando riguardano brand italiani. Per citare le ultime grosse operazioni, tre anni fa Nolan è passata in mani francesi (2R Holding, specializzata nelle due ruote), mentre lo scorso anno Motori Minarelli ha riottenuto il passaporto italiano grazie a Fantic Motor, che l'ha rilevata da Yamaha.

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