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17 January 2008

Abbigliamento e protezioni: la scelta adeguata

I capi di abbigliamento, casco incluso, hanno due importanti funzioni: proteggere il motociclista e consentirgli un comfort di guida elevato. La sicurezza alla guida deve essere prima di tutto attiva: niente intralci e minore affaticamento corrispondono a maggiore capacità di gestire gli imprevisti, evitando gli incidenti. La protezione in caso di caduta è un aspetto importante ma è anche l’unico di cui si parla: a nostro avviso, invece, vanno considerati altri aspetti della sicurezza. Oltre all

L'abbigliamento




I capi di abbigliamento, casco incluso, hanno due importanti funzioni: proteggere il motociclista e consentirgli un comfort di guida elevato. La sicurezza alla guida deve essere prima di tutto attiva: niente intralci e minore affaticamento corrispondono a maggiore capacità di gestire gli imprevisti, evitando gli incidenti. La protezione in caso di caduta è un aspetto importante ma è anche l’unico di cui si parla: a nostro avviso, invece, vanno considerati altri aspetti della sicurezza. Oltre alla base tecnica scelta in base al tipo di utilizzo, quindi, l’abbigliamento deve essere provato con calma, per capire se si adatterà davvero al nostro corpo. Ad esempio molte aziende producono giacche o pantaloni in taglio standard o lungo, a seconda della corporatura. Più spesso capita invece che prodotti di marchi diversi, ma con taglie analoghe calzino in modo molto differente. In caso di caduta l’abbigliamento deve garantire resistenza all’abrasione, allo strappo e tramite le protezioni dissipare la maggior parte di energia derivante dall’urto. Un capo costruito con materiali per l’abbigliamento casual non sará sicuramente in grado di assolvere a questi compiti a seguito dello strisciamento sull’asfalto: in caso di scivolata un tessuto tradizionale si rompe nei primissimi centimetri.

Materiali storici




I materiali: classici, MAI immutabili

Per tutti i costruttori la ricerca sui materiali, anche su quelli classici come la pelle, non si ferma mai. Per abbigliamento, calzature e guanti la pelle è stata da sempre riconosciuta come il materiale principe: contemporaneamente traspirante, resistente all’abrasione, morbida, naturale ha caratteristiche ineguagliabili per molte applicazioni. Per le calzature si sta diffondendo con successo la Lorica, un tessuto sintetico di struttura molto simile alla pelle, con caratteristiche di elasticità e traspirabilità quasi analoghe.

I tessuti tecnici invece sono molti, con svariati nomi, quasi sempre basati su miscelazioni di nylon (poliammide), poliestere e altre fibre come gli aramidici (il più famoso è il Kevlar). La composizione ed il metodo di produzione fanno sì che alcuni tessuti più recenti (come ad esempio il Cordura) siano a tutti gli effetti considerati come un materiale a se stante. Le membrane impermeabili possono garantire comfort invernale (se traspiranti e se laminate insieme al tessuto esterno) o essere aggiunte come strato interno. Se l’inserto è interno, in inverno la parte di capo che si inzuppa è ampia e, quindi, lascia sensazione di freddo. Il famoso Gore-Tex è costituito da una serie di strati di teflon microforati e sovrapposti, con circa 1,3 miliardi di fori per centimetro quadrato, membrane molto economiche spesso non sono ne resistenti negli anni ne traspiranti.

Per le calotte dei caschi abbiamo in genere due famiglie: i materiali termoplastici ed i compositi. I termoplastici sono in genere ABS o policarbonato, addittivati ad altri elementi sintetici e miscelazioni semi intermedie possono garantire ottime o scarse prestazioni e molto dipende dal costo industriale! Per le calotte in materiale composito vale lo stesso discorso: le fibre, di vetro, aramidiche o di carbonio sono legate nello stampo da una resina, che può essere di tipo poliuretanico, epossidico o termoplastico. Anche qua il mix di materiali determina il prezzo e le prestazioni finali. Per le protezioni nell’abbigliamento i materiali e gli scopi sono molti, a volte del tutto simili ai caschi: spesso si inseriscono in punti strategici all’esterno schermi rigidi o semi rigidi per facilitare lo scivolamento, esempio su malleoli, nocche, spalle, ginocchia e punte del piede. Lo scopo è quello di proteggere e distribuire l’energia su porzioni più ampie del punto di impatto. Per i capi turistici le protezioni esterne sono spesso rinforzi in materiale più pesante e resistente di quello del resto dell’abbigliamento.

In ogni caso, sotto alle protezioni esterne rigide si inseriscono materiali sintetici deformabili o elastici, a volte certificati come protezioni tecniche (spalle, gomitiavambracci, ginocchia), a volte dichiarati come semplici rinforzi.

I caschi




I caschi: scegliere quello giusto

I caschi come pochi altri dispositivi (cinture di sicurezza e seggiolini per bambini) hanno un’etichetta apparentemente incomprensibile, ma che ne descrive le caratteristiche.
Esteticamente possiamo dividerli in integrali strada, integrali fuoristrada, jet, off road. La
norma invece definisce quelli integrali (che siano con mentoniera apribile o no), quelli con
mentoniera di tipo non protettivo e quelli jet.La carta di identità del casco è il suo cinturino: su di esso deve essere applicata l’etichetta con tutte le caratteristiche. La lettera E seguita da un numero corrisponde al paese europeo presso il quale sono stati effettuati i test di omologazione. La sigla 052273/P indica il riferimento alla normative ECE 22/05 (quella più recente) seguita dal numero di protocollo relativo al test di omologazione di quel modello di casco. A volte caschi con particolari estetici anche molto differenti o prezzi molto differenti in realtà sono tecnicamente lo stesso prodotto, solo “agghindato” meglio: non sempre, quindi, la novità è davvero tale, se avete qualche dubbio confrontate questo codice con quello di altri prodotti della stessa casa.

La lettera P, come nell’esempio, rappresenta un casco dotato di mentoniera Protettiva (tipicamente un casco integrale stradale); NP indica una mentoniera Non Protettiva (ad
esempio un casco integrale da fuoristrada con mentoniera molto ventilata o, caso raro, dei
caschi integrali, ma con la mentoniera progettata per sole funzioni estetiche); J indica tutti i caschi aperti, tipo Jet. Spesso capita che siano commercializzati caschi integrali, ma con mentoniera asportabile: in questo caso a tutti gli effetti sono omologati come dei modelli jet.

La dicitura successiva 085000 indica il numero progressivo di produzione del casco preceduto dalla lettera relativa al tipo di casco. Il numero di produzione può fornire altre indicazioni: se questo numero è basso, il casco è “fresco” di omologazione; si tratta quindi di un prodotto particolarmente recente. Se, invece, è un numero molto alto, si tratta di un casco di estremo successo commerciale oppure di un casco la cui omologazione è particolarmente vecchia e, quindi, già in produzione da diversi anni.

Le protezioni




Le protezioni: ecco come funzionano

Purtroppo le normative che regolamentano le caratteristiche dell’abbigliamento motociclistico non sono così evolute e puntuali come quelle per i caschi. Per le protezioni generiche da inserire nell’abbigliamento la norma di riferimento è la UNI 1621 che in pratica stabilisce diversi livelli di energia da dissipare rispetto all’urto standard. Il livello superiore (sigla EN 1621-2) è quello che devono garantire i paraschiena di tipo omologato: viene cioè certificata quanta energia sono in grado di trasmettere al corpo, dissipando l’altra parte. Oltre a questo la norma prescrive le dimensioni minime dei paraschiena riferite alla taglia dell’abbigliamento. Per i paraschiena inoltre esistono due “modelli”: i tipo B sono quelli che coprono la schiena su un’ampia porzione (almeno il 72% della lunghezza della schiena e larghezza minima del 29% riferite sempre alla taglia standard del manichino), quelli con la lettera L indicano i prodotti corti per la sola protezione lombare. L’altro livello di energia dissipata, meno stringente (sigla EN 1621-1), è quello che devono rispettare le protezioni di gomiti, avambracci e ginocchia. Da notare che contrariamente al casco non esistono test sul capo finito, ma solo sulle specifiche protezioni: quindi non vengono verificati problemi dovuti a un montaggio instabile della protezione da parte del produttore oppure la possibilità da parte dell’utente di un inserimento sbagliato nel capo d’abbigliamento. Nel casco, invece, viene collaudato globalmente l’effetto di calotta, polistirolo e rivestimento verificando se, ad esempio, uno di questi elementi renda instabile la calzata. L’abbigliamento per motociclisti professionisti è regolamentato dalle UNI 13595: in realtà la norma indica come devono essere costituiti gli abiti per particolari categorie di motociclisti, quali Forze dell’Ordine ed altri operatori pubblici che devono utilizzare le due ruote come strumento di servizio.

Guanti e stivali




Guanti e stivali: fondamentali per proteggere

I guanti e gli stivali sono elementi da non sottovalutare: purtroppo non esistono certificazioni o test particolari a cui sottoporli, tranne i vari paragrafi delle norme UNI 13594 (guanti) e UNI 13634 (stivali). Le calzature turistiche, in genere, hanno rinforzi nei punti “canonici” del piede (punta, tallone, malleoli), quelle sportive integrano anche soluzioni in materiale composito per limitare la torsione in caso di caduta, oltre a sliders sostituibili o suole speciali intercambiabili nel caso di quelli da Motard. I guanti analogamente hanno funzioni molto differenti: il mix più delicato è sul palmo, dove devono essere particolarmente resistenti all’abrasione da sfregamento ma, contemporaneamente, morbidi per garantire alta sensibilità. Nei guanti che hanno doppio cinturino, per evitare che si possano sfilare in caduta, esistono dei rinforzi protettivi in pelle che si prolungano a coprire il cinturino del polso, proteggendolo dal contatto con l’asfalto. Sul dorso i modelli più professionali hanno imbottiture rinforzate e spesso anche gusci esterni in materiale rigido o semirigido. Una importante funzione da parte dei guanti sportivi, derivata dall’esperienza in pista, riguarda l’unione del mignolo con l’anulare per limitare distorsioni o fratture in caso di caduta.
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