Statistiche web

Ducati da record a Phillip Island, ma Davies...

Il primo round della stagione 2018 è negli archivi, adesso è tempo di dare un voto a quanto successo durante il Gran Premio d'Australia a Phillip Island
1/9 Marco Melandri
Dopo un weekend di fuoco a Phillip Island, è tempo di tirare le somme di quanto visto e di quanto è successo nel primo round del 2018 della WorldSBK. Un appuntamento che regala sempre emozioni: dopo mesi di test a Jerez, Portimão e proprio a Phillip Island, piloti e team mettono in atto tutto quello che hanno imparato e sviluppato nella off-season. Con i paddock del GP d’Australia ormai silenti, è tempo dunque di dare i voti ai piloti del Mondiale Superbike.

Marco Melandri: 10

Aver vinto in 125, 250 e MotoGP non gli bastava: ora, a Phillip Island, ha ottenuto la sua prima vittoria in SBK. E come se non fosse sufficiente, ha fatto una doppietta: la prima con la Ducati. A pieni punti dopo il primo GP: è una cosa che non era mai successo a nessun pilota in sella alla Ducati 1199 Panigale R. Nonostante i commenti negativi sul regolamento e l’imposizione del flag-to-flag in Gara 2, Marco ci ha messo cuore, grinta e anima scrollandosi di dosso tutti i pensieri negativi; proprio come la sua Panigale cercava di “scrollarsi di dosso” lo stesso Marco sul rettilineo di Phillip Island. Non prende la “lode” per la mancata conquista della Pole.

Xavi Forès: 9

Da due anni a questa parte Forès è cresciuto esponenzialmente, tanto da aggiudicarsi il “titolo” di miglior pilota privato del 2017. Sempre in lotta per un posto sul podio, questo weekend Javier (questo il suo nome di battesimo) ha rischiato non solo di finire a podio in Gara 1, ma di vincere Gara 2 portando al parco chiuso la Panigale di una realtà molto piccola come quella del Team Barni. Bravi tutti!

Tom Sykes: 8

Il pilota inglese raggiunge la vetta dei piloti con più pole position guadagnate nella storia della WorldSBK, a pari numero con Troy Corser (43). In Gara 1 parte bene, approfitta del calo di Rea ma nulla può fare contro uno scatenato Melandri, mentre in Gara 2 si accontenta di un 4° posto intelligente, perché a conti fatti è 2° nel Mondiale. Si vede che Sykes sta iniziando a porre rimedio al problema di gestione delle gomme, problema che attanaglia la moto numero 66 da qualche stagione.

Jonathan Rea: 7,5

Il Campione del Mondo in carica non brilla particolarmente in Superpole, in Gara 1 parte bene, ma con problemi così evidenti sulla sua moto fa il possibile per terminare 5° su una moto che corre sul sapone. In gara 2 perde la vittoria al fotofinish, ma tuttavia ha regalato moltissime emozioni con sorpassi al limite e spettacolari nel primo settore del tracciato.

Leon Camier: 7,5

Appassionati ed addetti ai lavori sanno che Camier, il talento, lo ha, e che gli serviva soltanto una moto capace di farglielo esprimere al meglio. Nel contempo il Team Ten Kate aveva bisogno di un pilota talentuoso per tirare fuori il meglio dalla CBR1000RR SP2 dopo una stagione d’esordio burrascosa. Il risultato è ottimo: Leon fa 7° in Gara 1 e 6° in Gara 2, eguagliando il miglior risultato del team olandese ottenuto nella stagione passata. Un ottimo inizio, dal quale ci aspettiamo risultati dello stesso calibro.

Toprak Razgatlioglu: 7

Il pupillo di Kenan Sofuoglu si classifica come il miglior rookie del Gran Premio. Ottimi risultati per il giovane turco, che già conosceva la ZX-10RR visto il suo trascorso in STK1000 con la moto di Akashi. Termina entrambe le manche, a punti, e chiude come 2° miglior pilota Kawasaki privato: meglio di lui solo Mercado, con 1 punto in più del turco. Ottimi risultati per un 21enne all’esordio!

Alex Lowes: 6,5

Nonostante la caduta in Superpole, Lowes spinge veramente forte ed è protagonista di una lotta serratissima con il compagno di squadra. A giovarne lo spettacolo, ma non la performance dei due piloti: se non avessero lottato così intensamente tra di loro, avrebbero potuto puntare a qualcosa in più. Il 6° posto in Gara 1 ed il 5° posto in Gara 2 sono risultati in linea con ciò che Lowes e Yamaha ci hanno abituato.

Michael Van Der Mark: 6

Per il pilota olandese vale la stessa cosa del compagno di squadra, tuttavia il mezzo punto in meno è dovuto ai risultati peggiori (9° in Gara 1, 7° in Gara 2) del pilota inglese. Van Der Mark è un giovane talentuoso, ha dimostrato che può fare sicuramente meglio con la Yamaha R1, e questa performance è al di sotto del suo potenziale.

Leandro Mercado: 6

“Tati” dopo diversi anni in sella a moto italiane (Ducati e Aprilia) salta in sella ad una ZX-10RR preparata dal privatissimo team Orelac Racing. Con una moto all’esordio ed un pilota nuovo, Tati è il miglior pilota Kawasaki clienti, tuttavia il suo habitat naturale non è lottare per la Top 10 ma per la parte alta della classifica.

Chaz Davies: 6

Dopo una Superpole non particolarmente brillante, in Gara 1 centra il podio al termine di una gara senza lode e senza infamia, favorito anche dai problemi tecnici di Rea. Ma in Gara 2, dopo il flag to flag, cade proprio quando si trovava in testa. Un errore al quale Davies ci ha (purtroppo) abituato in passato, e rimane comunque qualcosa che dovrà evitare in futuro se vuole veramente puntare al titolo. Una caduta che rischia già di pesare come un macigno.

Loris Baz: 6

Il rientro in SBK per il pilota francese non è tutto rose e fiori, tuttavia dopo il lungo lavoro nei test invernali riesce a portare a Genesio Bevilacqua un 11° ed un 9° posto che soddisfano il team manager di Althea Racing. I tempi con la Kawasaki Ninja ufficiale sembrano lontani, tuttavia ha ancora un enorme potenziale di crescita per portare la BMW nelle posizioni più alte della classifica.

Jordi Torres: 5,5

Un esordio difficile per lo spagnolo con la MV Agusta. Si sa che il punto “debole” della F4 è il motore, tuttavia lo spagnolo cerca di fare il possibile con la moto della Casa di Schiranna. In Gara 1 finisce nel ghiaione, mentre in Gara 2 riesce a portarsi a casa un 8° posto. Altra nota positiva è il miglior tempo in SP1, ma in SP2 ha chiuso in ultima posizione. Risultati al di sotto di ciò che Torres e MV Agusta possono fare insieme

Roman Ramos: 5

Lo spagnolo ha sempre ben figurato tra i piloti indipendenti, ma stavolta è stato autore di un weekend un po’ al di sotto delle aspettative. La concorrenza nel settore sta aumentando, e migliorando, e Roman sembra non cambiare. I suoi risultati sono in linea con quelli degli anni passati, e rimane il fatto che un 11° ed un 14° posto non sono posizioni di cui ci si può ritenere soddisfatti.

Eugene Laverty: 5

Dopo aver sfiorato la pole position, il baffo più veloce della Repubblica Irlandese spreca tutto il lavoro fatto in Gara 1 terminando 8°, mentre in Gara 2 cade rovinosamente mentre si trovava in testa con diverso distacco. La prestazione nelle due gare non riesce a compensare l’ottima performance in Superpole.

Jake Gagne: 4,5

Il pilota californiano aveva già messo mano sulla Honda CBR in versione SBK lo scorso anno mentre, contemporaneamente, lottava nel AMA Superbike sempre con la moto della Casa di Tokyo. Insomma, la moto la conosce molto bene, eppure i risultati sono sottotono per un pilota ufficiale: 11° in Gara 1, 14° in Gara 2. Se tutto ciò non bastasse, basti pensare al suo compagno di squadra (Leon Camier), all’esordio con la Fireblade, che sigla risultati molto migliori dei suoi.

PJ Jacobsen: 4,5

Team americano, pilota americano all’esordio in WSBK e una moto difficile da preparare come la attuale Honda CBR. Con questa formula, il risultato è un disastro: in Gara 1 chiude ultimo (e doppiato) e la stessa sorte tocca in Gara 2, senza nemmeno arrivare in zona punti. Unico momento di “gloria” è stato comandare la gara in quanto ultimo pilota a rientrare ai box per il flag to flag durante Gara 2.

Ondrej Jezek: 4

Il pilota ceco brillava in Superstock e faceva risultati egregi in Supersport, ma in Superbike sembra non trovare pace. Sicuramente anche perché si ritrova tra le mani la Yamaha R1 del Team Guandalini, che nel 2017 è passata tra le mani di diversi piloti senza mai centrare nessun risultato dignitoso. Ondrej prova a fare quello che riesce a Phillip Island, con una moto che ricorsa più una STK che una SBK, portandosi a casa un solo punto iridato.

Daniel Falzon: 2

Le istruzioni della Race Direction erano chiare: il rientro ai box obbligatorio per il flag to flag andava fatto tra il 10° ed il 12° giro. Tuttavia sembra che qualcuno, nella pit lane, si sia dimenticato di segnalare questa cosa a Daniel Falzon che è rientrato dopo 13 giri. Bandiera nera per lui, e conseguente squalifica in Gara 2 dopo non aver portato nemmeno a termine Gara 1.

MENZIONI SPECIALI

Spettacolo: 10 e lode

Un Gran Premio di Superbike così avvincente, ricco di colpi di scena e coinvolgente, non si vedeva dai tempi dei grandi piloti australiani. Difficile dire se questo sia il risultato delle ultime regole apportate o del cambio gomme introdotto in gara 2 (dopo i problemi avuti dalle coperture posteriori in gara 1), tuttavia gli spettatori di Phillip Island e gli appassionati a casa hanno apprezzato molto questo primo GP. Si attende con ansia il GP di Buriram (25 marzo).
© RIPRODUZIONE RISERVATA