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Motociclismo di giugno, nella sezione dedicata alla tecnica, c’è un interessante approfondimento su uno dei motori che da sempre più si presta all’uso motociclistico: il bicilindrico parallelo fronte marcia. Fin dagli albori della storia delle due ruote motorizzate, questo tipo di configurazione è stato sinonimo di robustezza, potenza, raffinatezza tecnica e sportività. Basti pensare al fatto che, per circa mezzo secolo il “paralel twin” è stato praticamente l’unico motore usato dalle gloriose marche inglesi. Tradizionaliste per definizione, certo, ma una soluzione tecnica che non funziona non si usa. La configurazione “all’inglese”, sostanzialmente caratterizzata dal raffredamento ad aria, oggi viene usata solo per moto di stampo classico, come le
Triumph Bonneville di precedente generazione (oggi
si è passati al raffreddamento a liquido), la Kawasaki W800 (che però è al
capitolo finale della sua storia), le
Norton Commando e Dominator, ma il bicilindrico frontemarcia è tornato in auge anche declinato con soluzioni tecniche più attuali, come il raffreddamento a liquido, l’iniezione, la distribuzione bialbero in testa a 8 valvole, l’elettronica sofisticata. Qualche esempio tra le ultime novità? Le nuove Bonneville
900 e
1200 (anche
Thruxton), come dicevamo, ma anche le Honda delle famiglie
NC750 e
CB500, nonché le piccole
Kawasaki e
Yamaha di 300 cc.