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Liguria in moto: oltre il mare c’è di più

Viaggio in moto: con la Suzuki V-Strom 1000 XT in una Liguria che non è solo Riviera. La regione custodisce infatti un cuore verde di foreste che ricordano certe macchie tropicali e nascondono tesori inaspettati. Il nostro itinerario alle spalle del Tigullio
1/27 Viaggio in Liguria con Suzuki V-Strom-1000 XT: la splendida basilica dei Fieschi, a Cogorno (GE), voluta da papa Innocenzo IV, è monumento nazionale fin dal 1860. Foto Tommaso Pini

Anima esotica

Il nostro itinerario
L’Umbria è il cuore verde d’Italia, la Toscana ha i cipressi e le colline del Chianti, il Trentino le Dolomiti, la Liguria i fiori di Sanremo, le Cinque Terre, Portofino... Eppure, dietro l’iconografia classica, spesso si nascondono sorprese, dove vale sempre la pena andare a infilare… le ruote. La Liguria sa essere selvaggia, ad esempio. È la terza regione più piccola d’Italia e la costa di 350 km accoglie il 90% degli abitanti. Ma c’è anche un notevole entroterra, con una superficie più grande dell’area costiera, verde come un’isola tropicale e con le cime degli Appennini e delle Alpi Marittime che superano i 2.000 metri. Il cuore della Liguria è un dedalo di curve e tornanti tra castagni secolari, larici, carrubi, conifere, gole rocciose, per spuntare poi all’improvviso in borghetti che ti aspetteresti in Valle d’Aosta o Friuli. Invece siamo a un tiro di schioppo da Milano… Qui le foto del nostro viaggio.

Tesori dimenticati

La splendida basilica dei Fieschi, a Cogorno (GE)
Il nostro percorso comincia dal mare, nel mezzo della costa del Tigullio, da Chiavari. Non ci attardiamo tra le vie ricamate dai portici, risaliamo invece la Val Graveglia. Arrivati a Cogorno imbocchiamo la stretta via Bertulla che porta alla Basilica San Salvatore dei Fieschi, con la facciata a fasce di ardesia e marmo bianco simile a quella del vicino Palazzo dei Fieschi, purtroppo in stato di abbandono. In realtà tutto sembra un po’ dimenticato: è un fine settimana, siamo di fronte a uno dei più pregevoli e meglio conservati edifici romanico-gotici della Liguria, monumento nazionale fin dal 1860, e siamo soli!

Oro nero e cuore verde

Un nastro d'asfalto tra i boschi della Val d'Aveto, attraversata dal torrente omonimo, tra la provincia di Genova e di Piacenza.
In zona, ricordate di visitare Lavagna, borgo costiero che deve il nome all’ardesia che da secoli si estrae nelle cave dell’entroterra. Separata da Chiavari dalla foce dell’Entella, ha un grande porto turistico ed è sede della rievocazione del 14 agosto che culmina col taglio della gigantesca Torta dei Fieschi e il banchetto collettivo. La spiaggia di ghiaia di Lavagna è la più estesa della Riviera di Levante, ci scappa pure un tuffo.
Proseguiamo verso Carasco, prima lungo la tortuosa via Maggiolo, aggrappata al costone che sovrasta il paese, poi imboccando via delle Galle (SP34), con scorci che si aprono su uliveti e vigneti, a pochi km dalla costa eppure già distantissimi, tra muretti e atmosfera rurale. Superato l’Entella, saliamo verso Carasco lungo la SP225, da lì la SP 586 ci accoglie nella Val d’Aveto. La Liguria è una delle regioni italiane con il maggior numero di specie vegetali e conquista il primato proprio per la porzione di territorio compresa nell’Appennino, in particolare nella Val d’Aveto: un Eden sconosciuto ai più.

Solitario monumento nazionale

Abbazia di Sant'Andrea in località Borzone (Borzonasca, GE)
Una manciata di km e siamo all’Abbazia di Borzone, affascinante per la posizione solitaria e per l’aura di incertezza che avvolge la sua fondazione, databile comunque intorno alla fine del 700. Anche qui lo stato di conservazione pare precario ma, più che come difetto, lo percepiamo come valore aggiunto. Dal 1910 è monumento nazionale, ma non sono molti i turisti che si spingono fino al suo portale: è un peccato o una fortuna? In questa atmosfera sonnacchiosa, torniamo indietro per un breve tratto e proseguiamo in direzione Zolezzi, i lecci si infittiscono fino a chiudersi a tunnel sopra un asfalto via via più esile poi, sulla sinistra, ecco un cartello che ci avverte d’essere arrivati al Volto Megalitico.

Il mistero del volto rupestre

Con i suoi 7 metri d’altezza, questo enorme volto di Cristo, simile alla Sindone e scoperto nel 1965, è la scultura rupestre più grande d’Europa, probabilmente scolpita dai monaci benedettini dell’Abbazia appena visitata. Nel 2016 un volo con il drone ha svelato un secondo volto, corrucciato, che si riesce a vedere solo dall’alto, un piccolo mistero (come avranno fatto i monaci a scolpire una cosa invisibile dal basso?). Il drone l’abbiamo anche noi…
In contemplazione del volto megalitico di Borzone

I boschi, le capre, le curve e il lago

Lago delle Lame (Rezzoaglio, GE)
Dalla scultura, un tappeto di bosco ci avvolge fino a Borzonasca, dove c’è il punto informazioni del Parco dell’Aveto; all’altezza del Comune svoltiamo a sinistra per Belpiano. La strada secondaria taglia la provinciale e a destra regala una vista dall’alto della foresta appena attraversata, mentre a sinistra svettano le pareti d’ardesia con agilissime caprette al pascolo, sospese in equilibri impossibili. Un bel cambio di prospettiva, animato da una secchiata di curve (ma l’asfalto è abbastanza malandato). Appena sbuchiamo di nuovo sulla statale giriamo a sinistra, oltrepassiamo il Passo della Forcella (875 m) entrando nell’Alta Via dei Monti Liguri e da lì continuiamo fino a Rezzoaglio, da dove la SP 654 ci concede di guidare con più di brio tra le curve fino al bivio per il Lago delle Lame, minuscolo specchio d’acqua che consigliamo, specie se capitate qui verso ora di pranzo.

Il sorriso sotto al casco si allarga…

Suggestiva immagine del passo del Lagastrello ripresa col drone
Percorriamo a ritroso un breve tratto di strada fino a tornare sulla bella SP 654, per arrivare a Santo Stefano d’Aveto. Il paese ha una storia antica, svelata dalle case e dai ruderi del Castello Malaspina. In realtà, il motivo principale per fermarsi qui sono le passeggiate verso i monti Groppo Rosso (1.592 m), Roncalla (1.658 m), Maggiorasca (1.804 m), Penna (1.735 m) e Aiona (1.702 m). E poi i boschi che ricoprono ogni collina e vallata, e le curve: tante, belle, aperte, pulite, lunghe, di tanto in tanto un tornante. Da Santo Stefano d’Aveto basta dirigersi verso il confine emiliano, oltrepassare il Passo Tomarlo (1.482 m slm) e, appena la SP 81 incontra la SP 359R verso Ponteceno, lasciare che il sorriso prenda le dimensioni della visiera. Il tutto in un verde così saturo che pare dipinto di fresco.

La val di Vara e i borghi "ellittici"

Varese Ligure
La digressione fuori dalla Liguria merita, bei destra-sinistra in sequenza veloce, che si tuffano in zone (Ponteceno, Montevaccà, Bedonia) care agli enduristi. Dalla SP 359 svoltiamo verso il Passo Centocroci (continuando dritti andremmo verso il Bocco), e siamo di nuovo in Liguria. Appena si scollina il paesaggio cambia ancora, con prati, vegetazione bassa, il verde che vira al giallo. In poche curve arriviamo a Varese Ligure, considerata la capitale del biologico, un caratteristico borgo rotondo col Castello dei Fieschi del XV sec. come fulcro. Da qui seguiamo il fiume Vara, immersi nella valle omonima, deviando dopo una manciata di km verso il Passo delle Piane, lungo la SP 3.

Andar cauti godendosi una vista stupenda

Viaggio in Liguria con Suzuki V-Strom-1000 XT: non solo mare, ma anche fitte forestte in cui le strade sono poco più che un filo d’asfalto tra castagneti e profumo di timo selvatico
È poco più di un filo d’asfalto tra castagneti e profumo di timo selvatico: doveroso guidare cauti, consigliabile qualche colpo di clacson in curva. Tra Godano e Sesta Godano le uniche due cose che interrompono il continuum verde sono il nero dell’asfalto (finalmente ottimo!) e il giallo della V-Strom. Poco prima del passo del Rastrello svoltiamo a destra sulla SP 5, seguendo per Val Giuncata, Sasseta: l’asfalto molto rovinato impone una dose d’attenzione in più, ma la vista è stupenda. Sesta Godano merita la sosta, per i muri delle case zuppi di storia, per il ponte medievale sul torrente Gottero e per le tredici chiese (il comune ha poco più di mille abitanti). Da qui a Brugnato la SP 3 si fa ancora più angusta e stretta tra boschi e arbusti, l’asfalto continua a non essere un granché, ma tanto la velocità è da bradipo...

Bellezza certificata

Brugnato è un altro borghetto delizioso, dalla forma ellittica e Bandiera Arancione del Touring Club dal 2007 (marchio di qualità turistico-ambientale, assegnato a località dell’entroterra che uniscono l’ottima accoglienza alla valorizzazione del territorio, in tutta Italia le bandiere sono 414). Il cuore di Brugnato è il suo centro, interamente pedonale, ornato di pietra e tinte pastello, con l’Abbazia di San Colombano. L’aspetto stratificato ne rivela la storia antica (qualcuno ne fa risalire la fondazione allo stesso Colombano, intorno al VI secolo, altri al 712): la chiesa divenne nel 1133 sede della neonata Diocesi di Brugnato i cui vescovi fondarono il palazzo che oggi ospita il bel museo diocesano (tel. 0187/896530, ingresso 3 euro).

L'eden del motociclista

Il passo del Bracco è un circuito naturale, amatissimo dai motociclisti, soprattutto per le sue invitanti curve
Ok, ci siamo divertiti, ci sono piaciuti i paesini medievali, la calma, il verde, le stradine intrecciate, ma ora è arrivato il momento di guidare davvero. Basta puntare le ruote verso Carrodano, infilarsi nell’Aurelia per proseguire fino al passo del Bracco (615 metri): meta abituale di smanettoni locali e non, è una splendida terrazza sospesa che s’impenna gradualmente con belle paraboliche incastrate nella pietra, fino alla “curva del sale”, dove sullo spiazzo di fronte al vecchio deposito invernale del sale antigelo, ci si ferma a chiacchierare.

Torniamo al mare

Baia del Silenzio a Sestri Levante
Da lì inizia una dolce discesa serpeggiante e godibilissima che va a cadere proprio dentro a Sestri Levante e alla sue splendide baie, delle Favole e del Silenzio (preferiamo la seconda, più raccolta e meno inflazionata), capitello finale del nostro viaggio ligure. Ancora un consiglio? Parcheggiata la moto sul lungomare (Sestri è tutta ZTL), dalla baia del Silenzio dirigetevi verso Villa Gualino, proprio di fronte troverete la minuscola chiesa di S. Nicolò, gioiellino seminascosto del 1151. E da lì godetevi il tramonto.

Compagna di viaggio

La Suzuki V-Strom-1000 XT e la sorellina di 650 cc
Presentata a Colonia a ottobre 2016, la Suzuki V-Strom 1000 XT 2017 è stata provata da Motociclismo a fine marzo. L’esemplare di questo viaggio (fatto in coppia con una "sorellina" 650), prima di diventare anche protagonista del nostro quarto Long Test (maggiori info su Motociclismo di agosto), ha partecipato alla 20.000 Pieghe 2017. I cerchi a raggi danno appeal a una moto davvero equilibrata, arricchita da aggiornamenti come ABS cornering e frenata combinata. La coppia di 101 Nm è godibilissima ai medi, fin da 4.000 giri, per una guida facile e intuitiva. Un’ottima mille stradale, comoda, senza vibrazioni o strappi, che si lascia condurre a 2.000 giri in quinta senza tentennamenti. Questa Suzuki è costruita intorno al twin 1.000 più morbido sul mercato e i 100 CV dichiarati bastano e avanzano per divertirsi in montagna (la forcella segue docilmente le asperità dell’asfalto) e guidare comodi in autostrada. Il parabrezza regolabile protegge bene, le valigie con attacchi integrati non sono molto capienti (26 e 29 litri), ma nel traffico non ingombrano. Il serbatoio un po’ largo non invita alla guida in piedi, come il manubrio, dall’impostazione prettamente stradale. Ci piace la leggerissima frizione idraulica, ma avremmo gradito il cruise control, che compare nemmeno come optional. Ottimi i consumi, sui 18 km/l abbondanti.

Cosa fare e gustare

Sito del volto megalitico di Borzone. Nel riquadro, l'immagine (ripresa dal nostro drone) che mostra come in realtà i volti siano due.
  • WAY POINT - Motociclismo e Garmin vi segnalano i migliori way point del viaggio: nell'itinerario ligure vi segnaliamo il punto da cui si può ammirare il Volto Megalitico di Borzone: N44 26.028 E9 24.438
  • PANORAMI - Dalla SP 654, poco dopo S. Stefano d’Aveto, si gode una splendida vista sulla Val d’Aveto.
  • VISITE - Varese Ligure, uno dei cosiddetti borghi "ellittici".

FARINATA - Focaccia preparata con farina di ceci, acqua, sale e olio extravergine d’oliva; viene condita con pepe, rosmarino e, a volte, cipolla. Noi l’abbiamo gustata abbinata al pesto artigianale a La Sciamadda dei Vinacceri Ballerini (Via XXV Aprile 179, Sestri Levante, Tel. 01851770787 - www.lasciamadda.it).
CASTAGNACCIO - A base di farina di castagne, zucchero, olio d’oliva, pinoli e uvetta, è un dolce tipico che racconta quanto i castagni siano parte della tradizione. Potrete gustarlo anche nel buffet di colazione del Relais San Rocco (Via Aurelia 261, Sestri Levante - www.relaissanrocco.com), stanza doppia con colazione da 100 fino a 160 euro (alta stagione).

Dormire e mangiare

Colazione al Relais San Rocco di Sestri Levante
B&B La Soldanella Roberto e Raffaella, originari di Chiavari, sono simpatici e maestri dell’ospitalità (lui è appassionato di trial). Producono salumi, formaggi di capra e carne di Angus, tutti in vendita al dettaglio e offerti a colazione, il resto è cucinato da Raffaella, compresi dolci, biscotti, focaccia. Matrimoniale con colazione 80 euro. Parcheggio moto al riparo.
B&B Il Paguro Maria e Fedele vi accoglieranno con gentilezza e calore. Il Bed&Breakfast, spartano ma pulito e ben tenuto, è in posizione ottima per visitare sia le spiagge che l’entroterra. Tre miniappartamenti con quattro posti letto e cucina; possibilità di parcheggio al coperto. 70 euro ad appartamento con colazione.

La Bilaia Tutte le sere, tranne il sabato, si gustano a lume di candela le specialità dello chef Paolo Passano, guardando dall’alto Lavagna e il golfo di Portofino. Per una cena romantica prenotate il tavolo 5 o 10 e assaggiate gli eccezionali ravioli “mal di schiena”, ripieni con 5 erbe spontanee. Costo medio con bevande 35 euro a persona. Disponibili anche abitazioni con vista sul promontorio di Portofino.
Ristorante dei Fieschi Locale dall’atmosfera montana (sembra di stare in Trentino), dominato dall’enorme camino passante in mezzo alla sala sul quale si prepara la carne alla brace. Ottima la cucina di Angela, legata la territorio ma con digressioni emiliane (paste tutte artigianali) che vi verrà servita dal simpatico Sandro, il marito. Menù con primo, secondo e dolce a scelta, vino, acqua e caffè: 22 euro a persona.

Abbigliamento

Uno scorcio del quartiere di Grecino, a Varese Ligure, uno dei borghi a pianta ellittica: il ponte a schiena d'asino è stato realizzato nel 1515 per attraversare il torrente Crovana
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