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22 April 2013

Valentino Rossi: l'unico top rider che non si esalta ad Austin

D’accordo la pista “anomala”, l’asfalto imperfetto e pure il disegno da F1. Sta di fatto che a Austin solo Valentino Rossi, tra i magnifici 4, ha deluso le aspettative: un campanello d’allarme o un semplice passaggio a vuoto?

Valentino rossi: l'unico top rider che non si esalta ad austin

13 secondi da Jorge, 10 da Cal e 16 dalla vetta: in gara la rimonta “valentiniana” in stile Qatar è stata solo una vana speranza. Insomma il week-end texano del Dottore è stato a dir poco deludente (cliccate qui per conoscere tutti i risultati), e i segnali sono stati chiarissimi fin da subito: lontano più di 2 secondi dai primi, in qualifica si è preso paga anche dalla Ducati di Dovizioso - che a differenza di Rossi non aveva mai visto prima la pista - e dalle Honda clienti di Bradl e di Bautista. Qualche aggiustamento nel warm up non è bastato: scattato ottavo Rossi ha chiuso sesto dopo aver faticato a scrollarsi di dosso la prima delle Desmosedici. Troppo poco per un week-end di gara che invece ha esaltato, per motivi diversi, tutti i top rider.

 

MARC MARQUEZ – IL FENOMENO

È in vetta alla classifica della MotoGP, ha battuto due volte su due Dani Pedrosa, conta 26 vittorie nel Motomondiale ed è il più giovane vincitore e pole man della storia della classe regina (ad Austin ha battuto i record di Freddie Spencer). Con un palmares di questo tipo, qualcuno può dire che non siamo di fronte a un fenomeno?

 

DANI PEDROSA – PRONTO AL RISCATTO

Ad Austin, dove Marquez sembra fare un altro mestiere rispetto a tutti, ha affrontato con calma le prove del venerdì e del sabato per poi emergere la domenica, come sempre. Miglior tempo nel warm up e una gara inaspettatamente in testa per 13 giri su 21, con un distacco finale dal compagno di squadra di poco superiore a 1 secondo: in una pista dove anche Stoner avrebbe probabilmente subìto la furia di Marquez, Dani ha convinto.

 

JORGE LORENZO – IL VINCITORE MORALE

Dopo tre quarti d’ora di gara portare la Yamaha sotto la bandiera a scacchi a soli 3 secondi dalle Honda è un’impresa straordinaria. Jorge ha guidato divinamente perché sul tracciato texano il distacco tra la M1 e la RC213V è sicuramente superiore ai 2 decimi al giro che Marquez e Pedrosa hanno rifilato a Jorge. Rimane il favorito per il titolo? Secondo noi sì.

 

CAL CRUTCHLOW – QUANDO SI DICE IL TALENTO

Tra i primi sei al traguardo è l’unico che non ha preso parte alla due giorni di test a Austin qualche settimana prima della gara. E guida una Yamaha che è ancora ferma alla moto di Jorge del 2012. Come se non bastasse, ha chiuso a 3 secondi da Lorenzo e ne ha persi altrettanti al quarto giro, finendo lungo a una frenata. Insomma aveva lo stesso passo del campione del mondo: che dire di più? 

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