Valentino Rossi spiega anche la dinamica dell’incidente: “Sono andato a fare un giro di Enduro con i miei amici e con gli altri piloti dell’Academy. È un giro che facciamo da quando avevo 18 anni, mi portava mio padre con i suoi amici quando lo facevano anche loro da giovani. Quindi è una cosa che ho fatto almeno duecento volte. Eravamo quasi alla fine, eravamo in una discesa abbastanza ripida e stavamo andando giù piano sulle pedane in seconda, solo che c’era uno scalino roccioso e quando l’ho presomi si è mosso il manubrio come se avessi preso un sasso. Sulla sinistra io sono andato giù col piede a destra, solo che c’era uno sbalzo e quindi quando il piede ha toccato con tutto il peso del mio corpo e della moto sopra si è rotta la gamba. Mancavano 400 metri alla fine del giro. Nel momento in cui capisci che hai una gamba rotta, sei completamente immobile e sei mezzo a un bosco, ti chiedi “e adesso cosa succede?”. Perché tra l’altro erano anche le 18.45, quasi cominciava anche ad essere buio, io non riuscivo neanche a muovermi e appena mi muovevo faceva malissimo. Siamo stati fortunati perché sono andati nel paesino sotto, hanno chiamato un contadino ed è venuto ad aiutarci con una jeep piccolina. È riuscito ad arrivare fino a dove ero io, è venuto su in retro fino a 5 metri da me. A quel punto mi hanno caricato in 6 nel bagagliaio. Il tragitto è stato il momento più doloroso: con tutte le buche e con una gamba rotta non lo auguro a nessuno! All’inizio speravo che mi si fosse girata la caviglia, ma era un dolore diverso”.
Per molti campioni della MotoGP, è molto importante allenarsi su terreni non asfaltati come per esempio il flat track, il motocross o l’enduro. Ma questo incidente poteva essere evitato? Secondo Rossi non è cosi: “Noi siamo piloti di moto e per noi allenarci in moto è la cosa migliore. Il problema è che quest’anno mi è già successo due volte, l’altra volta con la moto da cross mi è andata veramente bene, invece stavolta no. Il calcolo delle probabilità metteva il cross in cattiva luce perché con la moto da cross si sono fatti male tutti, me compreso. Ma l’Enduro non era nella black list, ma alla fine ogni volta che sali su una moto è sempre pericoloso. È una cosa che 4-5 volte all’anno l’abbiamo sempre fatta. Ora mi alleno a casa con la Playstation, è meno pericolosa e magari riesco a non farmi male (sorride ndr).”.