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09 July 2015

Una Suzuki GS500 diventa la café racer Just Bike "Inpristio"

La 4 cilindri realizzata a Marcon (VE) deriva da una media standard dei primi anni ’80 trasformata, con pochi ma sapienti interventi, in una curata realizzazione in stile vintage. Il nome della moto, in dialetto veneziano, significa “scomodo”

Una suzuki gs500 diventa la café racer just bike "inpristio"

Lo scorso anno, di tutte le splendide special pubblicate sul nostro sito, dalle più elaborate e costose a quelle artigianali e fatte a basso costo, la più cliccata è stata la Scransalp di Just Bike.

Oggi Loris Landi, titolare dell’officina di Marcon (VE) che ha realizzato la Scransalp, ci presenta una nuova moto, battezzata Inpristio (in stretto dialetto veneziano significa “scomodo”. Si tratta di una semplice café racer su base Suzuki GS500 dei primi anni ’80 (qui la foto della moto originale): un progetto certamente meno vivace rispetto al precedente, ma non privo di un certo fascino. La moto, quando è arrivata nelle mani di Loris, era già stata parzialmente preparata da un altro customizzatore veneto, ma al cliente che ha commissionato il progetto, così proprio non piaceva. Quindi è stata completamente rifatta (guardate le foto) e gli unici due particolari rimasti della vecchia preparazione sono i semimanubri firmati Gilles Tooling ed il faro anteriore.

 

MOTORE E SOSPENSIONI DI SERIE, MA TUTTO RIVISTO

Il motore, robusto e affidabile, non è stato toccato dal punto di vista meccanico: solo una sabbiatura esterna per donargli un aspetto più grintoso e una coppia di silenziatori cromati di derivazione Harley-Davidson con collettori bendati. Modifiche hanno invece interessato la ciclistica. Una volta messa a nudo la moto e smontata fino all’ultima vite, Loris ha provveduto a modificare il telaio nella parte posteriore, specialmente nella zona delle pedane, in modo da poter realizzarne di nuove ad hoc, più arretrate. Se le sospensioni rimangono quelle di serie, la piastra superiore di sterzo è stata modificata in fresa, per eliminare gli alloggiamenti dei riser, e la forcella è stata accorciata per un assetto più accucciato sull’avantreno.

 

PARTI SPECIALI FATTI AD HOC

Molti i componenti costruiti su misura: la sella, ma anche il faro posteriore, ricavato dal pieno, così come gli alloggiamenti delle frecce, la flangia per coprire i fori nel mozzo (di due dischi freno, ne è stato utilizzato solo uno), i poggiapiedi e le flange per montare i filtri aria in spugna in luogo dell’air-box.

 

DOMINA IL BLU ELETTRICO

A livello estetico sono stati fabbricati fianchetti sottosella in alluminio, mentre il parafango posteriore è ridotto ai minimi termini. Il serbatoio è verniciato in blu elettrico metallizzato nella parte centrale, mentre le “pance” laterali sono state spazzolate e rivestite di trasparente inchiostrato con lo stesso blu elettrico della parte superiore; il tutto è rifinito da filetti fatti a mano. I fregi tagliati al laser che campeggiano in luogo del marchio Suzuki chiudono il quadro di una special semplice, ma a suo modo interessante.

 

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