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26 September 2013

Una Cagiva Gran Canyon diventa la scrambler “Rustica 900”

Una sconfinata passione per i motori Ducati, un incidente, tanta fantasia e una buona dose di abilità manuale: sono questi gli ingredienti di una storia d’amore tra un uomo, Guido De Lorenzo, e la sua special

Una cagiva gran canyon diventa la scrambler “rustica 900”

A Guido piacciono le moto italiane. Ducati soprattutto. L’ultima è stata una Monster 750. Ora, dopo un “digiuno” di cinque anni, gli piacerebbe una Multistrada. Ma, anche usata, supera troppo il budget che si è prefissato di spendere. Così inizia a spulciare tra gli annunci alla ricerca di una Cagiva motorizzata con il pompone di Borgo Panigale. Tipo la Elefant. Alla fine la scelta ricade su una Cagiva Gran Canyon del 1999: motore Ducati 900, iniezione elettronica e una ciclistica capace di regalare soddisfazioni sui tratti guidati. Esteticamente però la moto non lo esalta: troppa plastica. Basta poca strada insieme però, per far scattare l’amore: quello che lo conquista sono il pulsare del motore e le ottime caratteristiche dinamiche. Rimane però il tarlo di trasformarla in qualcosa di più leggero, almeno a livello estetico. Una specie di motardona. Ma il grosso serbatoio sdoppiato condiziona pesantemente eventuali modifiche e limita notevolmente l’accessibilità meccanica. Spogliare la Gran Canyon diventa più difficile del previsto. Sfogliate la gallery per la "photo-story" di questa moto e del suo passaggio da originale a... Rustica 900.

 

NON TUTTO IL MALE VIEN PER NUOCERE

Durante la prima uscita stagionale, complice una distrazione, Guido ha un incidente. La moto subisce alcuni danni estetici. E Guido si frattura due vertebre. Durante i tre mesi di convalescenza si dedica alla riparazione, apportando alcune modifiche. I fari originali sono sostituiti con due elementi polielissoidali incastonati in un supporto realizzato apposta; la carrozzeria cambia colore; vengono aggiunti alcuni dettagli di stampo off-road. Con il nuovo look, la Gran Canyon è difficilmente riconoscibile, se non ai più esperti.

 

LA VOGLIO SCRAMBLER
Ma dal morbo del tuning, si sa, non si può guarire. Anzi: può solo peggiorare. Così Guido, valutati i buoni risultati raggiunti, decide di imbarcarsi in un’impresa più impegnativa: trasformare la Cagiva in una scrambler. Con un imperativo: spendere il meno possibile. Così inizia il lavoro. Ciclistica e motore, ottimi, rimangono inalterati. Solo gli scarichi sono modificati accorciandoli di 10 cm. Con l’aiuto dell’amico Federico, il telaietto posteriore viene costruito ex novo per sostenere la sella di una Ducati Monster, rivestita con una nuova copertura bicolore. Carene e doppio serbatoio sono eliminati: arriva un serbatoio Suzuki GS550 (opportunamente modificato) che, insieme a delle tabelle porta numero in alluminio, costituisce ora l’unico elemento estetico importante della moto. Così nuda, la moto ha bisogno di nuovi fanali: davanti spunta un tondo aftermarket con rete protettiva fatta in casa, dietro è scelto un modello stile anni Sessanta su supporto in gomma. Tocco finale: i soffietti sugli steli forcella e le gomme, sostituite con altre dal tassello più accentuato, ma mantenendo le misure originali. La verniciatura grigio opaco è scelta perché, a detta di Guido, è la più “ignorante” che conosca.

 

RUSTICA E VISSUTA

Le finiture non sono molto accurate, ma Guido si giustifica dicendo che non voleva perdere troppo tempo dietro a particolari che poi si sarebbero inevitabilmente rovinati nell'uso on-off. Il serbatoio, ad esempio, è già tutto rigato, ma questo aggiunge un che di “vissuto” alla moto. Che ora è pronta ad affrontare altre strade e sterrate. Magari quelle della Dolomiti Bike Marathon, di cui Guido è uno degli organizzatori.

Per sapere tutto su questa bella e inusuale iniziativa cliccate qui.

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