di Paola Verani
Non ci siamo ancora rassegnati all'idea che non esistano più le mezze stagioni. Quando arriva maggio ci illudiamo di essere usciti dal “tunnel” del clima umido e bizzoso. Invece, puntuale ormai da almeno un lustro, la delusione: il meteo, ci dicono gli esperti, si è “tropicalizzato”. Quindi lunghi periodi di pioggia, quella vera, con scrosci potenti. E se la vegetazione ringrazia mostrandosi rigogliosa (le mie canne di vetro, però, stanno soffrendo! E forse anche le ciliege del vicino!). I motociclisti no, non ringraziano. Va bene uno sfogo del cielo ogni tanto, così da regalarci colori più vividi ma la verità è che per noi motociclisti la pioggia è nemica come per lo chef l'uovo “impazzito” (tanto per fare una similitudine su un tema di moda). E allora che fare? Allunghiamo il letargo della nostra moto? Giammai! Sarebbe come dire che lo chef (tanto per insistere con la similitudine gastronomica) depone il frustino e soccombe di fronte all'albume che non si monta.
Esiste un'unica soluzione e si chiama “sapersi attrezzare”, leggi anche “esci” l'impermeabile, quella cosa piuttosto scomoda da tirare fuori proprio quando ci stavamo divertendo a guidare su quella bella strada di montagna (o costiera o di brughiera, ecc.). e comunque se il meteo è… cattivissimo, a volte non basta nemmeno quello (cliccate qui).
UNA TUTA PER OGNI OCCASIONE
Sì, è vero, il mercato si è evoluto evitandoci quelle spesse cerata con effetto “sacchetto”, che limitano i movimenti e regalano una sensazione di pesantezza e di soffocamento. Ora ci sono tute e completi compattabili, leggeri e facilmente stivabili, anche in una tasca, come il completo Nano di Tucano Urbano, il Quick Seal Out di Alpinestars o il Compact di Spidi. Per i macinachilometri, che sono esposti a ore e ore di acqua esistono prodotti più robusti come il classico Klima Komfort di BMW con triplo strato, i più sensibili al tema sicurezza saranno ben lieti di abbracciare la “moda” del fluo che ha davvero preso piede, alla faccia di chi diceva (chi scrive!) che gli italiani sono troppo “dandy” per accettare di vestirsi nelle tonalità da “evidenziatore”. Stiamo parlando di semplici bande fluorescenti, più o meno ampie, piazzate su vari punti del corpo, non ancora di capi certificati secondo la CE En 471, la norma che stabilisce i criteri con cui devono essere realizzati i capi che indossano gli “operatori della strada”, dai vigili del fuoco a chi “stende” l'asfalto.
Ad ora ci risulta che solo le tute H2 Life di Spidi e Rain Set Vision Led di Acerbis risulta “omologata”. Piacerà, poi, agli ecologisti la nuova tendenza a togliere il PVC dagli antipioggia e sostituirlo con il meno nocivo poliuretano, come succede nella tuta Pacific H20 della Rev'it! Infine, gli sportivi che hanno il problema di far spazio alla “gobba” possono ricorrere ai capi dedicati come il Riders Rain Body di Axo.
In futuro, forse, le Case potranno lavorare sulla traspirazione anche se questa parola è quasi in contraddizione con l'impermeabilità: i trattamenti di spalmatura cui si è ricorsi finora per rendere i capi impenetrabili dall'acqua sono quasi precludono il passaggio dell’aria. Ma il fatto che Alpinestars, per prima, abbia cominciato a lavorarci perseguendola nella citata Quick Seal Out, forse vuol dire che qualcosa si può fare...
CONSIGLI D’USO E DI MANUTENZIONE
Prima di lasciarvi alla rassegna con una selezione delle tute e dei completi da pioggia che abbiamo raccolto sullo Speciale Abbigliamento, in edicola, qualche consiglio di uso e manutenzione.
Gli “impermeabili”, si tratti di spalmato o tristrato, si devono lavare a mano. La lavatrice, infatti, comprometterebbe la spalmatura e può alla lunga danneggiare anche la membrana. Bisogna, poi, evitare le escursioni termiche e le alte temperature (bauletto d'estate o il termosifone per l'asciugatura in inverno), come le pieghe molto secche e sempre le stesse come pure le tensioni sulle cuciture (quando calziamo i pantaloni con gli stivali, per esempio, tiriamo la cucitura del cavallo). La vita media di un capo antipioggia è di due anni, ma quelli scadenti possono durare molto meno.
In generale la tuta intera protegge meglio dalle infiltrazioni d'acqua perché, è evidente, più aperture ci sono più siamo esposti alla pioggia. D'altra parte la versione due pezzi è più comoda per chi fa frequenti soste, perché più facile da mettere e togliere e più versatile: si può indossare solo la giacca se fa freddo o solo il pantalone se fa caldo ma le strade sono bagnate. Per la città sono richiesti prodotti comprimibili mentre per il turismo prodotti robusti. La primavera che stiamo vivendo conferma che non ci sono più stagioni per l'utilizzo degli impermeabili: tutti i mesi possono riservare sorprese e, nello stesso viaggio, possiamo imbatterci in condizioni meteo molto diverse. Quindi abituiamoci a portare l’impermeabile sempre con noi e a posizionarlo nei nostri bagagli in modo che sia subito accessibile e non sia “annegato” in un mare di cianfrusaglie.
E ora cliccate sui link sotto e scoprite i capi che abbiamo selezionato per voi (non sono certo gli unici…).