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Tony Cairoli eletto sportivo dell'anno 2014

Dopo il riconoscimento analogo ottenuto l'anno scorso nel sondaggio di Sky Sport, l'otto volte campione Mondiale di Motocross si ripete nel 2014: Sportmediaset lo ha incoronato con il 40% dei voti. Il siciliano è sportivo dell'anno anche per il quotidiano "La Stampa".

Cairoli sportivo dell'anno 2014

Tony Cairoli, otto volte Campione del Mondo di Motocross (con sei titoli ottenuti consecutivamente, di cui l'ultimo proprio nel 2014), si riconferma campione anche nell'affetto degli appassionati. Come infatti era già successo nel 2013 (qui l'articolo dedicato), viene di nuovo eletto sportivo dell'anno anche per il 2014: sono stati dodici mesi veramente al top per il campione messinese che, ancora una volta, ha saputo dismostrare la sua superiorità in pista e non solo (il brand di abbigliamentoil film...). Se n'è accorto anche il Coni, che ha tributato a Cairoli la più alta onoreficenza sportiva, quella del Collare d'Oro al merito sportivo.

 

FINE ANNO IN POLEMICA

A dire la verità, l'anno non sì è chiuso proprio in maniera serena, per colpa delle polemiche nate dopo la proiezione del film sulla vita di Cairoli. Secondo il team manager Paolo Martin, il siciliano si sarebbe mostrato irriconoscnte. La replica di Cairoli non si è fatta attendere. Cliccate qui per leggere il botta e risposta...

 

SPORTMEDIASET INCORONA CAIROLI

Tornando al "titolo" di sportivo dell'anno, è stato il sondaggio di Sportmediaset a incoronare Cairoli: con il 40% delle preferenze, il "maestro del tassello" è stato capace di battere stelle sportive di varie discipline, tra cui il calciatore Cristiano Ronaldo, il pilota di F1 Lewis Hamilton, ed il connazionale (e corregionale) vincitore del Tour de France, Vincenzo Nibali. Non ci sono tracce di altri motociclisti ai piani allti....

 

CAIROLI SPORTIVO DELL'ANNO ANCHE PER "LA STAMPA"

Anche per i lettori del quotidiano italiano "La Stampa" Cairoli è l'uomo che meglio ha saputo rappresentare l'anima sportiva del 2014 vincendo, in questo caso, con il 36% delle preferenze, subito seguito dal ciclista Vincenzo Nibali. Per la cronaca, il secondo motociclista è Rossi, al 5° posto con 498 voti. Ma Tony ne ha ricevuti 5.738!

 

Qui potrete trovare un video in cui sono raccolti tutti i migliori momenti che hanno caratterizzato la brillante stagione del campione siciliano. Concludendo questo articolo in tema di "best" del 2014, vi ricordiamo la nostra rubrica "Top Of The Year", che raccoglie tutti gli articoli più cliccati dell'anno sul nosttro sito. Se ve li siete persi, li trovate qui.

 

Botta e risposta Martin/Cairoli

LETTERA APERTA DI PAOLO MARTIN A TONY CAIROLI (24/12/2014)

Caro Antonio,

Ti confesso che quando ho visto il trailer del tuo film sono rimasto basito e deluso. So che sei una persona intelligente e pensavo che avessi valutato il mio apporto alla tua carriera in una maniera obiettiva, invece nelle tue parole ho sentito solo rancore.

Mi piacerebbe sapere perchè mi hai chiesto di fare un’intervista di un’ora per il film, che oltretutto ho fatto volentieri, per poi estrapolarne solamente una piccolissima parte dove dico che il tuo ambientamento è stato difficile e che non andavi d’accordo con qualcuno del team. Era questo quello che volevi sentirti dire?

Io sono stato il primo a credere in te. Quando ti ho visto la prima volta eri un bambino e si vedeva già che avevi del talento, ma non avevi le possibilità economiche per sostenere e far crescere le tua grandi capacità. Ho deciso di aiutarti, ti ho inserito nel nostro team, ti ho dato tutto quello che ti serviva per correre e per allenarti, compreso un meccanico. Eri ancora minorenne, ti ho dato i soldi per mangiare, ti ho pagato i biglietti del treno per andare a casa e quando non potevi tornare sei stato a casa da miei genitori. Mia madre ti ha trattato come un figlio, te lo sei dimenticato? Invece mi tocca sentirvi parlare solo di distinzioni tra nord e sud. Gli scherzi e le prese in giro tra ragazzi esistono da sempre, e non nascondono la volontà di discriminare o l’essere razzisti.

Non pretendevo che dicessi che sono un bravo tecnico o un tuo amico per la pelle, ma che ho fatto il possibile e l’impossibile per farti correre, questo si me lo aspettavo.

Vorrei ricordarti che Honda aveva chiuso la produzione 2T nel 2002, ma che già nel 2000 aveva fermato completamente lo sviluppo. Perciò sicuramente non eravamo competitivi contro le Yamaha 4T che si sono rivelate le prime 4T piccole, aprendo una nuova era.

Da Junior, a 15 anni ti ho fatto esordire nei GP mondiali senza aver fatto nessuna gara nè di Assoluti d’Italia, nè del Campionato Europeo e per questo sono stato molto criticato da tutti, e dico proprio da tutti. Quella esperienza è stata giudicata una pazzia, come lo era stata quella di far partecipare Gautier nel 2006 al GP in Irlanda. Anche lui era un emerito sconosciuto, che però l’anno dopo ha stravinto l’Europeo. Risultati alla mano, anche nel tuo caso farti vivere quelle esperienze da giovane si è rivelata una scelta azzeccata. Ma a  quanto pare te lo sei dimenticato velocemente. E voglio aggiungere che tutto questo è stato fatto senza chiederti un soldo, tutto a carico mio. Sei proprio sicuro di essere riuscito a diventare un atleta completo in qualche mese? A me risulta che ci voglia qualche anno…

Ricordo che il 2003 doveva essere un anno di rilancio. In quel periodo il main sponsor si è appropriato dell’immagine del nostro team. Soldi se ne sono visti pochi però, e sono ancora in causa per far rispettare quel contratto. Nonostante tutto, ho portato avanti ugualmente il programma che ti coinvolgeva, spendendo soldi di tasca mia. Ho fatto l’impossibile quando nessuno, e dico nessuno, credeva in te. Certo, nel team potrai aver trovato alcune persone con cui non andavi d’accordo, ma quando si è a contatto con tante persone non si può piacere a tutti, è la scuola della vita.

In quell’anno e nella stagione precedente avevamo anche chiesto un aiuto alla federazione. Purtroppo però io non faccio mai parte dei loro programmi e non ho mai ricevuto nessun aiuto.

Alla fine del 2003, quando avevi già deciso di andare via, con gli sponsor è stato deciso di indirizzare tutto il budget disponibile su Pichon e i frutti si sono visti. Abbiamo finito la stagione 2004 al secondo posto nel Mondiale, a pochissimi punti da Everts, dimostrando di essere tutt’altro che incompetenti. Al contrario, già allora eravamo giudicati una delle squadre private più innovative e organizzate del paddock.

Tu sai anche che quando hai scelto di lasciare il nostro team io avevo un contratto firmato per altri 2 anni. Tuttavia, dopo che sei andato via senza nemmeno dirmi una parola, ho scelto di non impugnarlo perchè volevo che fossi contento delle tue scelte e perchè un pilota deve sentirsi sereno per dare il massimo. Avrei potuto, ma tu avevi già fatto la tua scelta e non volevo ostacolarti.

Credimi, non capisco ancora adesso cosa ti abbia spinto a fare quelle dichiarazioni, ma spero che sia stato fatto tutto in buona fede, senza dare peso alle parole e alla ricostruzione dei fatti. Capisco perfettamente che sia stato difficile essere andati lontano da casa e per di più in giovane età e in un ambiente completamente diverso, con differenti abitudini e mentalità. Ma ti posso garantire che a volte è stato difficile anche per me.

Non serve che mi dilunghi ancora. Non sono in cerca di gloria, ma mi piacerebbe venisse rispettata la dignità del lavoro svolto, l’impegno e l’esperienza messe anche a tua disposizione. Se così non fosse, questo tuo comportamento sarebbe né più né meno come quello tutti i piloti che cambiano team e che non parlano mai bene del loro team precedente. Troppo facile far valere la regola che se il pilota vince il merito è suo, mentre se perde è colpa della moto o del team incapace. Bisogna avere rispetto per chi dedica la sua vita a questo magnifico e spettacolare

sport che è il motocross.

Con questo ti auguro tanta fortuna, come quella che hai sempre avuto quando sei salito  su una moto.

Paolo Martin

 

 

RISPOSTA DI TONY CAIROLI A PAOLO MARTIN (30/12/2014)

Salve Sig. Martin,

ho letto con sorpresa la sua lunga lettera, e l’ho anche riletta perché molte cose le trovo inspiegabili, tanto che mi è venuto da pensare che lei il film non l’abbia proprio visto.

 

Cominciamo chiarendo che io non le ho mai chiesto di fare un’intervista per il film, né tantomeno ho deciso come tagliare il suo intervento o quello di qualcun’ altro. Il film è su Antonio Cairoli ma non è stato né ideato, né realizzato né diretto né prodotto da Antonio Cairoli.

I produttori sono due ragazzi olandesi che hanno raccolto immagini e interviste e hanno realizzato il film.

 

A cosa si riferisce quando dice ‘cosa ti abbia spinto a fare quelle dichiarazioni,’ quali dichiarazioni?  Nel film non c’è alcun mio giudizio nei confronti del suo team, non c’è alcuna mia dichiarazione in merito alla professionalità del team o alla competitività delle moto. Ho soltanto espresso la mia opinione sui due anni, nei quali pur vincendo un titolo italiano, abbiamo ottenuto meno di quello che ci si aspettava e dopo la seconda stagione non avvertivo più la fiducia del team, mi sentivo un po’ abbandonato a me stesso, e per il futuro mi era stato proposto di correre il campionato triveneto. Credo di avere il diritto di esprimere la mia opinione su un periodo della mia vita.

 

Dovevo forse nascondere che ho sofferto il fatto di stare lontano da casa, di non essermi ambientato e di voler tornare a casa? Credo sia qualcosa che mi sia concesso di dire, oltretutto senza aver indicato motivi particolari. E lei sa benissimo che qualche motivo particolare l’avrei anche potuto indicare, ma io non ho nessun rancore come invece lei crede, e tantomeno nei suoi confronti, e non ho alcuna difficoltà a confermare che mi ha spesso accolto in casa e aiutato.

E’ poi probabile che nel film gli autori abbiano evidenziato il momento difficile (è pur sempre un film), ma il mio ricordo dei due anni da Martin non è solo negativo, e il riassunto di quello che penso di quella esperienza  è scritto da anni, virgolettato a mio nome, sulla pagina ‘About me’ sul mio sito web (tonycairoli.com): “‘Al mondiale motocross, classe 125, sono arrivato nel 2002: tre gare. Per me era l’avverarsi di un sogno, quasi non potevo credere di essere in mezzo a quei campioni che seguivo da quando ero bambino. A Genk, la prima, non mi sono qualificato e la mia gara d’esordio è stata Loket, Repubblica Ceka. Quell’anno si correva su manche unica. Per me neanche un punto, ventunesimo! In Russia qualificato e ritirato. E’ stata comunque una bella esperienza, che è servita a capire le difficoltà e il livello del mondiale. Nel 2003 ho partecipato a tre gran premi (Italia, Belgio e Germania) sempre con il Team Honda Tiscali di Paolo Martin ma non mi sono mai qualificato.

E’ stata comunque una bella esperienza” – c’è scritto, ed è quello che penso anche se non sono uno che si guarda dietro.

 

Però, anche perché come dice lei ‘non si diventa un atleta completo in qualche mese’, se un pilota che dopo due stagioni e zero punti al mondiale, e la prospettiva di correre il campionato triveneto, cambia team e in due stagioni fa 1014 punti al mondiale, forse qualcosa col primo team non ha funzionato.

 

Infine non posso nasconderle che non condivido la sua scelta di fare una lettera aperta su argomenti di cui avremmo potuto parlare in privato, e in conclusione mi trovo a dover respingere con decisione la frase dove afferma: “-mi piacerebbe venisse rispettata la dignità del lavoro svolto, l’impegno e l’esperienza messe anche a tua disposizione-” , che considero offensiva nei miei confronti: io ho sempre molta attenzione al rispetto di tutti e non ho mancato di rispetto a nessuno.

 

Sono dispiaciuto per questa sua reazione al film, ma ripeto che non ho niente di personale contro di lei, e anche nelle mie parole nel film non c’è niente contro di lei.

 

Per quanto mi riguarda questa discussione si può considerare chiusa. E’ il momento di pensare al 2015.

 

Distinti saluti.

Antonio Cairoli

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