Test: Yamaha XVS950A Midnight Star, cruiser entry level facile e divertente
Sulle strade di Bellagio (COMO) abbiamo fatto un primo assaggio della nuova Yamaha XVS950A Midnight Star, la cruiser entry level della Casa dell’ala dorata. Con una potenza massima di 54CV a 6.000 giri e una coppia massima di 7,84 kgm a soli 3.000 giri, il bicilindrico di 942 cc si è rivelato sempre pronto e divertente, nonostante la cavalleria non sia esagerata.
Come è fatta
Bellagio (COMO) 25 febbraio 2009 – COME È FATTA
Abbiamo testato
la nuova Yamaha XVS950A Midnight Star, una entry level fra le cruiser della
Casa dei tre diapason, già disponibili nelle cilindrate 1.300 e 1.900.
La XVS950A è un modello base, ma l’estetica rispetta in pieno gli elementi
tipici delle cruiser più impegnative: tante cromature, interasse di dimensioni
esagerate, gommone posteriore da 170/70, con cerchio da 16”, ruota
anteriore
da 18”, con copertura 130/70.
Il motore è un bicilindrico a V di 60°, di 942 cc, raffreddato ad aria
e ha la particolarità degli scoppi irregolari. L’architettura del V-twin
della XVS950A è simile a quella del propulsore della Midnight Star 1300,
ma per rendere più compatto il motore di 950 cc è stato eliminato il contralbero
anti-vibrazioni, presente, invece, sul motore di 1.300 cc. La 950 ha
l’iniezione
elettronica, i pistoni forgiati in alluminio, i cilindri con riporto in
ceramica e bielle alleggerite in confronto a quelle del 1.300. La trasmissione
finale è a cinghia in fibra aramidica (più leggera e resistente rispetto
ad una tradizionale). Yamaha dichiara una potenza massima di 54CV a 6.000
giri e una coppia massima di 7,84 kgm a soli 3.000 giri.
La sella è bassa: è a soli 675 mm da terra. Il peso è elevato: oltre 300
kg, che, però, una volta in moto sono ben gestibili, anche da chi è alto
meno di 170 cm, grazie al serbatoio rastremato e snello all’attaccatura
con la sella che permette di appoggiare bene i piedi a terra.
La Yamaha Midnight Star 950 è già disponibile nei concessionari a 9.390
euro c.i.m. nei colori bordeaux, blu e nel classico nero.
Come va
COME VA In movimento si scopre una moto facile ed equilibrata, stabile
in rettilineo e nei curvoni veloci, quanto docile nel misto. In uscita
di curva abbiamo notato una piccola tendenza ad allargare la traiettoria
impostata, ma ci si fa presto l’abitudine. Piccolo neo piuttosto, sono
le pedane che grattano l’asfalto davvero troppo presto. Il propulsore
è pronto e corposo ad ogni regime, nonostante la cavalleria non sia esuberante.
La tonalità allo scarico è un po’anonima e, a tratti, il cambio è
impreciso,
ma offre la quinta marcia overdrive per viaggiare in souplesse.
Esteticamente simile a quella delle sorelle maggiori, la forcella con steli
da 41 mm si è rivelata confortevole senza per questo affondare eccessivamente
in frenata; la taratura di serie del mono posteriore (comunque regolabile
nel precarico) è invece un po’ troppo sostenuta, e anche a causa della
modesta escursione, le imperfezioni dell’asfalto non sono filtrate a
dovere.
Completa e ben leggibile la strumentazione posta sul serbatoio, circondata
da una gradevole cornice cromata.
L’impianto frenante è composto all’anteriore da un disco da 320 mm
con
pinza a due pistoncini, sufficiente alla mole della moto ma che avremmo
preferito con un filo in più di mordente; nulla da dire sul disco posteriore
da 298 mm, potente e modulabile.
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