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Test Triumph Thunderbird LT: che sorpresa, in curva

Secondo appuntamento coi test delle nuove maxi cruiser di Hinckley. Dalla California, il nostro Nicolò ci parla oggi della paciosa tourer inglese, che si rivela piacevole da guidare e, inaspettatamente, addirittura più agile della sorella custom

Test triumph thunderbird lt: che sorpresa, in curva

Dopo il test della Triumph Thunderbird Commander, il secondo giorno in California con le maxi-cruiser inglesi ci ha visti ripercorrere strade simili, ma stavolta in sella alla LT. Strade fatte di asfalto ruvido, curve ampie, paesaggi vari e maestosi (guardate la gallery).

La LT, come premesso nel test della Commander, si distingue per diversi particolari estetici e tecnici. Rimane identico il motore - generoso protagonista a cui è difficile imputare dei difetti, se non quello di avere un cambio un po’ duro negli innesti - e uguale è pure il telaio, completamente ridisegnato e più basso rispetto alla Thunderbird Storm. Identico tra le due nuove moto è anche il comparto freni, con ABS di serie, potente e ben modulabile. Ma come si guida la LT? Con parabrezza, borse, poggiaschiena per il passeggero, avremmo pensato di dover guidare una moto più pesante e impacciata rispetto alla Commander, invece…

 

COSÌ UGUALE, COSÌ DIVERSA

Invece la LT si è rivelata sorprendentemente agile anche nei percorsi più tortuosi, su per le montagne che separano l’Oceano Pacifico dal deserto. Fondamentalmente identica - nella ciclistica - alla Commander, monta però pneumatici Avon Venom dal profilo leggermente più appuntito rispetto ai Marathon calzati dalla sorella (e caratterizzati da una coreografica spalla bianca, molto vintage!).

Questa caratteristica rende la LT più rapida nei cambi di direzione e nello scendere in piega, tanto che ci viene più facile grattare l’asfalto con le pedane. Non che con la Commander sia difficile, ma qui la guida è un po’ meno rotonda, più svelta. E chi l’avrebbe detto? Facile, facile, questa nuova Thunderbird, che fa svanire il suo peso e i suoi ingombri da matrona, una volta in movimento.

La frenata, come anticipato, è molto potente e si avverte parecchio l’effetto autoraddrizzante (come pure sulla Commander, anche se questa ne soffre un po’ meno) se si entra in curva con l’anteriore tirato; probabilmente questo è prodotto anche dalla maggiore inerzia delle ruote a raggi, più pesanti di quelle in lega della Commander. 

 

COMFORT REGALE

Cambia anche la posizione in sella, con il manubrio più vicino e il busto più eretto. Il plexiglas di serie rimane più basso della linea dello sguardo, così da non disturbare la guida. Protegge bene il busto, così da poter mantenere andature autostradali senza fatica e lascia esposto all’aria solo il casco. Un parabrezza più alto - optional, lo abbiamo testato su una delle moto in prova - è in grado di coprire completamente la figura del pilota senza generare distorsioni alla visuale. Ma la cosa che apprezziamo di più a livello di comfort è senza dubbio la sella, identica a quella della Commander. Un capolavoro. Comoda al punto che dopo una intera giornata di guida, non vorremmo scendere. Difficile trovare qualcosa di così accogliente e regale anche sulle più blasonate concorrenti.

 

 

La LT, ricordiamo, sarà in vendita da fine marzo anche in Italia, ma solo su ordinazione, a 18.780 euro c.i.m., vale a dire 940 euro in più della Commander.

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