Le moto che nascono per soddisfare il pilota in contesti quanto più diversi sono, per definizione, dei compromessi: le maxienduro per esempio devono, sulla carta, viaggiare cariche in autostrada e danzare sullo sterrato. La moto strada-pista è un'altra di queste chimere. Non esiste una moto che sia perfetta in circuito e altrettanto sul lago. Ci sono però varie proposte che fanno molto bene l'una e l'altra cosa. Nella categoria delle medie cilindrate, il punto di riferimento è la Triumph Street Triple in versione RS, che ci siamo goduti per una mattina su statali secondarie tutte curve e che stiamo "strapazzando" tra i saliscendi di Cartagena. Non molte in verità le modifiche di sostanza per questa versione 2020, ma l'arrosto non manca. In particolare il motore ha i primi due rapporti più corti e più schiena, e c'è di serie il cambio elettronico bidirezionale abbinato a una frizione antisaltellamento. Il resto l'avete letto nella parte tecnica.
Una superpsortiva col manubrio alto è una moto stabile nel DNA, dato che scritta nei suoi geni c'è la capacità di curvare a 200 all'ora. Difatti, la Street lo è: imposti la traiettoria e sai che lì rimarrà, bevendosi avvallamenti e sconnessioni. Su strada ciò significa tanta sicurezza e potenzialità di ritmo pressoché criminali. Senza però la maneggevolezza e la leggerezza di sterzo (nella sua accezione positiva) di nude nate solo per fare quello - tra le quali le sorelle meno estreme della RS. Il motore è super elastico - siamo partiti in terza, per sbaglio - e spinge forte ai medi, più di prima; diremmo quanto la versione R, dotata in passato di un motore meno potente ma più "coppioso". La terza va bene per il 99% delle situazioni, dal tornante al curvone - in generale, peccato solo per un effetto on-off avvertibile quando si tiene il motore dai medi in su. La posizione di guida è un po' più sportiva di quanto servirebbe, con un certo carico sui polsi e pedane altine. Ha un grandissimo pregio: va tutto sommato bene tanto su strada quanto in pista. Non è poco! In circuito di può spingere e divertirsi con reazioni sane e facendo 29 volte meno fatica di quanto si faccia con una bella supersportiva di 1.000 cc. Il motore dice la sua con un allungo deciso e prestazioni di ottimo livello, il cambio elettronico non è rapidissimissimo ma funziona bene e i freni sono davvero molto, molto, molto buoni. Avere una moto così facile, intuitiva ed efficace ti porta a poter esprimere subito un buon passo, altro punto a favore della Street; dalla quale, iniziando a spingere, si vorrebbero solo pedane un po' più alte e un ABS meno invasivo quando si "stacca" forte.
Troverete il test completo della nuova Triumph Triple RS 2020, con interviste e approfondimenti, su Motociclismo di novembre, in edicola a fine mese.