Sulle Alpi imperversa il maltempo, ma tra le nuvole basse oggi è una bella giornata perché KTM ci ha invitato a provare la nuova 790 Duke (
cliccate qui per le foto del test). Il
prototipo si era visto al Salone di Milano dell’anno scorso e questa moto è assai vicina per tecnica e stile alla novità presentata ad Eicma 2016. È ancora verniciata di un nero da maquette, un poco occultata nell'immagine. Lo stile aggressivo di Kiska è un poco attenuato, ma si possono sempre vedere i suoi tratti distintivi, scorgere le linee ancora spigolose che fanno dire: "q
uesta è una KTM".
Il propulsore bicilindrico è, invece, tutto nuovo e dispone di un albero motore con le manovelle disposte a 270°, una configurazione già usata in passato dalla Yamaha con la stradale TRX 850 e più recentemente dalla Honda Africa Twin. I tecnici austriaci non hanno ancora rilasciato le misure vitali di questo propulsore come l’alesaggio e la corsa, la cilindrata effettiva (che comunque dovrebbe aggirarsi intorno ai 750-790 cc), il rapporto di compressione, ma si sono lasciati sfuggire che la potenza dovrebbe stazionare intorno ai 105 CV. Compatto nelle misure, ha la distribuzione bialbero comandata da una catena sul lato destro e sempre da questa parte del motore c'è la pompa dell’acqua, mentre il sistema di lubrificazione dispone di un carter "semi-secco", con l'olio contenuto in una generosa coppa sotto il propulsore. Lo scarico minimale del prototipo milanese è stato rimpiazzato, per far fronte all'omologazione Euro 4, da una più voluminosa marmitta che si sviluppa quasi completamente nella zona posteriore del motore, nello spazio lasciato dai bracci del forcellone in lega leggera. Il silenziatore del prototipo terminava occultato nel codino mentre ora è ben evidente sulla destra.